#imperativofemminile n. 2

claudia dani
imperativo femminile
4 min readJan 27, 2016

dal perchè dovremmo essere femministi, passando per l’”effetto Cosby” attraverso i passi avanti in Repubblica Ceca e quelli indietro in UK, fino alle “nostre” unioni civili

<<Dovremmo essere tutti femministi>> compratelo qui. E’ il testo che Chimamanda Ngozi Adichie ha riadattato e ripubblicato dalla sua partecipazione al TEDxEuston . Personalmente sottoscrivo tutto.

Non mi interessa entrare nel merito della correttezza del disegno di legge o meno (il divieto di mostrare i capezzoli), ma mostrare come ancora una volta chi non è d’accordo argomenti con frasi che non sono rispettose, che insultano senza aggiungere significato.

“Nessuna mancanza di rispetto, ma il capezzolo sarebbe l’ultimo che vorrei vedere,”

“Le donne che vogliono esporre i loro seni non dovrebbero avere problemi con l’inclinazione di un uomo a guardare e “afferrare””

Dickey Chapelle è stata la prima donna fotografa americana di guerra uccisa in azione. “Puoi fare qualsiasi cosa tu voglia, se vuoi farla con così tanta decisione da lasciar perdere tutto il resto” queste sono le parole che leggiamo nella sua biografia.

Le sue fotografie apparvero su Life, The National Observer, National Geographic, e altri. A 23 anni fotografa l’addestramento al combattimento dell’esercito per Look Magazine a Panama, si occupa dei conflitti più devastanti del 21 ° secolo, dalle battaglie della seconda guerra mondiale di Iwo Jima e Okinawa al Guerra del Vietnam. Seguì Fidel Castro nella giungla di Cuba.

E poi, il 4 novembre del 1965, mentre era in viaggio con una pattuglia in Vietnam, ha perso la vita a causa di una granata.

L’”effetto Cosby” è quello di cui parla la Polizia di New York. Pare che dopo il caso del comico americano, molte donne abbiamo deciso di denunciare le violenze subite. Secondo Inside Edition, 1.439 stupri sono stati segnalati a New York nel 2015, contro 1.354 nel 2014.

Che effetto fa ora riguardare I Robinson?

The Cosby Show è stato ed è ancora una grande sit-com. Si tratta di un serial tv, una storia creata, non importa, sostiene Inside Edition, quanto questa sia culturalmente potente per i telespettatori. Forse, suggerisce Zeba Blay , “mentre ci sforziamo di ridefinire cosa significa essere nero in America, sarebbe il momento di prendere l’american dream e portarlo nel futuro e lasciare l’ombra di Bill Cosby indietro”

Proprio quando pensi che la società stia facendo progressi sulle questioni femminili, il negozio all’angolo ti mostra il contrario. Inizia così un articolo sul Guardian.
Una recente indagine su quasi 800 prodotti del Dipartimento Consumatori della città di New York ha rilevato che molti di questi avevano prezzi differenti a seconda che il consumatore finale fosse uomo o donna. I rasoi da uomo venduti a $ 14,99, mentre gli stessi rasoi commercializzati per le donne venivano venduti per $ 18,49. In generale, l’indagine ha rilevato che i prodotti sono stati valutati in media il 7% in più se destinati ad un pubblico femminile.
Qualcosa di molto simile lo riscontro un rapporto di questo mese nel Regno Unito. Gli stessi prodotti vengono commercializzati in modo diverso se destinati a maschi o femmine. La differenza riscontrata è del 37%.

Il PraguePost riporta i risultati di un rapporto di Czech Women’s Lobby che elogia la strategia di parità di genere dell’attuale Governo di centro-sinistra.

La posizione delle donne è nettamente migliorata in Repubblica Ceca negli ultimi 20 anni.

“A differenza dei governi precedenti, che hanno trascurato o addirittura boicottato la parità di genere, quello attuale tende a sostenere l’uguaglianza come principio fondamentale di una società democratica”

Si legge nel rapporto.

Chiudo con l’attualità tutta italiana. Ho scovato questo interessante lavoro di graphic journalism di di Michele Soma e Luca Vanzella.

NB i link di approfondimento alla storia sopra.

Alla prossima!

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claudia dani
imperativo femminile

LUNATI-CLA: sempre alla ricerca di qualcosa, a volte scrivo, a volte fotografo, a volte pratico yoga