Poi chissà chi lo può dire dove andremo mai a finire

È passato tanto tempo / però io c’ho tutto dentro

inutile
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2 min readJul 18, 2016

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Chi l’avrebbe mai detto che avrei iniziato un pezzo su inutile citando gli 883? (Spoiler: per chi mi conosce, è tutt’altro che una sorpresa.)

Però è vero, è passato tanto tempo dall’ultima volta che abbiamo pubblicato qualcosa. Al solito, la vita s’è messa in mezzo e le risorse si sono assottigliate sempre più. Quando a ottobre scorso dicevo che mi facevo da parte ma per inutile ci sarei sempre stato (e anzi: dietro le quinte ho continuato a progettare cose), ero sincero: e infatti da un paio di settimane son tornato a vestire i panni che avevo ceduto. Per questioni sue personali, che capisco perfettamente, Nicolò ha dovuto fare un passo indietro, e ora rieccomi qui a fare la rivista che ho contribuito a fondare e che ho portato avanti per tanti anni.

A dire la verità sono contento di farlo: come dicevo a ottobre, sono convinto che

lo stile di inutile, ovvero fare cultura in maniera semplice, all’opposto della cattedra, lontano dall’illuminazione forzata e salvifica della cultura che in giro c’è ancora, e allo stesso tempo farlo con serietà e con il massimo della professionalità che un passatempo ti permette, sono e sarò convinto che di quest’anima di inutile ci sia ancora bisogno, soprattutto in Italia.

E nei prossimi mesi ti dimostreremo che qui a inutile facciamo sul serio. Col polleggio, ma seriamente. Continueremo a mantenere questa rivista concentrata sulla narrativa, italiana e straniera, anche se abbandoniamo per l’immediato futuro la pubblicazione in lingua inglese e spagnola: oltre a non aver mai pagato in termini di letture, non abbiamo le risorse necessarie a proseguire con la costanza che meriterebbero. Cercheremo di guarire uno dei nostri mali, non comunicare abbastanza quello che facciamo — d’altronde, avendo Tamara Viola che ci aiuta come si fa a non guarire? Torneremo a parlare di libri e di quello che ci sta intorno, con recensioni e articoli che verranno pubblicati qui, sul nostro profilo Medium. E finiremo finalmente di preparare l’annuale che aspetti da un anno, dannazione a noi e ai nostri ritardi.

A proposito di ritardi: sì, abbiamo la scusa di fare questa rivista e l’associazione e i diversi progetti solo nel nostro tempo libero. Se mi è concesso un attimo di vanità, visti i tempi e le risorse impiegate siamo bravi. Ma non abbastanza. La promessa per questa seconda metà del 2016, e dei prossimi mesi tutti, è di essere ancora più bravi. Di ridurre i ritardi clamorosi che hanno caratterizzato i nostri ultimi anni. E tornare a essere importanti, nelle vostre vite, come soltanto le cose inutili sanno essere.

Mercoledì 20 si ricomincia. Ci leggiamo tra poche ore.

Matteo Scandolin

Noi ci stiamo preparando.

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