Strategie condivise per una progettualità a lungo termine in supporto all’innovazione sociale

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4 min readOct 9, 2018

Marta Mainieri (Cohub) sottolinea la necessità di un pensiero sistemico a lungo termine, che possa valorizzare gli attori dell’ecosistema milanese e costruire collaborazioni utili per tutti.

Marta Mainieri

Marta è fondatrice dell’Associazione Collaboriamo e organizzatrice di Sharitaly, la prima manifestazione italiana sulla sharing economy. Attualmente gestisce Cohub, uno spazio fisico, ma anche virtuale, focalizzato sulle iniziative di sharing economy a Milano.

Come è nato Cohub
L’azione del Comune di Milano che ha originato Cohub aveva come obiettivo mettere a disposizione un locale in vicolo Calusca, affinché diventasse il punto di riferimento sull’economia collaborativa a Milano. Mainieri ritiene che ci fosse un “match perfetto” fra i propositi dell’azione e i valori dell’Associazione Collaboriamo, che da statuto ha l’obiettivo di diffondere l’economia collaborativa.

Nonostante la sua esperienza e background nel marketing digitale, Marta crede nell’importanza dei luoghi “analogici”, dove potersi incontrare per crescere le relazioni: il progetto offriva questa prospettiva, mettendo a disposizione uno spazio fisico che le persone potessero frequentare.

Vantaggi e limiti del progetto
La messa a disposizione di un punto fisico offre il vantaggio di “esserci”, di poter costruire relazioni con il territorio in maniera differente rispetto a come potrebbe avvenire nel digitale. Questo significa anche costruire nuove relazioni, per esempio con la Social Street di San Gottardo Meda Montegani, con il Distretto 5 Vie di Porta Genova o con gli abitanti dello stabile dove ha sede Cohub.

C’è poi l’opportunità di costruire dei momenti di riflessione, infatti a Cohub sono stati organizzati una serie di appuntamenti che hanno permesso di portare avanti il dibattito sui temi collegati allo spazio, con ospiti quali Ezio Manzini.

Ancora, la possibilità di ospitare soggetti con cui creare nuove collaborazioni è importante: Marta fa l’esempio di una start-up residente in Cohub, che è stata ospitata per capire se potessero esserci connessioni tra le due realtà, portando a moltissime occasioni di mutuo supporto. Marta è convinta che, se tale situazione potesse essere allargata ad altre start-up, lo spazio crescerebbe notevolmente.

Marta menziona infine le dimensioni ridotte del luogo, che influiscono anche in termini di sostenibilità economica non permettendo, per esempio, di trasformarlo in un co-working vero e proprio o di costruire un piccolo bar.

La necessità di una strategia di supporto all’innovazione sociale
Secondo Mainieri è necessaria una progettualità di più lungo periodo per far entrare in rete i vari luoghi supportati dal Comune di Milano, senza competizione, ma in una strategia di supporto reciproco.

Questo creerebbe un sistema di relazioni istituzionalizzate conferendo ai vari soggetti ruoli precisi, e permettendo a tutti di avere più visibilità a vantaggio di tutti.

Una strategia di rapporto a lungo termine con il Comune, dovrebbe essere applicata anche nei singoli spazi. Nel caso di Cohub, per esempio, era stato creato un comitato scientifico — al cui interno erano presenti soggetti quali DESIS, Università Cattolica, oltre agli altri due componenti dell’ATS (Fidia e Associazione Welcomepack) — che ha smesso di riunirsi dopo pochi incontri a causa delle elezioni comunali e dei conseguenti cambiamenti delle persone di riferimento.

“Una continuità, una progettualità condivisa, anche controllata [è necessaria per] fare un “avanzamento lavori”. Questo secondo me sarebbe stato importante per noi e per il Comune stesso, in modo da poter misurare i risultati”.

Marta sottolinea che Cohub ha prodotto dei report di valutazione, ma senza parametri condivisi non è possibile una misurazione degli obiettivi chiara, che sarebbe importante per tutte le parti in causa.

In più di un’occasione CoHub è stato coinvolto in progetti di ricerca, in network come “BoostInno” e in alcune study visit in altre città europee. Tuttavia, Marta definisce queste occasioni più come momenti di ascolto che di co-progettazione, e ritiene sarebbero necessari già nella fase di definizione degli obiettivi.

Secondo Marta non esistono ricette su chi debba essere coinvolto nel processo per il supporto all’innovazione sociale, ma è importante che le parti in causa “vadano tutte nella stessa direzione”, con ruoli precisi per ognuno. La rete degli innovatori sociali a Milano è stata già costruita dal Comune e potrebbe dare luogo ad una progettualità condivisa da “seguire e misurare”.

La misurazione d’impatto
Cohub non misura l’impatto sociale. Lo spazio fa un report delle attività una volta l’anno indicando quanti incontri, corsi, dibattiti e progetti ha svolto.

La misurazione d’impatto entrerà tuttavia nelle attività del progetto “Vivi Calusca”, recentemente vinto dall’Associazione Collaboriamo (insieme a DESIS e Università Cattolica, come proposta a un bando di Fondazione Cariplo) e che verrà implementato negli spazi di Cohub (l’obiettivo è creare relazioni con gli abitanti dello stabile dove ha sede per applicare logiche collaborative). Della misurazione si occuperà il Dipartimento di Sociologia Economica dell’Università Cattolica, attraverso la stesura di un questionario per mappare l’impatto dell’esperienza prima, durante e dopo, e coinvolgendo direttamente gli attori a cui è diretta l’azione.

Includi.MI è finanziato da Fondazione Cariplo e sostenuto dal Comune di Milano ed attuato da due gruppi di ricerca del Politecnico di Milano:
Design Policy Lab (Dipartimento di Design) e Tiresia (Dipartimento di Ingegneria Gestionale). Visita il nostro sito!

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The Design Policy Lab is a research lab at the Design Department of the Politecnico di Milano.