Ad Amburgo, sferragliando sulle rive dell’Elba

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Per la nostra ultima tappa del 2015 abbiamo deciso di andare a nord, al freddo, alla scoperta della seconda città più grande della Germania. No, non è Monaco, bensì Amburgo. Una città che non è sulle copertine delle guide turistiche più gettonate, ma che ha un fascino nordico, un po’ industriale, dove le imponenti gru del porto fanno da sfondo a moltissimi degli scorci che ci hanno conquistato.

ll porto di Amburgo

Il porto di Amburgo è il primo scalo navale della Germania e il terzo a livello europeo per numero di container in arrivo, secondo solo a Rotterdam e Anversa. L’imponenza e l’estensione del porto sono gli elementi che hanno principalmente plasmato la città, rendendo l’acqua una caratteristica ricorrente: nei canali artificiali e nell’ampiezza del fiume Elba che talvolta sembra un mare.

Pur mantenendo tutt’oggi il suo primato, il porto negli ultimi anni ha registrato un calo del traffico, lasciando dietro di sé enormi spazi inutilizzati. HafenCity, tutt’oggi ancora in costruzione, è una tra le più grandi aree di riqualificazione d’Europa, e sorge proprio a ridosso dei vecchi canali del porto. Grandi gru e navi ormeggiate trasformate in musei ricordano i fasti del passato, mentre i vecchi magazzini diventano hotel, ristoranti e abitazioni. A svettare imponente all’entrata del porto troviamo la nuova Elbphilarmonie, costruita sull’involucro di un vecchio magazzino industriale.

La Elbphilarmonie in costruzione (Herzog & de Meuron)

Muoversi in città con il trasporto pubblico è comodissimo: la vasta rete composta delle quattro linee metropolitane e dalle linee suburbane rappresenta un ottimo esempio di integrazione tra trasporto pubblico a corto e lungo raggio, dove le linee suburbane sono parte integrante del network cittadino e non interessano solo gli spostamenti di commuting provenienti dall’area metropolitana.

Come prevedibile, anche ad Amburgo, come in molte altre città tedesche (e non solo), gli accessi ai treni e alla metropolitana sono totalmente privi di tornelli d’ingresso. L’unico reminder, ad ogni varco d’entrata prima delle scale, è una linea metallica che interrompe le piastrelle del pavimento con la scritta Fahrkartenpflichtiger Bereich: oltre quella soglia è necessario essere muniti di biglietto. Chi fa il furbo va incontro ad una contravvenzione relativamente bassa (60 euro), ma che al terzo richiamo può tradursi in multe molto salate e a provvedimenti penali.

Fahrkartenpflichtiger Bereich, la linea che segna l’accesso ai binari

In generale i costi dei biglietti sono abbastanza contenuti (€1.50 per la tratta urbana e €3.20 per raggiungere l’aeroporto e la cerchia esterna), inoltre siamo stati molto incuriositi dalle tariffe giornaliere (e plurigiornaliere) valide per gruppi fino a 5 persone.

Hauptbahnhof (Stazione Centrale)

Gli incentivi per l’utilizzo del trasporto pubblico non mancano, tuttavia, a giudicare dal traffico sembra che gli amburghesi preferiscano ancora le quattro ruote. Da questo punto di vista infatti la città è ancora piuttosto car-oriented e sembra non abbia ancora intrapreso politiche che vadano contro questa tendenza. Amburgo è infatti l’unica grande città tedesca a non aver implementato una LEZ (Low Emission Zone) che escluda dalla città i mezzi più inquinanti. Basti pensare al centro storico dove non sono previste limitazioni di accesso delle auto che sono libere di circolare anche a pochi passi da Rathaus Platz, la piazza principale.

Rathausplatz

Ciò che più ci ha lasciati a bocca aperta è stato però l’antico Elbtunnel, una galleria carrabile sotterranea costruita agli inizi del ‘900 per collegare il quartiere di St. Pauli con quello di Steinwerder. Appena scese le ripide scale di ferro, il colpo d’occhio è maestoso: due bianchissime volte di ceramica scorrono perfettamente rettilinee per 426 metri senza che ne possiamo vedere la fine. I vecchi cartelli stradali e i sei grandi montacarichi fanno intuire che qui le macchine passano tutt’ora: con 2 euro, dalle 8 del mattino alle 5.20 di pomeriggio qualche nostalgico può ancora mettere la macchina sul montacarichi e farsi calare a 24 metri sotto il livello del fiume e attraversarlo in macchina.

Inutile dire che il tunnel non è più in grado di sostenere i flussi veicolari contemporanei ed è ormai stato sostituito negli anni 70 dal Nuovo Elbtunnel, che, composto da 4 tunnel e un totale di 8 corsie, è parte integrante della Bundesautobahn 7, l’autostrada che attraversa interamente la Germania da nord a sud, dalla Danimarca all’Austria.

Attraversato annualmente da circa 700.000 pedoni, oggi il Vecchio Elbtunnel è un bene storico protetto che da 15 anni ospita una delle poche maratone underground del mondo: 48 giri avanti e indietro dalle due gallerie per tagliare il traguardo dei 40 chilometri.

St. Pauli Elbtunnel

Nonostante le alte aspettative, il museo ferroviario in miniatura più grande del mondo, non ha conquistato i nostri cuori da transport-nerd. I 15 km di mini-strada ferrata attraversano in lungo e in largo fedeli ricostruzioni in scala 1:87 delle più svariate ambientazioni, dalla Scandinavia a Las Vegas passando per la Svizzera e ovviamente Amburgo. Ricostruire fedelmente 1600 metri quadri di stazioni, aeroporti e autostrade totalmente animati e illuminati non è cosa da poco, ma lo stile un po’ retrò delle ambientazioni, i turisti accalcati e l’enormità dell’insieme ci hanno fatto calare l’entusiasmo.

Miniatur Wunderland — Cabina di regia

Come nelle città che più ci rimangono nel cuore, anche la metropolitana di Amburgo con il suo continuo alternarsi di percorsi interrati e sopraelevati offre una varietà infinita di prospettive, attraversando il lago Alster, sferragliando lungo il nuovo riverfront o insinuandosi tra le vie del centro.

È stato così, aspettando al freddo un treno alla stazione di Rödingsmarkt e vedendo la sopraelevata insinuarsi tra gli antichi edifici del centro, che abbiamo respirato per un attimo la stessa aria di Chicago, dove, lo scorso aprile, sfrecciavamo sbalorditi col naso sul finestrino ad una manciata di centimetri dai grattacieli del Loop.

Stazione di Rödingsmarkt
Stazione di Rödingsmarkt

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Luca Mariotti
#ilmiohobbyètrasporti — Storie di mobilità

#ilmiohobbyètrasporti sono io, cioè è il mio hobby. Una sineddoche, in sostanza.