Visto che la poesia è morta: una rubrica

PippoBalestra
inutile
Published in
2 min readFeb 3, 2018
Poesia, poesia / de’ proteggimi ovunque io sia.

Va bene, ok, lo sanno tutti: la poesia è morta.
Per un certo periodo si era sperato in una morte apparente ma qualcuno ha poi deciso che no, non era morte apparente, era proprio mortemorte.

La poesia, diceva questo qualcuno, è morta e stramorta, stramorta e stramortissima marcita decomposta con i vermi e tutto quanto.

Proprio per questo inutile ha deciso di dedicare una rubrica alla poesia e io (ciao!) che ultimamente mi sono trovato a calcare diversi palchi tra poetry slam e reading sparpagliati, ho deciso di prendermi questa responsabilità e proporvi mensilmente, due volte al mese, alcuni di questi bei rappresentanti di qualcosa che, forse, è un movimento, una corrente, un qualcosa, forse, chissà.

Ogni mese un poeta ci regalerà due sue poesie da leggere e, UDITEUDITE, schiacciando l’apposito tasto laggiù, appunto, uditeudite, da ascoltare.
Sì perché la poesia non è né morta né stramorta, al contrario, nel bel mezzo di questo turbinio di tecnologie in trasformazione, di stravolgimenti mediatici e di inaspettate derive sinaptiche, la poesia sta rinnovando la propria vitalità tornando a quella che è stata la sua forma originaria: la forma orale.
Un’oralità meno ancestrale, certo, un’oralità supportata da ottime connessioni wifi e telefoni utili a fare foto e video pieni di megapixel, sicuramente, ma nel caso di questi poeti che vi presenteremo si parla anche di un’oralità che si manifesta spesso nei bar e nei teatri, un’oralità che porta in giro il corpo ed è abituata a incontrare un pubblico sempre più vivo e attento, complice anche l’allenamento all’ascolto dato dalla recente e furente ondata di poetry slam, ad esempio.
Avremo quindi modo di leggere e ascoltare i poeti stessi che declamano o, ancor meglio, più semplicemente, leggono ad alta voce la loro poesia.

Vi auguriamo quindi un buon uso degli occhi e degli orecchi affinché il cervello e il cuore ne possano godere, a partire da domenica prossima, ogni due settimane.
Ok?
Ciao!

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