Virtual Influencer

Francesca Migotto
Innovation Eye
Published in
2 min readMar 19, 2020

1 — Kenna, ultima trovata del brand di cosmetici Essence, è l’infuencer virtuale scelta dall'azienda per raggiungere e coinvolgere i clienti sulle piattaforme social aziendali. In soli 4 ore dall'uscita del primo post Instagram del 4 dicembre 2019, l’account della donna raggiunge 31 mila follower e scatena commenti e condivisioni online. Un po’ come ci aveva abituato Lil Miquela, la prima influencer virtuale, anche Kenna non si limita ad essere icona di stile, ma rappresenta la semplice ragazza della porta accanto che affronta problemi quotidiani, come mantenersi economicamente e cercare casa, e sostiene grandi temi sociali come quello dell’ambiente e dell’ecosistema. → Link

2 — Il 2020 si prospetta come l’anno degli influencer virtuali, oltre che della robotica e dell’intelligenza artificiale, trend in crescita già nel 2019. I dati raccolti dalla piattaforma di analisi social HypeAuditor parlano chiaro: gli avatar generati al computer eppure così incredibilmente realistici hanno un engagement rate 3 volte superiore a quello degli influencer reali. I più coinvolti sembrano essere i giovani dai 18 ai 24 anni perlopiù americani che amano trascorrere il tempo libero a seguire in diretta la vita delle loro star preferite. Ma non è tutto: i sondaggi riconfermano Lil Miquela, con 2 milioni di follower, l’influencer più seguita in rete. → Link

3 — In Cina spopola l’applicazione coreana Zepeto, che permette agli user di crearsi un avatar da customizzare come si vuole, e continua il successo degli influencer virtuali. Il fenomeno piace agli utenti del web quanto ai big brand orientali che sembrano più contenti nell’investire sul mercato virtuale che su quello tradizionale, meno impattante sul pubblico ed economicamente poco proficuo. Basti pensare che se una tipica campagna su WeChat, sistema di Instant Messaging, costa in media 0,10 euro a visualizzazione, un Influencer Virtuale quale After Party con 550 mila follower IG ne guadagnerebbe come minimo 5,2 mila. → Link

4 — Marine Serre, la designer di moda che unisce sportswear e haute couture in giro per il mondo, ha appena realizzato la campagna pubblicitaria in stile dark-horror per la collezione primavera-estate 2020. A fare discutere non è tanto lo scenario post-apocalittico dello spot quanto l’utilizzo di 4 figure computer-generated con pixel al post del corpo. Una scelta azzardata ma che racconta il desiderio della stilista di mescolare il confine tra realtà fisica e virtuale. Un confine molto più labile di quanto siamo abituati a pensare. → Link

5 — Anche la Malesia si lancia nel mercato degli influencer virtuali ma non senza dubbi e perplessità. Se da una parte infatti gli avanzamenti tecnologici e le conoscenze informatiche dell’Est del mondo hanno dato prova nel tempo di grandi innovazioni, molti potrebbero criticarne la poca somiglianza a figure reali e l’impossibilità di usarli quali modelli da cui trarne ispirazione. Tuttavia Instagram, la piattaforma social più seguita nel paese e che conta quasi 11 milioni di utenti, il 70% in più rispetto al 2016, non può che farci riflettere su come andranno davvero le cose. → Link

--

--