Il coinvolgimento del territorio è il primo passo per l’innovazione sociale

Design Policy Lab
IncludiMi
Published in
4 min readOct 9, 2018

Sergio Galasso (Mare Culturale Urbano) racconta come il Crowdfunding Civico sia stata un’opportunità di connessione con la propria comunità di riferimento

Sergio Galasso

Mare Culturale Urbano è un centro di produzione artistica situato nella zona 7 di Milano che mira a costruire un nuovo modello di sviluppo territoriale delle periferie. Qui Sergio Galasso si occupa di Ricerca e Sviluppo, progettazione sociale e relazioni istituzionali.

La partecipazione al “Crowdfunding Civico”

Sergio Galasso racconta che il coinvolgimento di Mare Culturale Urbano nella prima edizione del “Crowdfunding Civico” (iniziativa del 2015 del Comune di Milano) è avvenuto già dalle primissime fasi dell’iniziativa. Inizialmente Mare voleva proporsi come gestore della piattaforma ma, non potendo contare su sufficienti competenze tecnologiche, ha deciso di concorrere con il progetto “#costruireall’improvviso” sulla piattaforma Eppela.

Il progetto è stato proposto da Sergio Galasso, Ilaria Morganti e il team di comunicazione in congiunzione con l’apertura dello spazio a Cascina Torrette di Trenno (attuale sede di Mare) e si focalizzava sull’allestimento e il co-design degli spazi del cortile.

Vantaggi e svantaggi del crowdfunding

Sergio Galasso racconta che, sebbene la campagna di crowdfunding offrisse l’occasione di coprire alcune spese contestuali all’apertura della cascina, la prospettiva economica non è stata il solo motivo che ha spinto Mare a partecipare.

“Volevamo fare un lavoro di engagement con una comunità che già conoscevamo, ma sulla quale volevamo testare anche un lavoro di cofinanziamento e co-progettazione di un’attività”

La campagna è stata l’occasione per comunicare sia l’avvio di un luogo aperto e di condivisione, sia l’attività stessa di Mare con il quartiere, all’interno di un progetto che fosse emblematico di entrambi gli aspetti e che si avvalesse del supporto di un’istituzione di rilievo, quale il Comune di Milano.

La concomitanza dell’apertura dello spazio con la campagna è stata una fortuna: questo ha permesso di incontrare persone che successivamente avrebbero finanziato il progetto. Si sono anche sviluppate delle micro-attività (i.e., la realizzazione del forno di comunità, l’acquisto della casetta dell’acqua pubblica) che per Mare Culturale Urbano hanno rappresentato nel tempo uno dei punti di connessione con il quartiere.

Parlando dei principali limiti e difficoltà legati alla campagna, Sergio menziona icosti nascosti”, per esempio le attività di customer service e d’invio dei perks ai finanziatori, che possono diventare un impegno economico importante.

In particolare, è stato un grosso limite del Crowdfunding Civico essersi svolto a ridosso dei mesi estivi, poiché è molto difficile raggiungere i finanziatori in quel periodo.

Il supporto all’ecosistema dell’innovazione sociale a Milano

Sergio descrive il panorama dell’innovazione sociale milanese come un contesto in cui negli ultimi cinque anni si sono sperimentati diversi strumenti di supporto con risultati alterni, ma con una visione politica all’avanguardia.

Una parte del lavoro da fare in futuro, secondo Sergio, riguarda il recupero degli spazi: assegnazione degli spazi e concessioni sono avvenuti con misure amministrative che non tengono conto delle specificità dei singoli casi.

“L’amministrazione dovrebbe cercare ancora di più di premiare, supportare, agevolare chi decide di impegnarsi nel settore dell’imprenditoria sociale, facendosi da garante con gli istituti finanziari, aiutando a cercare gli investitori, facendo capire che c’è un ecosistema di progetti e di persone a Milano sul quale investire, che non ti danno un grande ritorno economico, ma che però fanno un lavoro che alla lunga sta un po’ cambiando anche il volto di Milano”

Galasso illustra un contesto nazionale complesso per chi si occupa della rigenerazione di spazi urbani. Infatti ogni bene pubblico può essere amministrato da diversi organismi governativi: questo complica la relazione con l’imprenditore e la percezione del progetto stesso da parte del pubblico, per il quale a volte si tratta solo di dismettere il costo che quel bene inutilizzato costituisce.

La pubblica amministrazione dovrebbe quindi mettersi nell’ottica dell’imprenditore che cerca di rigenerare un bene e costruire strumenti ad hoc per supportarlo.

Il coinvolgimento nelle policy per l’innovazione sociale

Secondo Galasso, il Comune ha attivato negli ultimi anni una serie di momenti di consultazione e dialogo informale con gli attori del panorama dell’innovazione sociale.

Per esempio, Mare Culturale Urbano ha partecipato e aderito alla rete di operatori ed esperti sulla sharing economy del Comune, ospitando alcuni workshop nell’ambito del progetto Open Care sul tema della cura e dei servizi alla persona.

Queste forme di dialogo sono avvenute spesso ex-post, o poco prima delle azioni stesse (Galasso porta l’esempio di Manifattura 4.0, dove Mare ha partecipato ai tavoli di discussione preliminari).

Secondo Sergio quindi il Comune di Milano — e in particolare l’assessorato di Cristina Tajani — si sta muovendo verso una forma di “consultazione permanente” dove gli attori che hanno esperienza su una certa tematica sono coinvolti nella prototipazione di un’azione per svilupparne insieme il modello.

L’auspicio di Sergio è che queste pratiche, ora perlopiù assenti a livello nazionale, si sviluppino e si consolidino.

La sfida del coinvolgimento delle comunità e le difficoltà della misurazione d’impatto

Secondo la prospettiva di Sergio, il coinvolgimento delle comunità nelle azioni per l’innovazione sociale non è retorica, bensì un lavoro tanto rilevante per garantire la pluralità di prospettive, quanto difficile poiché implica la dispersione l’investimento di molte energie sul territorio.

Rispetto alla misurazione d’impatto, Galasso individua alcune grandi difficoltà: in parte è difficile per chi è coinvolto direttamente nell’attività dell’impresa sociale investire ulteriori risorse ed energie nella misurazione dell’impatto prodotto; così come gli indicatori e le metodologie più conosciute, quali per esempio lo SROI, non risultano sempre convincenti.

Includi.MI è finanziato da Fondazione Cariplo e sostenuto dal Comune di Milano ed attuato da due gruppi di ricerca del Politecnico di Milano:
Design Policy Lab (Dipartimento di Design) e Tiresia (Dipartimento di Ingegneria Gestionale). Visita il nostro sito!

--

--

Design Policy Lab
IncludiMi

The Design Policy Lab is a research lab at the Design Department of the Politecnico di Milano.