Episodio 1 | Il funambolo

Marisandra Lizzi
l’età ibrida
Published in
4 min readSep 30, 2020

--

L’Età Ibrida
in collaborazione con
Elisa Lenci Botticella

La mattina del 7 agosto 1974 il cielo di New York era immerso in una polvere di nebbia, con nuvole lunghe e bianche all’orizzonte. Tra le due Torri Gemelle, proprio in mezzo al World Trade Center, era appena stato sistemato un cavo di 60 metri che vibrava a 1300 piedi sopra la strada, ma si vedeva appena. Su di esso, c’era un uomo vestito di nero. Teneva tra le mani una lunga asta di legno e aveva dato soltanto qualche passo incerto sul cavo, quando sul suo viso comparve un sorriso disteso.

AP Photo/Alan Welner

Tutti capirono istintivamente.

Quell’uomo ormai non pensava più come tutti gli altri uomini, quelli che stavano sulla terra, ma aveva appena cambiato elemento: quell’uomo aveva imparato a camminare sopra le nuvole, si stava finalmente librando liberamente nell’aria.

Inizia con questa immagine, quella del funambolo, il primo di sei incontri de L’età ibrida — Dialoghi per le imprese alla vigilia di una nuova era: un progetto di confronto organizzato dalla Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi e curato da Paolo Iabichino, che ho avuto la fortuna di moderare.

Come Philippe Petit nel cielo di New York, anche noi viviamo come sospesi, in un’epoca di transizione tra un modo di pensare antico (a volte addirittura antichissimo) e uno nuovo, leggero, molto spesso incorporeo e volatile. Un’epoca talmente strana che ancora non siamo stati in grado di battezzarla, se non con il termine ibrida: come a indicare quel miscuglio eterogeneo di modi di vivere diversi ma soprattutto di modi di lavorare sempre nuovi.

Proprio per mettere un po’ di ordine nel caos di questi tempi, questa serie di incontri si propone di far dialogare istituzioni, creativi e imprese innovative in un luogo sospeso nel tempo e nello spazio: il Palazzo Giureconsulti di Milano. Qui è nata la prima Borsa Valori della città, nel 1809, e qui oggi ha la sua sede la Camera di Commercio, la prima vera casa digitale d’Italia: proprio tra queste mura, infatti, nascono le riflessioni che le istituzioni portano alle imprese per affrontare il mondo dell’industria 4.0.

In questo primo incontro Paolo Iabichino, Direttore Creativo e co-fondatore dell’Osservatorio Civic Brands, ha dichiarato chiaramente la natura de L’età ibrida: “Non è il momento delle lezioni né dei dogmi. È il momento di analizzare, interpretare, capire, ascoltare, provare, sbagliare e riprovare, risbagliare e riprovare ancora. È così che si comporta un funambolo”. Insieme a noi, sono intervenute anche Elena Vasco, Segretario Generale della Camera di Commercio, e Roberta Cocco, Assessora alla Trasformazione Digitale e ai Servizi Civici del Comune di Milano.

Entrambe hanno espresso la necessità di riportare il Palazzo Giureconsulti alla sua vocazione, ovvero quella di fare impresa ascoltando prima di tutto gli imprenditori. Ma soprattutto entrambe ci hanno spiegato come, proprio in questi mesi così incerti, l’unico atteggiamento che ci potrà salvare sarà imparare velocemente dai nostri errori e correggere subito la traiettoria. Collaborare e non competere. Dialogare e non parlarsi addosso. Anche e innanzitutto tra Pubbliche Amministrazioni. L’ambizione è quella di avvicinare le piccole e medie imprese a una nuova cultura e a un nuovo modo di gestire i propri affari, provando a trasformare lo shock della pandemia in un’opportunità di cambiamento.

Non sarà facile, certo. Ma il cambiamento sarà epocale.

È intervenuto anche Angelo Larocca, Head of Behavioral Design di un’impresa innovativa che l’anno scorso ha vinto il premio top of the PID di Unioncamere, la Digital Attitude. Ed è proprio attorno all’attitude, all’atteggiamento che teniamo con la tecnologia, che si sviluppa la loro riflessione, rivoluzionaria nella sua semplicità: è necessario accompagnare i lavoratori nel percorso di adozione di nuove soluzioni tecnologiche perché queste ultime possano davvero operare come uno strumento abilitante. Il motivo è molto chiaro: lavorare meglio vuol dire anche e soprattutto vivere meglio.

E allora speriamo che questi incontri possano essere utili per tendere un filo tra il vecchio mondo e quello nuovo, e imparare ad attraversarlo senza paura di cadere. Per farlo, dovremo mettere in campo competenze antiche, ma anche tante altre che ancora non abbiamo usato, come la psicologia, la sociologia e la creatività, per citarne solo alcune. Cercheremo insieme nuovi modi di vivere, nuove abitudini. Se ci pensate, lo stiamo già facendo, solo che i cambiamenti sono ormai talmente rapidi che non riusciamo neppure a vederli.

Lasciamoci ispirare dalle parole del funambolo più indisciplinato del mondo, Philippe Petit, che nel suo suo Trattato di funambolismo scriveva: “Siete dei funamboli, non dovete restare a lungo senza le grandi altezze”.

Potete ascoltare integralmente il primo incontro qui:

Se, invece, volete seguire la prossima chiacchierata insieme a noi, vi basterà registrarvi a questo link.
L’iscrizione è gratuita. Prossimo appuntamento il 13 ottobre con Nicolò Andreula: #Phygital. Il nuovo marketing tra fisico e digitale.

Speriamo di tendere questo filo insieme a voi. E magari di riuscire persino a toccare le nuvole.

--

--

Marisandra Lizzi
l’età ibrida

Scrivere per migliorare il mondo, partendo dal mio e poi allargando il raggio parola dopo parola