Google e la minaccia dell’IA: integrare GeminiAI sulla ricerca e su YouTube potrebbe essere la risposta
L’opinione di Riccardo Guggiola, Founder GAMS Platform, piattaforma di e-learning specializzata in Digital Marketing, consulente informatico esperto di pubblicità per i media digitali e docente di Digital Media Basics al Master DCS presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Di Eleonora Cisini e Elena Franceschini
In un mondo dove l’innovazione tecnologica avanza a ritmi vertiginosi si sviluppa l’intelligenza artificiale (AI), facilmente fruibile attraverso numerose piattaforme e servizi.
Lanciato ufficialmente come prototipo il 30 novembre 2022, ChatGPT (GPT, acronimo di Generative Pretrained Transformer), è un’intelligenza artificiale in grado di supportare l’utente nelle sue attività e rispondere alle domande in modo facile e veloce.
Diventato in poco tempo argomento di discussione, oggi si parla di una possibile competizione tra questa intelligenza artificiale e i motori di ricerca, in particolare in relazione a Google.
ChatGPT potrebbe rappresentare una minaccia per Google? Ci siamo rivolte a Riccardo Guggiola, Founder GAMS Platform, una piattaforma di e-learning specializzata in Digital Marketing.
È notizia recente il licenziamento di 12000 dipendenti da parte di Google. È emerso come dietro a questa decisione ci sia la possibile minaccia competitiva di ChatGPT. Pensa che si tratti solo di allarmismo o di una reale problematica?
I layoff, quindi i licenziamenti, sono comuni nelle grandi aziende.
La holding di Google (Alphabet) deve fare riferimento alle concorrenti di mercato quindi i layoff posso verificarsi. Non si può parlare di crisi in quanto Google, nel 2023, ha fatto 86 miliardi di fatturato di cui 39,5 li ha investiti per la ricerca, mentre i restanti sono diversificati in altri business.
È innegabile che ChatGPT possa fare competizione a Google ma c’è anche una componente di allarmismo mediatico. All’interno dell’azienda i manager e le persone che pensano a livello strategico sono al corrente che, in base alle esigenze di mercato, è necessario eventualmente riassegnare i ruoli all’interno dell’azienda.
Le sembra che ci sia effettivamente una crescita nell’uso di ChatGPT in sostituzione dei motori di ricerca e in particolare di Google? Pensa che il pericolo di un possibile sorpasso di ChatGPT alle spese di Google sia reale?
Le abitudini delle persone cambiano, anche in base a quelle che sono le disponibilità rispetto al mercato. Adesso il 57% delle ricerche per acquistare un prodotto viene fatto direttamente su Amazon.
In Italia le ricerche si aggirano attorno al 92% di cui il 70% tramite browser Google, che quindi è ancora dominante.
ChatGPT risponde a domande diverse rispetto a quelle di Google quindi non si può ancora pensare all’uso di ChatGPT come motore di ricerca. ChatGPT fornisce un’informazione autogenerata e spunti che inevitabilmente l’utente dovrà approfondire su Google per avere un quadro più generale e quindi un aiuto maggiore. Le linee di business sono diverse in base alle esigenze di mercato. Al momento, la logica del B2C nell’utilizzo di ChatGPT è conversazionale, un supporto o uno spunto per svolgere determinati tasks, mentre su Google avviene una ricerca più focalizzata sul prodotto o sull’informazione specifica.
Gemini AI, sviluppata da Google, potrebbe essere una risposta efficace anche tenendo conto del fatto che integra diverse funzionalità in un unico Chatbot?
Fare una piattaforma per tante persone e al contempo efficace è un’impresa complessa ma che Google ci possa riuscire lo ha dimostrato in tantissime occasioni.
Ad esempio, YouTube è una piattaforma di successo, utilizzato in maniera trasversale da users di tutte le età in quanto suggerisce video personalizzati. Si parla di grandi cifre per Alphabet, 11 miliardi di dollari di guadagno.
Se Google integrasse GeminiAI sulla ricerca e su YouTube davvero le potenzialità potrebbero essere interessanti.
Come pensa che questa nuova tecnologia possa incidere e modificare le pratiche di Advertising Online?
Le metriche dell’ Advertising Online sono in continua evoluzione, dalle impression, quante volte si carica lo spazio pubblicitario in una pagina internet, siamo passati a misure più sofisticate che tengono in considerazione anche l’attention metric, che valuta quanto tempo l’utente dedica alla visualizzazione del contenuto. Nonostante la continua evoluzione di queste metriche, è improbabile che l’intelligenza artificiale sposterà l’asticella. Tuttavia, potrebbe offrire degli strumenti più persuasivi, in particolar modo in fase di testing.
Con l’AI il tradizionale A/B testing potrebbe essere ampliato a una gamma molto più ampia di varianti, che, in sinergia con il grande quantitativo di dati e analisi è in grado di esporre l’utente a messaggi pubblicitari personalizzati. Questo, dal punto di vista degli addetti al lavori, può aiutare, non solo ad ottimizzare il tempo, ma a creare campagne più efficaci e, conseguentemente, a incrementare i guadagni diminuendo la spesa.
Per concludere vorrei porle una domanda che riguarda alcuni recenti trend di ricerca che sembra si stiano affermando. Attualmente, infatti, ChatGPT sembra non essere l’unico concorrente di Google. Si è infatti osservato come si stia diffondendo la pratica di rivolgere le proprie domande a piattaforme che non sono nate per questo, come TikTok. Pensa che si tratti solo di un trend momentaneo o di nuove pratiche destinate ad affermarsi?
Per rispondere a questa domanda inizio con una premessa: ChatGPT sta raccogliendo investimenti per circa 7 miliardi di dollari, con gli Emirati Arabi come principale finanziatore. L’obiettivo è quello di investirli in semiconduttori e aumentare lo spazio computazionale hardware. Tale capitale conferisce a OpenAI un notevole vantaggio competitivo. Lo stesso vale per Google, che già possiede una grande quantità di capitale, che può investire nella parte infrastrutturale.
Tornando alla domanda, TikTok è un social interessante per la ricerca, si tratta di un nuovo trend. Tuttavia, bisogna sempre tenere in considerazione il bisogno della ricerca dell’utente. Inoltre, visti gli ingenti investimenti di Google nel Cloud, e di ChatGPT in semiconduttori, se TikTok vuole veramente diventare un competitor, non può tralasciare l’aspetto infrastrutturale hardware. In generale, potrebbero emergere nuovi concorrenti nel futuro, ma competere efficacemente diventerà sempre più difficile. Gli investimenti, come quelli di Google o ChatGPT, continuano a spingere l’asticella sempre più in alto, rendendo complesso, per un competitor, soddisfare il bisogno di ricerca.