L’Internazionalizzazione Rapita — Le PMI, Google ed i Socials | Export OK

Righetconsult
Internazionalizzazione delle Imprese
7 min readSep 17, 2017

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Postato il settembre 17, 2017

Nonostante vi siano fior di societa’ di consulenza — di internazionalizzazione o meno — che decantano i poteri miracolosi di internet per le PMI, quali sono le vere possibilita’ che ha una PMI di ottenere una buona visibilita’ su Google, Youtube, i socials piu’ noti, ecc? E allora, cosa dovrebbero fare le PMI, ma anche i bloggers, le piccole organizzazioni, le associazioni, ecc., per raggiungere clienti ed utenti?

L’internazionalizzazione rapita — Le PMI, Google e i socials

Posto che anch’io uso molto internet ed i social networks — perche’ obiettivamente non se ne puo’ fare a meno quando si parla di export e di imprese in generale — qual’e’ la probabilita’, per una PMI, di ottenere una buona visibilita’?

Ve lo dico io: dopo le ultime novita’ e nuove policies, ad esempio di Google e YouTube, e visto cosa accade su Facebook e LinkedIn, molto bassa. A meno di fare i salti mortali, ovviamente. Ed i salti mortali non solo comportano tempo e spese, ma non e’ detto che siano sufficienti.

Internet e’ ormai fondamentale per qualunque cosa, anche per l’internazionalizzazione delle PMI. E Google?

ALCUNI CASE STUDIES — GOOGLE E YOUTUBE

Gestisco varie realta’, per tutto cio’ che serve ad un’azienda od a un’organizzazione per avere una presenza adeguata su internet. Per ovvi motivi, l’unica che nominero’ sara’ quella di Export OK.

Cominciamo da Export OK, quindi:

  • A meta’ luglio, o giu’ di li’, Google comunica che cambia il resoconto delle statistiche. Google si premura di fare sapere che non cambia la sostanza e/o il posizionamento.
  • Nel giro di pochi giorni, vedo le statistiche (anche quelle di WordPress) precipitare: non solo non arriva praticamente piu’ niente via ricerca Google, ma pure le impressions vanno quasi a zero
  • Ancora oggi, vi sono oscillazioni assurde nella posizione di ricerca — dalle prime posizioni a decine di posizioni in giu’
  • Anche tenendo conto della posizione, non mi torna un numero di impressions cosi’ basso
Un consulente di internazionalizzazione non puo’ fare a meno di chiedersi cosa sta accadendo con Google e YouTube
  • Noto uno sconvolgimento nelle posizioni dei vari siti nella prima pagina dei risultati della ricerca Google
  • Allo stesso tempo (per ovvi motivi, non specifico per quali termini), una nota e grossa societa’ di consulenza per l’internazionalizzazione — quindi non un blog, ma commerciale al 100% — non si schioda dall’eterna prima posizione
  • La pagina in questione si discosta da tutte le regole auree che i blogger sanno che dovrebbero rispettare per avere una possibilita’ di apparire nella prima pagina di ricerca: tale pagina ha contenuti al minimo, non sembrerebbe essere aggiornata, ecc.

Giusto per fare capire che di SEO ne so qualcosa: per alcune ricerche, compresa quella citata, il blog Export OK appariva in prima pagina — in un caso addirittura in prima posizione.

Ma veniamo a Youtube, che fa parte di Google:

  • Un bel giorno YouTube non mi lascia piu’ inserire le cards (con link ai siti autorizzati) asserendo che il mio tipo di account non e’ autorizzato
  • Nessuna informazione dalle pagine ufficiali Google o dei gruppi di discussione ufficiali
E’ possibile fare una consulenza di internazionalizzazione per una PMI affidandosi esclusivamente a Google per una presenza su internet?
  • Dopo qualche giorno, su un gruppo Google si sa la verita’ dopo decine di lamentele: e’ la nuova policy di YouTube, una policy che secondo molti “uccide” le PMI ed i canali medio-piccoli
  • La nuova policy di YouTube viene giustificata con un controllo ulteriore che verra’ affettuato quando il canale raggiungera’ le condizioni — compresa la monetizzazione
  • Contemporaneamente, grossi canali che esprimono posizioni di tipo conservative — e parliamo anche di un membro del congresso USA — si vedono togliere la monetizzazione perche’ a YouTube non piace il contenuto. Non parliamo delle lamentele di persone — non importa la dimensione del canale — che si sono viste limitate in tanti modi
  • In questo caso penso che la giustificazione ufficiale sia quella veritiera: le posizioni extra-liberal di Google sono note. Altrettanto ovvio che Google non poteva non sapere le conseguenze su bloggers e PMI, ma si tratta di soggetti deboli — e poi diciamocela, i bloggers hanno spesso la cattiva abitudine di dire cose fuori dal coro.
Le societa’ di consulenza per l’internazionalizzazione ed i socials — bisogna trovare nuove vie

LE PMI, I SOCIALS E GOOGLE

Ultimamente, la diffusione dei miei post aziendali su LinkedIn ha subito un calo notevole — anche quando li condivido. Contemporaneamente, sul mio feed continuo ad essere innondato di pubblicita’ “bruta”.

