Agosto golden age

CoseCheNonEsistono
inutile
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3 min readAug 9, 2016
Ad agosto c’è tutto il tempo che vogliamo, no?

Ho visto il mio primo film di fantascienza attorno ai 5 anni: era decisamente troppo presto. Ma in casa si era convinti fosse una tappa decisiva, un tipo particolare di svezzamento a cui dovevo andare incontro. Per cui: latte, plasmon, omogeneizzato di agnello, pastina col brodino, Alien di Ridley Scott ed ecco fatta la donna che sta scrivendo in questo momento.

Alla fantascienza in letteratura sono arrivata molto più tardi — aggiungete parecchie “o” alla prima presente in “molto” — e scegliendo alla rinfusa tra grandi classici e autori più moderni. Sarei tentata di dire una banalità: che il cinema era più facile, lì pronto a venirmi addosso con gli effetti speciali e l’outer space in computer grafica — droghe pesantissime somministrate in età prescolare — mentre immaginarmi queste cose da sola non aveva grande appeal. Probabile, soprattutto se fantascienza = navicelle spaziali + alieni + robottoni.

Avanti veloce. Nei primi anni 2000 mi ritrovo per le mani i dvd di Ai confini della realtàThe twilight zone, la serie classica trasmessa a cavallo tra gli anni ’50 e ’60. Guardavo gli episodi e dicevo: «Che strana fantascienza». Ed era sì strana: divertente ma anche pacata, malinconica, con i suoi interrogativi sulla natura umana messi in scena in maniera tanto meno spettacolare ma dalla sostanza decisamente più brutale. Mi faceva quasi più paura essere trattata così che essere solleticata da tagline tipo «Nello spazio nessuno può sentirti urlare».

Lo storico episodio Time enough at last racconta la storia dell’ultimo uomo sulla terra. Ha a disposizione migliaia di libri da leggere ma, all’ultimo minuto, gli si rompono gli occhiali: niente ha mai scatenato riflessioni così profonde in una miope grave come me.

Sono diventata amica della fantascienza in letteratura — del suo andamento, dei suoi interrogativi — grazie alla fantascienza classica in tv — senza navicelle, senza esplosioni. Con i paradossi e gli eccessi che può concedersi una narrazione fantascientifica nascono le storie migliori. Quelle che si spingono oltre, quelle che ti fanno pensare un minuto in più, facendoti anche divertire.

Quindi, dato che le ferie ci piacciono ma le belle storie ci piacciono di più, per tutto agosto e un pezzetto di settembre pubblichiamo sul sito un mucchio di fantascienza, per seguire quell’idea che in estate ci si debba svagare un po’, prima di tornare a Dostoevskij in autunno. I nostri super-traduttori hanno lavorato su racconti degli anni ’50 e ’60, gli anni d’oro della fantascienza (e senza l’aiuto del Cylon Prof non saremmo riusciti a fare niente), ma mercoledì 10 agosto l’inizio sarà tutto italiano, perché anche qui da noi c’è gente che sa scrivere — molto bene — cose dell’altro mondo.

Restate nei paraggi.

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