Corsie e filosofie

Era il 21 dicembre 2021.

Oggi ci limitiamo ad una cazzata vera e propria: non si può parlare sempre di cose importanti.

Corsia 1, Plotino: non tutti forse hanno letto il Silmarillion di Tolkien ma, per chi lo ha fatto, siete già a buon punto per la comprensione della filosofia del suddetto (no, non è un nomignolo carino per Platone). Plotino parlò dell’Uno come dell’unica entità suprema dalla quale, per *emanazione*, deriva tutto il resto. Esso, l’Uno, viene prima di ogni altra cosa, anche prima dell’essere di Parmenide. Un po’ come Eru nel Silmarillion, appunto.

Corsia 2, Eraclito: con la sua dottrina degli opposti (il caldo esiste perché esiste il freddo, la luce esiste perché esiste il buio, eccetera), Eraclito sarà per sempre collegato al numero 2, il minimo numero affinché ci sia opposizione. D’altronde, lol, si litiga sempre in due, no? A onor del vero, Eraclito è anche collegato alla famosissima espressione “panta rei” (cioè “tutto scorre”), ma questa è un’altra storia, sulla quale non sono nemmeno tutti d’accordo, vedi “Cratilo”.

Corsia 3, Hegel: tesi, antitesi, sintesi. Hegel riprese Eraclito e aggiunse un terzo momento dialettico, la cosiddetta “unione (dialettica) degli opposti”. Oltre al fatto che il tre è il numero più simbolico di tutta la cristianità, tradizione alla quale Hegel aderiva fieramente.

Corsia 4, Empedocle: dato che abbiamo già tirato in mezzo il fantasy, continuiamo su quella via (Epicuro ci perdonerà, sempre se “aponia” e “atarassia” significano ancora qualcosa…). Avete presente i quattro elementi fuoco, acqua, terra e aria? Beh, ben prima di Martin (e Dio solo sa quanti altri autori fantasy) fu Empedocle il primo a pensare che alla base di tutto il cosmo si trovassero questi quattro elementi e che tutto fosse, in ultima analisi, riconducibile ad essi (più precisamente, alle loro diverse combinazioni).

Corsia 5, Euclide: quello della famosa geometria piana, o euclidea, che fino al 1800 venne considerata anche come l’unica possibile geometria, finché qualcuno si accorse che dei 5 postulati su cui essa si basava solo i primi 4 sembravano irrinunciabili, mentre il quinto (il quinto postulato di Euclide!) poteva essere modificato per ottenere nuove geometrie, del tutto coerenti: la geometria iperbolica e quella ellittica, per esempio.

Corsia 6, Agostino: questa è sottile, ma copia-incollo il passaggio da “La città di Dio” → “Sei è un numero perfetto di per sé, e non perché Dio ha creato il mondo in sei giorni; piuttosto è vero il contrario. Dio ha creato il mondo in sei giorni perché questo numero è perfetto, e rimarrebbe perfetto anche se l’opera dei sei giorni non fosse esistita.”

Corsia 7, Pitagora: forse non tutti sanno che i pitagorici erano divisi in “sette segrete”, basate sulla condivisione della conoscenza della vera struttura della natura, costituita essenzialmente di numeri. Un esempio di tale conoscenza è la famosa stella a cinque punte con le sue proprietà ricorsive (che tutti conoscono almeno da “Paperino e il mondo della matemagica”, vero capolavoro), così come le proporzioni della famosa sezione aurea (tanto per dirne una, qualunque carta di credito è di fatto un rettangolo aureo, riprendendo proprio questo rapporto), o la proporzione delle armoniche fondamentali per la musica occidentale, o la ben più problematica irrazionalità della diagonale del quadrato di lato unitario. E fu proprio la scoperta dell’incommensurabilità di queste due misure (il fatto cioè che non potessero venire rappresentate una come frazione dell’altra) che convinse i pitagorici di aver scoperto il primo “bug” vero e proprio del cosmo, come una sorta di *errore di Dio* (segreto, questo, che prevedeva la pena di morte per chiunque ne avesse divulgato la conoscenza al di fuori dalla ristretta cerchia dei pitagorici, fra le altre cose).

Corsia 8, o meglio ∞, Bruno: col suo “De infinitu”, argomentò in maniera piuttosto convincente che l’Universo doveva essere infinito, esistente da sempre (posizione che cozzava leggermente col dogma cristiano della creazione, tanto per dire, e che gli valse tra le altre cose la condanna per eresia e il rogo in Campo de’ Fiori, a Roma, nel 1600).

By Abbo

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