Crescere in BETA

In un mondo del lavoro in piena evoluzione, governare, indirizzare e usare il cambiamento come materiale riflettente e luminoso può fare la differenza.

Assunta Stifano
Work In Progress
5 min readMar 14, 2024

--

Negli ultimi anni della sua vita, Michelangelo scolpì i non-finiti: personaggi intrappolati nel marmo, risucchiati nella materia e in tensione per liberarsene, senza riuscirci mai. Con queste opere Michelangelo “contestava il pregiudizio che il finito fosse la necessaria connotazione del valore” (C. G. Argan). Anche noi siamo incompleti, non-finiti, in tensione verso. Non è vero che possiamo liberarci dal marmo, ma proveremo sempre a farlo.

Ne I MILLE abbiamo concretizzato questo sforzo in un piano di formazione, e lo abbiamo chiamato BETA.

Keeping our mindset in permanent beta will allow us to acknowledge that we all have bugs, just like software. There’s always room for new development and to adapt & evolve constantly. Permanent Beta is essentially a life long commitment to continuous personal growth.

— Reid Hoffman.

Nel luglio del 2022 BETA nasce come una promessa di identità in quattro tempi:

  • Blurred boundaries
  • Evolution
  • Tech native e
  • Adaptability

Un acronimo che vuole individuare chi siamo e ispirare chi saremo: persone in itinere, immerse nel digitale e capaci di affrontare l’offline, persone con una forte adattabilità al cambiamento e limiti sempre meno riconoscibili, per questo più valicabili.

B— Negli spazi di libertà, nuovi germogli

Cosa vuol dire dare vita a un piano di formazione interno?
È una domanda che lì per lì ingenuamente non ci siamo posti. Abbiamo visto lo spazio e lo abbiamo reclamato, non è nemmeno servito imporsi, abbiamo subito ricevuto il nostro fazzoletto di terra. Il primo impatto con BETA è stato diverso da qualsiasi altro progetto sperimentato finora, è scattata per tutti un’appartenenza profonda. Eravamo felici.

Felici perché avevamo la possibilità di sperimentare: volevamo creare un’esperienza di formazione che avesse la nostra impronta, usando come bussola, ad ogni svolta, ciò in cui crediamo.
È diventato un percorso collettivo di autoconsapevolezza e di riflessione sulla direzione che immaginiamo per noi, come singoli, e per l’agenzia come collettività di persone e competenze eterogenee. Eccoli qui i primi blurred boundaries.

E— Aprirsi al confronto

Dopo il primo anno di un BETA coraggioso e contagioso, eccoci al secondo più maturo e consapevole. Il vantaggio è che, partendo da una base, costruire è stato più immediato. La prospettiva di poter migliorare ci ha spinto a fare di più, a cercare le carenze, ciò che non aveva funzionato.
Con la consapevolezza di essere in beta siamo cresciuti senza ansia da prestazione.

Siamo partiti dal domandare ai nostri colleghi com’era andato il primo anno, se i corsi che avevamo organizzato fossero stati più utili o più interessanti, abbiamo raccolto feedback e nuove proposte. Il coinvolgimento di tutti, lo scambio, il confronto sono stati e sono fondamentali. Abbiamo individuato i corsi più amati e recuperato informazioni e suggerimenti per le nuove partenze. Il risultato è che, quest’anno, BETA ci appartiene ancora di più perché è diventato uno strumento di conoscenza e approfondimento collettivo.

Rispetto al primo BETA, abbiamo scelto di progettare solo alcuni dei corsi che lanceremo quest’anno, lasciando aperti degli spazi per proposte formative che possano accogliere nuovi progetti, esigenze e tendenze dentro e fuori dal nostro settore. Con questo approccio la strategia di BETA è in evoluzione continua: anticipiamo la riflessione sul “cosa possiamo fare meglio” dall’anno prossimo direttamente ai mesi a venire. Eccola qui la nostra evolution.

T— Gestire la complessità

Una delle tante sfide affrontate è che un piano di formazione aziendale è un progetto a ritmo sostenuto, che coinvolge un gran numero di persone e la cui efficacia o inefficacia ricade direttamente su di noi.

Per navigare in tutto questo, abbiamo scelto di responsabilizzare i destinatari dei corsi, mettendo a disposizione di ognuno tutto quel che abbiamo concepito su BETA e incentivando il dialogo diretto tra unit leader e team member per discutere della partecipazione ai corsi in un’ottica di crescita personale e, allo stesso tempo, funzionale al proprio percorso ne I MILLE. Tutto ciò ha facilitato l’instaurarsi di una collaborazione spontanea e uno scambio di conoscenze in cui si recuperano stimoli importanti, come quello di imparare, essere aggiornati, finendo per essere davvero in grado di crescere con l’agenzia.

Anche la tipologia di corsi e percorsi formativi ci ha messo alla prova portandoci a mixare l’utilizzo di competenze esterne e interne per dare vita a promesse formative fortemente ambiziose. Sono nati corsi, come quello sull’AI, a ciclo continuo su competenze generali e affondi di settore, perché oggi sfide e cambiamenti hanno ritmi che dobbiamo essere in grado di governare con passione e entusiasmo da veri tech native.

A— Una brand identity in evoluzione

In sintonia con lo spirito del progetto, il team design che ha lavorato sulla brand identity di BETA 2024, Riccardo Schito e Maria Vittoria Navati, ha deciso di concentrarsi sul processo più che sull’output, scegliendo un mezzo per sua natura mutevole, dinamico e trasparente: l’acqua. La brand identity è stata realizzata manualmente utilizzando smalti colorati, acqua e fogli di carta.

“L’acqua e il movimento casuale e incontrollabile degli smalti sulla sua superficie hanno permesso di produrre una serie di immagini sempre diverse. Anche il logo, dalle forme spigolose e imperfette, rimanda all’ambito dell’analogico e della scrittura a mano. La tipografia primaria è invece un font variabile che ricorda il comportamento di un liquido che si espande”.
– Maria Vittoria Navati

Se la coerenza di un brand è nella sua evoluzione, allora bisogna abbracciare la sua natura per farlo funzionare. È quello che abbiamo fatto con BETA, decidendo che anche la brand identity del piano di formazione cambierà ogni anno e sarà ideata ogni volta da un team diverso adattandosi alla sua naturale evoluzione. Ecco qui la nostra adaptability.

In tensione verso BETA

Quando proviamo a migliorare attraverso la pratica deliberata, la riflessione critica sulle nostre performance e l’adattamento ai feedback ricevuti, intraprendiamo un percorso continuo di auto-apprendimento, che non si esaurisce in un obiettivo finale, ma si definisce attraverso la capacità di rimanere impegnati nel processo di apprendimento.

Smettendo di tirare fuori le figure dal marmo, Michelangelo sceglieva di dare un nuovo sfogo alla sua tensione verso l’obiettivo, la fine, la completezza.

Non-finendo, vinceva la sua tensione verso il perfetto.
Eccelleva in BETA.

--

--