Verso la co-progettazione delle policy per l’impresa sociale

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4 min readOct 9, 2018

A partire dall’esperienza di WeMake e dal suo rapporto con l’amministrazione del Comune di Milano, Costantino Bongiorno delinea futuri sviluppi per la co-progettazione “non generalista” delle policy per l’impresa sociale.

Costantino Bongiorno

Costantino Bongiorno è co-fondatore di WeMake, un’impresa innovativa ed associazione con base a Milano che dal 2014 fornisce accesso a tecnologie dei fablab e formazione nell’ambito della manifattura digitale e tradizionale.

Misure di supporto ai makerspace/fablab della Città di Milano
WeMake ha avuto un ruolo privilegiato nelle misure per il sostegno dei fablab e makerspace del Comune di Milano, poiché attore coinvolto già in una serie di dialoghi preliminari alla pubblicazione del bando pubblico.

Costantino racconta che la motivazione principale della partecipazione sono state le misure d’incentivo economico: al tempo (2015) WeMake aveva da poco iniziato le sue attività e grazie a tali misure ha potuto fare investimenti o coprire spese sostenute in passato.

I principali limiti dell’azione, secondo Bongiorno, sono stati invece legati alle tempistiche. Infatti, rispetto ai primi dialoghi avvenuti tra WeMake e l’amministrazione sul tema fablab (2012), l’azione è stata messa in atto molto più tardi. I tempi sono stati un limite anche dal punto di vista finanziario, i rimborsi sono stati erogati dopo diversi mesi dalla conclusione delle attività.

Possibili miglioramenti per l’ecosistema dell’innovazione sociale
Parlando dei possibili miglioramenti per l’ecosistema dell’innovazione sociale a Milano, Costantino auspica che il Comune continui ad impegnarsi in azioni di “regia”, per esempio supportando le attività di networking tra stakeholder affinché i momenti di connessione diventino sempre più frequenti e strutturati.

In questo l’amministrazione potrebbe assumere un ruolo di “garante” presso istituzioni che hanno risorse economiche da investire, come per esempio l’amministrazione regionale o gli organismi di governo centrale.

Un esempio in questo senso è il coinvolgimento del Comune negli ultimi PON del MIUR , in cui si è impegnato a facilitare la relazione tra le scuole che avevano così l’opportunità di chiedere finanziamenti per specifiche attività, e il pool di fab lab milanesi, che offriva servizi e risorse per quelle stesse attività. In quel caso il Comune è stato anche garante presso il Ministero del dialogo e del lavoro congiunto tra questi due gruppi di soggetti.

Costantino sottolinea anche un’altra attività importante dell’amministrazione, vale a dire la valorizzazione dell’ecosistema dell’innovazione sociale attraverso pubblicazione di report e documenti dedicati. Queste azioni, oltre a dare visibilità ai soggetti coinvolti, hanno anche saputo riunire in maniera interessante temi e misure diverse — quali i co-working, fab lab, makerspace — permettendo di creare un’importante “massa critica”.

Il dialogo con l’amministrazione comunale
Il dialogo tra WeMake ed il Comune di Milano è avvenuto in diverse occasioni, tra cui alcune attivate appositamente da rappresentanti dell’amministrazione per mettere in contatto stakeholder diversi o per presentare nuove policy.

Ha lavorato in questa direzione e con l’obiettivo di far emergere una visione collettiva su determinate tematiche, l’assessorato di Cristina Tajani, per esempio tramite iniziative quali Manifattura 4.0 o in una serie di eventi di stampo culturale e civile, dove WeMake è stato coinvolto (questi hanno portato alla formazione dell’Associazione IN — INnovare X INcludere).

La partecipazione a Open Care, dove Comune e WeMake sono stati coinvolti come partner, ha poi offerto un’altra occasione di dialogo ricorrente sul tema delle nuove forme di assistenza sanitaria aperta e collaborativa.

Se dunque queste ed altre occasioni hanno creato le condizioni per un reciproco ascolto, che Costantino definisce necessario e fondamentale, c’è però ancora del lavoro da fare per tradurre il dialogo in un lavoro progettuale, andando verso un vero co-design delle policy.

Secondo Costantino, è necessario andare oltre un livello generale di riflessione, perché proprio nella realizzazione delle azioni possono emergere frizioni e visioni potenzialmente molto diverse.

“[…] Bisognerebbe capire se ci sono valori e direzioni comuni, ma anche se ci può essere coordinamento sulle attività […] è quando si scende nei particolari che si possono vedere dei punti di vista potenzialmente molto diversi.”

Partecipazione e misurazione per le policy d’innovazione sociale
Costantino non pensa ci sia una categoria che andrebbe coinvolta “a priori” nelle azioni di supporto all’innovazione sociale, poiché questo dipende dalle specificità dell’azione stessa, ma ci parla di come questo coinvolgimento dovrebbe svolgersi.

Secondo Costantino, un processo di co-design efficace deve unire sessioni dal vivo con un numero contenuto di partecipanti, con l’utilizzo di strumenti finalizzati a rendere aperto e trasparente il processo e coinvolgere in maniera asincrona un’audience più ampia.

Rispetto alla misurazione d’impatto, WeMake guarda con interesse al tema, ma non ha attualmente strumenti “formali” per attuarla, anche se un’analisi sull’impatto sociale delle proprie attività è obbligatorio in progetti su scala europea, quali Open Care.

Includi.MI è finanziato da Fondazione Cariplo e sostenuto dal Comune di Milano ed attuato da due gruppi di ricerca del Politecnico di Milano:
Design Policy Lab (Dipartimento di Design) e Tiresia (Dipartimento di Ingegneria Gestionale). Visita il nostro sito!

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The Design Policy Lab is a research lab at the Design Department of the Politecnico di Milano.