Brexit, tutta colpa di Bruxelles

Non puntiamo il dito sugli inglesi, molto probabilmente anche da noi informazione e disinformazione ci avrebbero portato al medesimo risultato.

Andrea Margutti
ilradar
4 min readJun 24, 2016

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E venne il giorno del referendum inglese, ribatezzato B-day. Una consultazione voluta da Cameron in un momento di forza e consenso per risolvere una volta per tutte i venti anti-europa e soprattutto, tarpare le ali a certi movimenti nazionalisiti, isolazionisti, anti-europei che fondavano la propria forza proprio sul metodo con cui il Regno Unito era entrato e permaneva in Europa.

Ebbene mai effetto boomerang fu così imprevedibile. Cameron ora ad un passo dalle dimissioni, con una campagna tra “leave” e “remain” che ha visto alla fine la prepotente scesa in campo dello stesso governo che all’inizio aveva dato per scontato l’esito favorevole a rimanere in Europa.

Gli inglesi hanno votato con una affluenza altissima. Gli exit poll e gli allibratori davano vincente il voto di coloro che volevano restare. Poi sono arrivati i voti, quelli veri.

Le analisi hanno indicato che hanno votato “remain” prevalentemente giovani (oltre il 70% di coloro che sono tra 18 e 26 anni), prevalentemente in Scozia e Irlanda del Nord. Poi poco alla volta “leave” ha avvicinato, raggiunto e superato e infine definitivamente vinto; schede votate in maggioranza nel sud del Paese e in maggioranza dalla popolazione più “matura” e “anziana”.

(Per analisi più dettagliate attendiamo, ma questo ci basta per capire come e dove la propagnada e la retorica - insieme ai luoghi comuni - sono andate a parare per convincere in un senso o nell’altro gli elettori).

Ma la colpa di tutto questo non è stata (solo) del popolo inglese e di come ha percepito e vissuto questo referendum, pensando più a questioni “nazionali” e “pseudo-razziali” piuttosto che a questioni economiche e di finanza pubblica (molti elettori non sapevano la differenza tra Europa ed Euro!).

La colpa non è stata nemmeno di alcuni politici — quanti ne abbiamo noi!- che sono andati a raccontare le solite fesserie al popolino dalla serie: “padroni a casa nostra” e similari.

La vera colpa di tutto questo è di Bruxelles: sede di un Parlaemento Europeo che ha burocratizzato la vita del continente; i cui rappresentanti non si prendono mai la responsabilità di nulla; un luogo lontano dai cittadini europei elettori, un luogo che non è codificabile come un luogo di rappresentanza.

Gli europei, e tra questi anche gli inglesi che hanno votato ieri, non si sentono europei perché Bruxelles non è un luogo in cui si sentono rappresentati.

E’ il luogo della burocrazia, il luogo del lobbismo, delle multinazionali, della finanza, dei banchieri, della politica che reitera il suo potere e il potere di chi la sta rappresentando in un balletto che appare e viene vissuto giorno dopo giorno come la causa di tutti i problemi quotidiani.

Tagli alla sanità, problemi di sicurezza, intabilità del sistema finanziario, questioni su lavoro e pensioni i politici locali scaricano la colpa su Bruxelles e Bruxelles, invero, non sembra altro che un carrozzone capace solo di imporre assurdità, giri di vite e politica “lacrime e sangue”.

Da qui è facile, per coloro che vogliono guadagnarci in termini di consenso politico e di opinione pubblica, strumentalizzare qualsiasi cosa per vendere politiche anti-europee e quindi acquisire potere.

Ma questi sono politici e i politici, purtroppo, sanno fare bene i venditori di soluzioni.

La colpa rimane sempre di quell’Europa fatta di uffici, commissioni, assemblee, organi giudiziari, esecutivi e legislativi che non è stata mai capace di rappresentare i suoi europei.

Purtoppo per gli inglesi non so quanto questa scelta — ponderata o meno, cosciente o sull’onda del momento — sarà buona. L’Europa sarà molto dura con loro, la finanza e l’imprenditoria si muoveranno come e dove sarà loro più conveniente andare senza aver alcuna remora sugli ottimi affari fatti negli ultimi decenni in UK e nella City.

Mentre tutti i giornali, con i soliti titoli irresponsabilmente da apocalisse, sembrano guardare solo i listini ho dato un occhio a dove stanno muovendosi i soldi: Yen, Dollaro, Franco Svizzero. La sterlina perde nei confronti di tutti ma è interessante vedere i movimenti tra Euro, Dollaro, Franco e Yen.

Cambi: Euro, Sterlina, Dollaro, Yen (mattina 24 giugno 2016).

I fondi (quelli grossi, non quelli che vi/ci vendono nella banca sotto casa) e gli oligarchi della finanza (quelli che fanno le giornate belle e quelle brutte su tutte le piazze del globo) hanno già deciso questa partita mesi fa incorporando il cosiddetto “cigno nero” piuttosto che speculando su altre eventuali alternative anche positive.

Quelli che rischiano di perdere sono i soliti, i risparmiatori. Questa volta, però, a perderci saranno anche i cittadini europei per cui all’orizzonte, vista l’uscita dall’Europa di un componente di peso (anche fiscale e non solo commerciale), immagino solo nuove “stangate fiscali” spacciate per “manovre correttive”.

Adesso prepariamoci alla strumentalizzazioni nostrane dei vari “euroscettici” che cercheranno di vendere le loro ricette economiche e politiche (fallimentari) per buone, anzi per ottime.

Il fatto è che, sempre per colpa di Bruxelles, questi politici riescono ad avere una vita facile a causa della rarefazione di una qualsiasi forma di senso di rappresentanza e rappresentatività che, in Europa, non c’è mai stata.

Poi è anche vero che la colpa è, infine, nostra perché quelli che ci governano e ci hanno governato gli abbiamo scelti noi con tanto di scheda elettorale e matita copiativa.

Non accusiamo il popolo inglese di tutto quello che capiterà oggi e nei prossimi giorni, loro la pagheranno sicuramente e senza alcuno sconto.

Noi italiani, nelle stesse condizioni di informazione e disinformazione, ci saremmo comportati esattamente come loro e Renzi lo sa bene; Grillo anche.

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