Facebook compie vent’anni: “Il gigante dei social non è destinato a scomparire”

La storia di Facebook dal 2004 a oggi raccontata da Nicoletta Vittadini, docente di Sociologia della Comunicazione e direttrice del Master in Digital Communications Specialist

Claudia Rebuzzini
Innovation Eye
5 min readMar 6, 2024

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di Aurora Loi e Claudia Rebuzzini

Nicoletta Vittadini (LinkedIn)

Nata nel 2004 per la comunità studentesca di Harvard, Facebook, oggi Meta, compie vent’anni. Tra scandali come Cambridge Analytica, acquisizioni di altri social media e innovazioni rivoluzionarie nell’ambito del metaverso, ci si chiede quale sarà il destino di questa piattaforma social.

Addentriamoci nel passato, presente e possibile futuro di Facebook insieme a Nicoletta Vittadini, docente di Sociologia della Comunicazione in Università Cattolica del Sacro Cuore e direttrice del Master in Digital Communications Specialist.

Oggi si contano circa 3 miliardi di utenti attivi su Facebook, ma quali sono state le motivazioni principali del suo successo?

Facebook si è evoluto ed è cambiato nel tempo, ma fin dall’inizio ha avuto due caratteristiche che lo hanno connotato e reso interessante. La prima caratteristica è la flessibilità; Facebook è nato come piattaforma per costruire relazioni sociali tra gli studenti di un’università, ma già nell’arco di un paio d’anni ha saputo intercettare le tendenze d’uso degli studenti e introdurre continue novità sulla base dell’utilizzo che ne veniva fatto. La seconda caratteristica è stata l’aver sviluppato un modello di business. Fin dall’inizio ai fondatori è stato chiaro che si trattasse di un’impresa commerciale che avesse bisogno di una relazione forte con le imprese e un’autonomia economica.

Nel 2004 nasce la prima versione del social media con il nome “The Facebook”. Quali furono i primi usi pensati per la piattaforma?

Facebook nasce nel 2004 come piattaforma di servizio per la comunità degli studenti di Harvard, con l’obiettivo di rendere più facile fare amicizia nella vita reale con le persone che non si conoscevano. La piattaforma nasce con profili statici puramente funzionali a sapere chi fossero gli altri studenti e a trovare persone con interessi simili per organizzare attività tradizionali di incontro nella vita fuori dallo schermo. L’idea fondante era la stessa su cui si basavano le altre piattaforme esistenti in quel periodo, cioè quella del networking, in grado di fornire degli strumenti a supporto delle attività di conoscenza tra utenti.

Il 14 maggio del 2008 Facebook viene predisposto per la lingua italiana; come è stato accolto in Italia e quali sono stati i primi usi?

L’arrivo di Facebook in Italia nel 2008 è un elemento che ha caratterizzato lo sviluppo delle altre piattaforme social, poiché è arrivato già come una piattaforma strutturata non più basata sul sistema di networking tra gli studenti di Harvard. È stato accolto come un social con una forte relazione con le imprese e che ospitava diverse tipologie di soggetti; per questo motivo ne è stato fatto un utilizzo trasversale alle diverse fasce generazionali, con un pubblico giovane, ma anche adulto. Facebook è arrivato in Italia in una fase già di consolidamento e molto presto sono entrate al suo interno anche aziende e istituzioni, come testate giornalistiche e partiti politici; per questo è diventata fin da subito una piattaforma in cui c’erano utenti comuni ma anche soggetti che comunicavano in un modo diverso dal racconto biografico.

Facebook ha risentito della nascita degli altri social media? E come mai ha deciso di acquistare, nel 2012, una piattaforma come Instagram e in seguito, nel 2014, una come WhatsApp?

Facebook ha dimostrato costante attenzione all’evoluzione dei social media, sia dal punto di vista del management che dello sviluppo tecnologico. Sebbene abbia raggiunto una posizione dominante, non si è mai adagiata su tale posizione. Invece, ha sempre monitorato attentamente gli sviluppi nel settore e ha prontamente integrato le nuove tecnologie e le tendenze emergenti rimanendo competitivo. Infatti, Facebook ha effettuato acquisizioni strategiche quando costruire internamente le stesse tecnologie sarebbe stato troppo dispendioso: ha acquistato WhatsApp e Instagram quando si è reso conto che non avrebbe potuto competere efficacemente con essi.

Nel 2018 lo scandalo Cambridge Analytica — Facebook ha provocato diverse discussioni; cosa è cambiato all’interno di Facebook dopo questo avvenimento e cosa è stato fatto per affrontarlo?

Ciò che ha subito un cambiamento fondamentale all’interno di Facebook è la sua stessa definizione. Fino al 2018, le dichiarazioni di Zuckerberg categorizzavano Facebook come una società tecnologica a supporto dell’interazione sociale. Tuttavia, le udienze seguenti allo scandalo di Cambridge Analytica hanno costretto Facebook a riconsiderare questa posizione. Zuckerberg infatti, è stato contestato per aspetti non strettamente legati alla tecnologia, ma riguardanti le regole di utilizzo dei dati e dei contenuti. Un cambiamento significativo è stato il calo della fiducia dei mercati finanziari in Facebook; le conseguenze si riflettono nel continuo sforzo della piattaforma nel riposizionarsi, incluso il recente orientamento verso Meta e il metaverso.

A proposito della virata verso il Metaverso e il cambio di nome nel 2021, cosa ha spinto Facebook a questo rebranding?

Il rebranding da Facebook a Meta è stato un tentativo di distaccare l’azienda da diversi problemi reputazionali, come quelli emersi dal caso Cambridge Analytica. Ci sono altri elementi da considerare, come il fatto che Facebook ha raggiunto un numero di utenti così elevato che il mercato potrebbe essere quasi saturo. Ciò significa che la crescita degli utenti è limitata e questo potrebbe essere un problema in termini di valutazione in Borsa, dove gli investimenti tendono a essere orientati verso aziende in crescita rapida. Questo rebranding punta sul Metaverso, un concetto che sta guadagnando sempre più attenzione, permettendo il posizionamento di Meta non più come un’azienda legata a una piattaforma ormai satura, ma come un’azienda che guarda al futuro e alle prospettive di crescita. Il nome “Meta” è abbastanza generico da consentire l’espansione in settori diversi dai social media, offrendo opportunità di reinvestimento con un maggiore potenziale di crescita.

Tenendo presente che oggi Facebook non viene considerato come un social per giovani, quali sono le prospettive future di sviluppo?

Facebook potrebbe non essere la piattaforma preferita dai giovani, ma ciò non significa che sia destinata a scomparire. Al contrario, continuerà a essere rilevante per i suoi utenti storici. Inoltre, stiamo assistendo a un’evoluzione delle piattaforme verso ciò che alcuni definiscono “tiktoktizzazione” o verticalizzazione, ovvero un maggiore orientamento verso l’intrattenimento e la diversificazione dei contenuti. Si tratta di un cambiamento guidato da social come TikTok, con radici più profonde nella diffusione di usi non sociali delle piattaforme, come la ricerca di contenuti per l’intrattenimento o di notizie. Questo scenario ci porta a prevedere un’ulteriore evoluzione di Facebook in questa direzione, pur rimanendo legato al networking. I social media non sono destinati a scomparire, ma stanno subendo una trasformazione significativa, adattandosi ed evolvendosi per rimanere rilevanti nel panorama digitale in continuo cambiamento.

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