La più bella storia ecologista

Marisandra Lizzi
Spazio delle Relazioni Umane
5 min readJun 16, 2024

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Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà di Luis Sepúlveda

Alla pesca della Festa d’Estate della IEXS, la spettacolare scuola di Riccardo, ho vinto un libro. Dovevo sceglierlo tra quelli disponibili in una cesta e subito il mio sguardo è caduto sull’immagine di un cucciolo di pastore tedesco con un orecchio su e uno giù. Era identico all’immagine del cagnolino che in una foto su Internet ha fatto innamorare Riccardo. Era sabato 28 maggio 2022, tornavamo dall’Agriturismo Colleoni, dove si era sposata la nostra amata cugina Francesca. Riccardo ha detto con una sicurezza assoluta: “Mamma, papà, questo è il nostro cane!”.
Io non faccio testo in questi casi, quindi ci è voluta tutta la flemma di Mauro per far ragionare Riccardo, ha iniziato a elencare razionalmente tutte le sagge ragioni per cui la sua affermazione poteva sembrare decisamente troppo azzardata: “Prima cosa, non sappiamo se è disponibile, poi magari è un maschio e quindi non andrebbe d’accordo con Igor e quindi niente da fare, se vive lontano non possiamo di certo andare a prenderlo, se prendiamo un cane magari ti distrai e a scuola non studi più con la dedizione necessaria per dare l’esame di recupero del primo anno, se … se … se …” Mauro è andato avanti con la sua encomiabile razionalità, ma in cuor mio sentivo che Riccardo aveva ragione. Quello sarebbe diventato il nostro cane.

La foto che ha fatto innamorare Riccardo. E non solo lui.

Lunedì 30 maggio abbiamo chiamato il numero di telefono dell’annuncio e il piccolo cane della foto rispettava tutti i requisiti, era disponibile, ultimo della cucciolata, era una femmina, quindi nessun problema con Igor, era abbastanza vicino perché viveva con i genitori, due pastori tedeschi bellissimi, a Magenta, quanto all’esame di prima e seconda liceo, Riccardo ha proposto a Mauro un contratto in cui si impegnava su tutta la linea a considerare la scuola con lo stesso impegno del tennis e così è stato da allora a oggi senza soluzione di continuità.

Il 2 giugno 2022 eravamo a Magenta a prendere il cane che avrebbe rivoluzionato le nostre vite e anche allietato gli ultimi mesi di vita di Igor, ma non è la storia di Raya quella di cui volevo scrivere oggi.

Tornando alla IEXS che è presente sullo sfondo di entrambe le storie, ho scelto il piccolo libricino azzurro di Luis Sepúlveda “Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà”. L’ho tenuto in borsa tanto tempo fino a questa mattina quando ho finalmente deciso di aprirlo.

L’ho letto tutto d’un fiato con Raya accucciata ai miei piedi. È stata un’esperienza totalizzante, quasi mistica, un viaggio nella mente di Aufman che nella lingua della Gente della Terra significa leale e fedele.

Sentivo davvero i profumi “di legna secca, di farina e di mele”, sentivo anche io l’odore della paura e quello della tristezza, distinguevo anche io le emozioni attraverso l’olfatto. Sentivo la gioia estatica della gratitudine, dell’amore, della bellezza di essere connessi alla Terra.

“L’aria mi porta anche, molto leggero, l’odore del fuggiasco, ma quello sa d’altro, sa di legna secca, di farina e di mele, sa di tutto quello che ho perduto.”

Ho amato ogni singola parola, sia quelle in italiano sia in quelle in lingua indios. Quando, tra le lacrime, sono arrivata all’ultima parola, ho notato che Raya mi osservava stupita. Non mi aveva mai visto piangere leggendo parole. Era come se capisse che quelle parlavano di lei. Sentiva l’odore della mia gioia estatica. Non era la prima volta che mi vedeva piangere, ma sembrava comprendere che quella volta era come se piangessi per lei, un pastore tedesco entrato nella nostra vita per insegnarci l’amore incondizionato e la fedeltà.

La più bella storia ecologista che abbia mai letto che in un linguaggio poetico dettato dal pensiero di Aufman, il cane leale e fedele, traccia un quadro chiarissimo delle differenze culturali tra la Gente della Terra e coloro che Gente della Terra non sono. Ossia noi con la nostra cultura occidentale dettata da una fredda e irriconoscente voracità. Un libro che offre in pochissime pagine le migliori soluzioni alla crisi climatica che abbia mai letto. Basterebbe tornare a imparare dalla Gente della Terra, basterebbe tornare a connettersi con la Natura, esserle grati per i suoi doni, vivere senza l’odore costante della paura, alimentarsi con rispetto e gratitudine, vivere senza voracità, amando chi ci ama, essendo leali e fedeli. Proprio come Aufman.

“Durante l’estate uscivamo con il vecchio per rallegrare i ruscelli e le cascate, per rallegrare il bosco e i suoi sentieri, i pesci e gli uccelli, per rallegrare tutto quello che vive nominandolo con gratitudine, perché i mapuche, la Gente della Terra, sanno che la natura si rallegra per la loro presenza, e l’unica cosa che chiede è che i suoi portenti vengano nominati con belle parole, con amore.”

Aukaman mi guarda negli occhi. C’è fiducia nel suo sguardo, sa che non lo abbandonerò e che nella mia testa di cane c’è un’idea che posso spiegare solo coi miei gesti e movimenti canini, perché al principio dei tempi il Ngunemapu ha disposto che gli animali e gli uomini non si capissero parlando ma attraverso i sentimenti espressi dal modo di guardare. Chi non coglie la tristezza negli occhi di kawell, il cavallo, che dopo essere stato domato sente ancora sotto gli zoccoli la libertà perduta? Chi non percepisce la pena nello sguardo di mansur, il bue legato al giogo e allontanato dalla prateria? Chi non avverte la propria piccolezza contemplando le pupille di manke, il condor, sovrano del cielo più alto?”

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Marisandra Lizzi
Spazio delle Relazioni Umane

Scrivere per migliorare il mondo, partendo dal mio e poi allargando il raggio parola dopo parola