“Il metaverso non esiste ancora: Facebook vuole costruire una piattaforma futuristica”

Ci sono già mondi virtuali dove le persone interagiscono, ma ancora non è possibile muoversi liberamente tra più mondi. Ce lo spiega Francesco Di Credico professore del master DCS dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e strategy director dell’agenzia pubblicitaria LiveXtension

Vittoria Biasi
Innovation Eye
3 min readMar 9, 2023

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Francesco di Credico (LinkedIn)

Il metaverso viene immaginato come un nuovo mondo, ma a oggi possiamo dire che, di “metaverso” non esiste una definizione standard, per lo più ci si riferisce a un’evoluzione di internet della quale esistono diverse interpretazioni.

“Dobbiamo essere abbastanza sensibili a tutte quelle che sono le novità del settore e del mercato. Tutto quello che ultimamente stiamo esplorando come blockchain, intelligenza artificiale, realtà aumentata, ma anche i nuovi trend da esplorare per i social media, sono le novità più interessanti del metaverso. Ma si andrà a sviluppare nel corso dei prossimi anni perché, da quelle che sono le previsioni, avremo un completo sviluppo di queste tecnologie.” a parlare è Francesco Di Credico, professore di “Metaverso, realtà virtuale e intelligenza artificiale per le imprese” del master DCS dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e strategy director dell’agenzia pubblicitaria LiveXtension, si occupa di advertising e social media advertising, ci racconta le prospettive del Metaverso per il Marketing online, in particolar modo qual è il progetto di Meta e degli altri social media.

Quali opportunità e rischi vede nel progetto di Metaverso di Facebook-Meta?

Facebook vuole costruire una piattaforma futuristica: un ambiente online basato sulla realtà virtuale che crei uno standard per il metaverso in cui si può generare un business. Probabilmente, nel commercio di beni digitali nell’ecosistema, Facebook voglia mantenere una percentuale di circa il 50% su ogni transazione. Un’opportunità per Facebook, che avrà la possibilità di creare un business importante con transazioni per un bene virtuale che non impatteranno sull’economia reale, poichè si tratta di beni digitali prodotti in un ambiente virtuale. Ma ci sono anche dei rischi, che l’azienda sta già affrontando: grossi investimenti nel metaverso, che stanno trascinando verso il basso i profitti operativi portando l’azienda in crisi e a tagliare del personale. La strada è ancora lunga, bisogna aspettare e vedere come si evolverà e capire se ci potrebbero essere anche dei concorrenti per Facebook.

Come potrebbero evolversi i social media nella direzione del metaverso?

I social media sono il caposaldo del web 2.0 in cui l’utente non è solo un visualizzatore di contenuti ma ha cominciato a crearli e condividerli. Questa logica sicuramente non verrà eliminata dal web 3.0 ma cambierà. E’ probabile che le passeggiate nel metaverso e le transazioni di criptovalute prenderanno piede e andranno a sostituire il feed di Instagram ad esempio. Ma è un’ipotesi, quasi sicuramente però il metaverso renderà 3D la comunità online; il futuro dei social media è legato al futuro del metaverso e tutto ciò che amiamo e che odiamo dei social media sarà amplificato e intensificato.

Quali sono oggi gli altri metaversi più interessanti a suo avviso?

Esistono tanti mondi virtuali diversi attualmente: quelli a base di soli blockchain; esperienze 3D come Roblox; spazi virtuali aperti come Horizon Worlds. Il mercato dei giochi elettronici è quello che ha molto da guadagnare dal nuovo mondo virtuale perchè la community è giovane ed è interessata al virtuale: Fortnite è sicuramente uno dei più avvincenti. Ha già promosso concerti ed eventi di marca all’interno del suo mondo digitale, ad esempio nel caso della performance live di Travis Scott.

Oggi ci sono delle aziende che stanno già utilizzando il metaverso?

Chi ha grandi budget, sicuramente, può iniziare già delle sperimentazioni. Ad esempio, Nike o Gucci che hanno investito per creare ambienti digitali in cui i clienti possono interagire direttamente con i loro prodotti. Parliamo di aziende che hanno dei budget molto consistenti e che si possono rivolgere a un target più giovane che è più interessato al metaverso. Ma con i lockdown per Covid-19 anche piccole/medie aziende stanno testando piattaforme basate su avatar per il lavoro da remoto e ibrido.

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