Pastrengo, l’intervista vera

Matteo Scandolin
inutile
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4 min readOct 17, 2016

Faccio inutile e bazzico il mondo delle riviste da almeno dieci anni (ci sono stati esperimenti di rivista che risalgono al 1998, per me, ma per fortuna non se ne ricorda nessuno). Nel corso degli anni ho visto le riviste più disparate, e soprattutto: i rivistaroli più disparati. Molti iniziano e finiscono, così, come molti di noi hanno suonato uno strumento per un paio d’anni. Alcuni usano la rivista come trampolino per una carriera diversa, e poi nemmeno la citano nelle note biografiche in calce ai libri (perché? È un rifiuto, ormai? Una delusione? Un’esperienza ininfluente? Parliamone). Poi ci sono quelli come Francesco Sparacino e Michele Turazzi, che partono da riviste (Colla, nel caso di Francesco; Follelfo e La balena bianca, Michele) e s’inventano un mestiere attorno a queste. Loro han fondato Pastrengo, agenzia letteraria + rivista letteraria. L’agenzia fa l’agenzia, la rivista pubblica soltanto racconti con meno di 2500 battute. Hanno annunciato il progetto da poco, hanno già tre autori rappresentati, e le interviste che sono uscite finora secondo me non avevano ancora colto l’essenza del progetto, né dei progettisti. Allora ho deciso di mettere a frutto la nostra amicizia (che risale come minimo a un finale di settembre fiorentino del 2009), e ho realizzato la migliore intervista al duo di Pastrengo che potrete mai leggere. Le regole sono semplici: ho fatto loro delle domande, per sondare la profondità della loro passione, delle loro tecniche, della loro consapevolezza; loro hanno risposto senza pensarci troppo, bùm bùm.

(A testimonianza della professionalità di noi tre: abbiamo fatto l’intervista per email nel giro di poche ore. Nessuno di noi ha inserito un doppio spazio, sbagliando a digitare. Il refuso più cocente l’ho fatto io nella terza domanda. Per dire.)

Qual è il vostro film preferito?

MICHELE: Seven di David Fincher (1995).
FRANCESCO: Ah, non avevo capito che fosse così subito bum bum. Nell’indecisione, dico banalmente Il grande Lebowski.

Abbiamo forse tempo da perdere?
Canzone preferita? Non dev’essere per forza del gruppo preferito, perché quello ve lo chiedo dopo.

FRANCESCO: Fine di una relazione (Diaframma).
MICHELE: Come canzone potrei buttare là un Black — Pearl Jam. (Se mi chiedessi l’album preferito sarebbe però tutta un’altra storia…)

Perfetto adesso anziché chiedervi l’album preferito vi chiedo l’artista preferito dell’anno 1997. Cioè qualcuno che ha fatto un disco o una canzone quell’anno e voi non potete pensare al 1997 senza quella canzone. O disco.

MICHELE: Ok Computer — Radiohead.

Quindi Radiohead.

FRANCESCO: Blur.

Vi chiama Paperino. Vi dice che ha un memoir della madonna. Vuole che lo aiutiate a trovare un editore. Ma sapete che sarà molto difficile che qualcuno vi ascolti, tutti saranno preoccupati dalle possibili ritorsioni di Paperon De’ Paperoni. Che fate? Come glielo spiegate?

FRANCESCO: Esattamente come l’hai messa giù tu, con estrema franchezza. In ogni caso se il memoir mi piace molto lo prendo a prescindere.
MICHELE: Gli dico che quando si ha a che fare con personaggi potenti come Paperon De’ Paperoni le difficoltà nel trovare un editore aumentano a causa delle pressioni politiche, ma aggiungo anche che per ogni editore spaventato da Paperone ce ne sarà sempre uno dalla parte di Rockerduck. Ecco, come prima cosa forse telefonerei a Rockerduck.

Un libro che è uscito di recente e che vi fa pensare accidenti, avrei voluto scriverlo io!

MICHELE: Se valgono anche le graphic novel dico Sputa tre volte di Davide Reviati.

Vale tutto.

FRANCESCO: Recente, non recentissimo. XXI Secolo, Paolo Zardi (Neo)

Come vedete Pastrengo nel gennaio del 2018?

FRANCESCO: È un futuro davvero prossimo. Senza immaginare cose impossibili, credo che inizieremo a vedere i primi frutti del lavoro svolto. Avremo un po’ di autori in più in cui crediamo molto, avremo consolidato i rapporti con vari editori, avremo cominciato a guardare con interesse al mercato estero. Per quello che è stato finora il nostro percorso editoriale, non abbiamo avuto a che fare direttamente con la narrativa per ragazzi: da qui a gennaio 2018 un obiettivo è sicuramente quello di recuperare tutto il tempo perso.
Per il resto, riceveremo molte più email di quante non ne arrivino già adesso (aiuto!) e sono sicuro che con la formula delle 2500 battute adottata per la rivista ci toglieremo molte soddisfazioni.
MICHELE: Questa è una domanda difficile. Sai bene che non sono uno che si lascia facilmente andare a voli pindarici, quindi ti dico: un paio di nostri autori in libreria, una decina di scrittori rappresentati, un rapporto consolidato con tutti gli editori e, nel complesso, una gestione del lavoro ben oliata e organizzata. E poi entusiasmo, lo stesso che ci anima ora.

Difficile ma pragmatica e sincera. Come questa intervista. Grazie.

FRANCESCO: Ma già finito? Io volevo dire che il mio autore preferito di sempre è Alessandro Romeo.
MICHELE: Scandolin ci abbandona sul più bello, proprio quando mi iniziavo a scaldare.
FRANCESCO: Ma soprattutto devo rettificare la prima risposta, se me lo permetti. Sicuramente Il grande Lebowski è tra i miei film preferiti, come altri dei Coen, di Wes Anderson e di Tarantino, tra i quali tiro a caso se devo sceglierne uno. Però (e mi sono tolto il dubbio chiedendo a Irene secondo lei qual è il mio film preferito), sopra qualsiasi cosa c’è un film scemo che ogni volta che becco in tv mi intrappola. E il film è: Il segreto del mio successo (regia di Herbert Ross, ma l’importante è che c’è Michael J. Fox, 1987).

Un modello di vita. Hm. Forse no.

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Matteo Scandolin
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Fondatore di @inutileIT, co-fondatore di Querty. Riviste & podcast.