Ancillary Copyright, parte la consultazione della Commissione Europea

Massimiliano Pennone
Il senso di Smilla per la Rete
2 min readJun 15, 2016

La Commissione Europea sta lavorando ad una riforma del copyright che potrebbe avere un impatto senza precedenti sull’ecosistema del web.

L’idea è quella di estendere i cosiddetti “diritti connessi” per gli editori (diritti di snippet ed “accessori”) anche a contenuti che fino a questo momento erano esclusi, come le news e tutti i “contenuti di stampa” (libri, editoria scientifica, riviste mediche etc).

In pratica si tratta di introdurre anche nel mondo editoriale ciò che già avviene nell’industria discografica: qualsiasi riproduzione non autorizzata di un contenuto protetto costituisce una violazione, pertanto va rimossa e i collegamenti oscurati.

Tradotto: milioni di nuove richieste di rimozione ogni giorno sulle scrivanie dei provider della rete, che si troverebbero costretti a svolgere un lavoro di controllo che nei fatti è impensabile.

Non ci sarebbe spazio nemmeno per “eccezioni” in nome della libertà di informazione, e non sarebbero esclusi neppure i social network e tutte le piattaforme online che gli utenti utilizzano per condividere notizie e contenuti di carattere scientifico e divulgativo (le università, le biblioteche e i ricercatori si troveranno costretti a pagare per utilizzare i “frammenti” protetti).

Anzi, la normativa su cui è a lavoro la Commissione riguarderebbe anche le attività di riproduzione dei contenuti “offline”, e includerebbe tutti i link e gli snippet che rimandano ad edizioni, notizie e libri già esistenti e pubblicati in passato.

Un provvedimento quindi che rischia di danneggiare tutti gli attori dell’ecosistema delle news a cominciare dai piccoli editori, che già in Spagna hanno risentito degli effetti di una normativa molto simile e introdotta nei mesi scorsi.

Imporre i diritti connessi di copyright a contenuti così diffusi come le news significa infatti limitare l’accesso alle informazioni presenti sul web, limitando le attività di ricerca degli utenti che utilizzano aggregatori digitali (Google News, Pinterest, Huffington Post) e social network (Facebook, Twitter).

L’iter del provvedimento dovrebbe concludersi il prossimo autunno. Nel frattempo, la Commissione ha indetto una consultazione pubblica (qui la versione tradotta in Italiano corredata da spiegazioni), chiedendo ai cittadini e alle imprese di dire la propria entro il 15 giugno. Qualora il volume delle risposte contrarie alla nuova regolamentazione dovesse essere notevole, è infatti più probabile che la Commissione faccia dietro front.

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