Realtà virtuale: difficile una crescita massiccia a breve nel mercato

L’impatto dei visori per la realtà virtuale nel mercato e nel marketing: prospettive sul futuro tra sfide e opportunità. Ne abbiamo parlato con Emanuele Soi, Senior Manager di Accenture Song, e Alessandro Perinotto, Senior Marketing Transformation Manager in Accenture Song

Miriam Cassani
Innovation Eye
4 min readMar 6, 2024

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di Miriam Cassani e Gianmarco D’Aloia

Immagine creata dagli autori di questo articolo con l’aiuto dell’AI (AI Art Generator — Create Art, Images & More | Leonardo AI)

Nel contesto del marketing digitale, l’accelerazione decisiva della Realtà Virtuale (RV) sta aprendo nuove frontiere e spingendo i limiti dell’esperienza del consumatore. Giganti del settore tecnologico, come Apple e Meta, hanno introdotto i propri visori per la RV suscitando l’interesse di marketer e innovatori. Emanuele Soi, Senior Manager di Accenture Song, e Alessandro Perinotto, Senior Marketing Transformation Manager in Accenture Song, condividono la propria opinione riguardo le prospettive di questo settore.

Foto fornite dagli intervistati (Linkedin)

Credete che potrà crescere a breve il mercato consumer dei visori, e in che misura?

Secondo noi nel breve periodo, visto lo scenario attuale, sarà difficile vedere una crescita massiccia nel mercato consumer dei visori, perché tutto dipende dagli applicativi e dai contenuti di questi device. Inoltre, i costi attualmente sono molto elevati, quindi il visore non è accessibile a tutti i consumatori, soprattutto ai giovani che potrebbero essere la categoria più interessata allo strumento. Il prezzo, ovviamente, continua a costituire una barriera significativa all’innovazione, come già avvenuto in passato con gli smartphone. Questi, ora meno costosi e più performanti dei visori, hanno affrontato inizialmente la concorrenza di dispositivi più competitivi ed economici. Crediamo inoltre che in futuro, quando i visori saranno più confortevoli da usare, ci sarà un aumento di utilizzo del device di questo tipo, ma fare previsioni di questo tipo è molto rischioso e affrettato in questo momento. A nostro parere, quando un dispositivo diventa così centrale da permettere di sostituire altri strumenti, come avviene attualmente con gli smartphone, gli utenti sono inclini a investire in tale dispositivo, in quanto ne riconoscono la validità e l’utilità.

Come esperti e professionisti, vi sentireste di consigliare a un vostro cliente di investire nel settore dei visori?

Prima di consigliare un investimento di marketing, è opportuno considerare attentamente se tale investimento sia in linea con gli obiettivi dell’industria di riferimento e le esigenze del suo target, oltre che analizzare il valore strategico che il nuovo dispositivo può offrire.

Lancio Apple: solo marketing o c’è anche una reale evoluzione?

A nostro parere dietro a questo lancio c’è una componente elevata di marketing, seppur in misura decisamente inferiore rispetto ai lanci di Google e Meta. È innegabile che Apple stia attualmente utilizzando il marketing come strumento per fare brand awareness e aumentare le vendite, ma è altrettanto evidente che l’azienda stia introducendo numerosi elementi interessanti sul mercato da poter studiare per capire la loro evoluzione nel tempo.

Come si differenziano i visori per la realtà virtuale di Apple e Meta in termini di funzionalità e specifiche tecniche, sono davvero assimilabili tra loro?

Noi crediamo che non siano assimilabili. Possiamo dire, se vogliamo provare a paragonarli attraverso un esempio visivo, che sono come una bellissima auto e un bellissimo motorino: stesso campo, ma prodotti diversi.

Riguardo alla filosofia di Apple sull’innovazione, potete dirci qualcosa in più, anche in riferimento alla storia dell’azienda

Apple è da sempre pioniera nell’innovazione tecnologica. Una delle mosse più significative è stata l’eliminazione del floppy disk dai personal computer. Questa strategia non solo ha dimostrato l’esattezza della visione di Apple, ma ha giocato un ruolo importante nel consolidare la fiducia dei consumatori. Storicamente, quando l’azienda si muove in una direzione, il resto del settore tende a seguire. Le loro innovazioni hanno il potenziale per diventare il nuovo standard “mainstream” nel mondo dei visori. Non possiamo ancora sapere con certezza quali saranno le applicazioni “mainstream” per i visori nel prossimo futuro, ma è chiaro che l’hardware subirà una significativa evoluzione.

Ci sono state esperienze simili ai visori in passato?

Google tra il 2013 e il 2017 investì molto sul prodotto Google Glass, con l’obbiettivo di essere il primo a presidiare quel territorio. L’esperimento non si rivelò di particolare successo perché i consumatori non identificarono il prodotto come una soluzione a loro reali necessità di quel momento.

Secondo voi ci sarà un’evoluzione delle piattaforme Commerce con l’utilizzo dei visori?

Tra qualche anno potrebbe essere sviluppato un oggetto notevolmente più leggero e utile rispetto agli attuali visori, capace di integrare elementi della realtà. Per quanto riguarda il settore del Commerce, al momento, è evidente che molte persone desiderino vivere l’esperienza nello store fisico piuttosto che fare tutto da casa.

In che modo l’Influencer marketing potrà avere impatto sull’acquisto dei visori?

Per quanto riguarda l’Influencer marketing, crediamo che ci saranno sempre persone che si sentiranno attratte dai personaggi VIP. Tuttavia, al momento, osserviamo che questo settore sembra funzionare particolarmente bene con gli influencer “non famosi”, poiché il pubblico pare fidarsi di più delle opinioni dei propri “pari”. Nel contesto dei visori, Apple non ha necessariamente bisogno di ricorrere agli influencer VIP, poiché il brand stesso è un influencer autorevole nel settore. La tecnologia e lo stile di vita rappresentano infatti due aspetti distinti. Gli influencer sono figure aspirazionali, simili a modelli o attori, mentre la tecnologia richiede una spiegazione e una narrazione per essere compresa e apprezzata dagli utenti. In sostanza, l’utente non acquista un prodotto solo perché lo vede indossato da un influencer, ma piuttosto perché l’influencer glielo ha presentato e spiegato.

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