Ma vediamo di analizzare la situazione:

  • Google Plus e’ stato rivisto: dopo l’eliminazione, ancora l’anno scorso, della funzione webinar — sostituita da un “surrogato” su YouTube — vi sono tantissime limitazioni a quello che si puo’ fare
  • Facebook e’ ben noto per i suoi tentativi di “colpire” le fake news — peccato che fake news sembri quasi sinonimo di fonte alternativa e/o non proveniente da testate giornalistiche od assimilabili
  • Fatto sta, che la PMI che vuole trasmettere un messaggio commerciale su Facebook sa che dovra’ probabilmente pagare. Altre organizzazioni — parlo per esperienza diretta — devono fare i salti mortali e, comunque, ogni due per tre ricevono pubblicita’ Facebook: paga e vedrai i miracoli
  • A suo tempo ho sperimentato la pubblicita’ su Facebook: per ovvi motivi, non mi esprimo pubblicamente — e non parlo solo dei risultati ma di quanto ho potuto verificare con dati sperimentali
  • Google? E’ evidente che le possibilita’ per la PMI di apparire senza investire in AdWords sono sempre piu’ esigue
  • Prima che decine di societa’ di consulenza si buttassero sull’internazionalizzazione — dove fossero prima non l’ho mai ben capito — usavo AdWords: con pochi soldi al giorno, ottenevo ottimi risultati. Adesso non mi sogno nemmeno di competere: troppa gente e, comunque, non credo che una qualunque PMI possa sostenere simili spese a lungo.
Internet e’ molto di piu’ di Google ed alcuni socials — tempo che le societa’ di consulenza di internazionalizzazione ne prendano atto

E LE PMI? E LE SOCIETA DI CONSULENZA?

Onestamente, non penso che valga la pena spendere un solo soldo in pubblicita’ su Google e sui socials — non quando si parla di export ed internazionalizzazione.

So che alcune societa’ di consulenza — di internazionalizzazione o meno — continuano a decantare i socials e Google come la soluzione miracolosa. Forse lo sono, ma a quale costo?

Si possono ancora fare molte cose, ma queste cose richiedono modifiche continue a cosa e come si posta — ad esempio, adesso su Facebook vanno meno forte fotografie e video, anche se postati direttamente su Facebook, in favore di altre forme di post — e questo richiede una grande quantita’ di tempo.

Tanti si lamentano ormai sia di Google (YouTube compreso) che dei principali socials; contemporaneamente, tutti gli escamotage vengono rilevati e resi irrilevanti. Tali lamentele riguardano, soprattutto per le ricerche tramite browser Google e Facebook, anche gli utenti: l’utente medio e’ sempre piu’ scontento.

L’alternativa?

Tornando all’esempio di Export OK, le ricerche fatte con browsers diversi da Google danno ben altri risultati — la prima posizione o comunque la prima pagina sono comuni. Altri socials — ad esempio Tumblr, che si sta diffondendo tra i giovani — sono estremamente superiori a Facebook ed hanno delle possibilita’ molto interessanti.

Vi sono vari social networks perfetti per l’internazionalizzazione delle PMI in settori specifici — ma tanti si buttano sui soliti socials

E’ TEMPO PER LE PMI DI PRENDERE IN MANO LA SITUAZIONE

Forse e’ il momento che le PMI comincino a fare internazionalizzazione su internet — come fanno in quasi tutto le vere PMI: cercando alternative che non mirino alle grande aziende, cerchando il browser ed il social di nicchia e/o al momento poco conosciuto in Italia e dintorni.

Ricordate, care PMI: la stragrande maggioranza di siti, pagine, articoli e quant’altro non e’ prodotta dalle grandi aziende — e’ prodotta da voi, da bloggers, ecc.

Gli utenti vi vogliono trovare. Se le PMI cominciano a concentrarsi su socials e browsers alternativi, le cose cambieranno anche per l’internazionalizzazione.
Ma … e le societa’ di consulenza?

Direi che e’ tempo che alcune facciano il loro lavoro — non esistono solo Google, Facebook ed i soliti — e comincino a pensare alle alternative, a creare le condizioni che permettano alle PMI di trarre profitto dall’utilizzo di browswers e socials alternativi.

E le societa’ di internazionalizzazione?

Le societa’ di internazionalizzazione che seguono le PMI devono tirare fuori i denti per dare alle imprese lo spazio su internet che e’ loro negato

Forse e’ ora che si ricordino che se non ci sono i mezzi — per le PMI — si devono studiare le strategie adeguate e creare e/o adattare i mezzi.

Non la sto facendo semplice, se cade la domanda va a fondo l’offerta. Se le PMI e le altre piccole realta’ — bloggers, piccole organizzazioni, associazioni, ecc. — si alleassero e facessero sapere cosa sta accadendo agli utenti (visti i numeri, basterebbero pochi post), i grandi rulers di internet non sarebbero piu’ gli arbitri assoluti del futuro delle PMI e di tante organizzazioni.

Ricordatevi, care PMI, che con Google, Facebook e quant’altro andra’ sempre peggio: le loro posizioni in merito sono ben note. D’altronde sono evidentemente “invischiati” nella “politica” fin sopra i capelli — che c’entra la politica col business?

Fare internazionalizzazione su internet si puo’, ma le imprese devono prendere la situazione in mano.

Ps: questo articolo contiene molta ironia.

Originally published at exportok.com on September 17, 2017.

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