Il Deepfake non è una fake news, è la cruda realtà

Otto lettere di cui molti avranno già sentito parlare, ma cosa sono davvero i Deepfake? Facciamo un po’ di chiarezza

Mariangela Fuoco
Innovation Eye
3 min readFeb 9, 2019

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Credits: Rivista Studio

La parola Deepfake, dal 2017, è diventata parte integrante del vocabolario in uso e sono ormai poche le persone che non sono ancora a conoscenza del significato di questo termine. Il Deepfake può essere definito una tecnica moderna di manipolazione attraverso l’uso di un’intelligenza artificiale che, tramite un particolare algoritmo, fonde, sostituisce o sovrappone altri volti e voci a quelli delle persone ritratte in un video già esistente, creandone un altro falso, che però appare come reale.

Il Deepfake è nato per la prima volta dalla Rete GAN (Generative adversarial network), una classe di algoritmi che inizialmente venivano usate nell'apprendimento automatico per la realizzazione di immagini per il design di interni. Successivamente, nel 2017, un utente anonimo ha pubblicato, nella community di Reddit video pornografici aventi come protagoniste alcune celebrità. Non si è trattato di un’operazione particolarmente complicata. Una volta impostato l’algoritmo, il programma per creare i Deepfake non ha bisogno di nessuna supervisione umana: sceglie le immagini dei volti da Google search o dai vari social media e poi li combina e sostituisce automaticamente ai volti già presenti nei video. In seguito a questo episodio, Reddit ha interrotto l’attività del forum e ha proibito la diffusione di porno fake. Ma i Deepfake sembrano inarrestabili: infatti il codice diventa “open source” e, quindi, disponibile a chiunque, anche grazie all’app FakeApp, attraverso cui, chi possiede un minimo di conoscenze informatiche può sostituire i volti all'interno dei video.

Ma perché produrre questi “Deepfake video”? Oltre a un intento puramente goliardico, uno degli obiettivi principali è certamente la manipolazione dell’informazione.

È davvero molto difficile distinguere un Deepfake video da un video che è stato girato realmente. Per questo motivo si tratta di un tipo di manipolazione molto sottile ma al contempo anche molto efficace e semplice da realizzare.

Questa tecnica può essere utilizzata per conferire maggiore verosimiglianza alle molte fake news che circolano in Rete alimentando quel clima di “disinformazione metodica e propaganda che distorce notizie e fatti veri sostituendo l’informazione con immagini e fonti false” (Maras et al., p.2–3 2018)

Chiunque al giorno d’oggi potrebbe produrre contenuti video di questo tipo senza il consenso delle persone coinvolte. Tra i casi più eclatanti di Deepfake ci sono stati quello della “first lady” Michelle Obama o dell’attrice Scarlett Johansson, che si sono viste entrambe coinvolte in un video pornografico in cui il loro volto era stato sovrapposto a quello di un’attrice che aveva dei lineamenti facciali molto simili ai loro. La stessa Johansson in un’intervista ha ammesso “che sia inutile una ricerca nel campo legale” soprattutto perché Internet è un vasto abisso che non si può controllare né domare. Al contrario di chi viola la privacy sul web, l’autore del Deepfake non è facilmente rintracciabile.

E come ci si può proteggere da questi furti di immagine? Purtroppo, come afferma la Johansson “nulla può impedire a qualcuno di tagliare e incollarla mia immagine o quella di qualcun altro e farla sembrare (…) realistica”. Su Internet non ci sono sostanzialmente regole specifiche: basta infatti pubblicare una semplice foto su Facebook o su Instagram per essere potenziali vittime di un Deepfake.

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