54 anni di tradizione: Italia bestia nera della Germania.

Dal mondiale in Cile del 1962 la Germania non ha mai battuto l’Italia in competizione ufficiale, abbattendo questo spauracchio solo a Euro 2016, anche se ci sono voluti 18 rigori per accaparrarsi la vittoria.

Marco Bonadonna
Iride Magazine
10 min readJul 12, 2016

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Si può dire che nei 90 e nei 120 minuti la Germania non ci ha mai battuti e solo dopo 54 anni ha vinto per la prima volta ai rigori e, da tifosi, potremmo dire che una vittoria ai rigori non è una vittoria vera e propria.

Mondiali Cile 1962: Italia — Germania (0–0)

Primo scontro ufficiale, prima partita di girone: l’Italia affronta una favorita del torneo. Partita che già dimostrò le caratteristiche di queste due nazionali: Italia sicura in difesa e Germania molto sciolta sul versante offensivo. Pareggio che andava bene ad entrambe, viste le altre squadre del girone.

Il nostro capitano Lorenzo Buffon (cugino di secondo grado del nonno di Gigi Buffon) stringe la mano al capitano tedesco.

Mondiali Messico 1970: la partita del secolo (17/06/1970).

Italia — Germania (4–3)

Facchetti e Seeler si stringono la mano dopo essersi scambiati i gagliardetti.

La partita migliore della nazionale italiana, una partita storica. Un’Italia che all’inizio domina la partita trovando il gol dopo soli 8 minuti di gioco con Boninsegna. La solita difesa come un muro per il restante del tempo neutralizza l’attacco tedesco, che, solo all’ultimo minuto di recupero, riesce a trovare il gol con Schnellinger: il difensore lasciato solo in area trova la sua prima e unica rete in 47 presenze in nazionale. Partita che ai supplementari tocca il suo apice: 5 gol in 30 minuti e un vortice di emozioni. È la Germania a trovare il vantaggio: dopo un errore della difesa Gerhard Müller porta la sua nazionale sul 2–1. Ma l’Italia non molla e 4 minuti dopo trova il gol in maniera molto simile con Burgnich. L’Italia chiude il primo tempo supplementare in vantaggio dopo la grande giocata di Gigi Riva al limite dell’area con un tiro angolato. La partita sembrerebbe chiusa, ma, come tutti sappiamo, la Germania è la Germania, e al 110 minuto sempre Müller, sullo sviluppo di un’azione di calcio d’angolo, trova il gol con un’incornata a cui il portiere Albertosi non può opporsi e che Rivera appostato sul palo potrebbe, ma non riesce a intercettare. Inveisce Albertosi contro Rivera, silenzio degli altri compagni di squadra, Rivera a testa bassa nel cerchio di centrocampo per la ripresa del gioco. Fino ad adesso una partita apparentemente normale per due nazionali di questo livello che si giocano il passaggio per la finale. Qui si capisce perché una tale partita sia stata definita “la partita del secolo”: l’Italia calcia la ripresa del gioco e si fionda in attacco con un’ottima azione corale finalizzata proprio dal “reprobo” Rivera, che con una finta manda il portiere Maier a destra, mentre la palla beffarda rotola in rete sulla sinistra. L’Italia chiude la partita sul 4–3, un’impresa così memorabile che all’esterno dello Stadio Azteca è stata collocata una targa per ricordarla.

L’Italia perderà poi la finale col Brasile 4–1, ma rimarrà sempre nella storia la partita del 17 giugno contro una delle più forti nazionali tedesche mai viste: emblema di quella grandissima Germania, il mitico Franz Beckenbauer, che seppe giocare praticamente tutta la semifinale contro l’Italia con un braccio fasciato e bloccato sul corpo.

Mondiali Argentina 1978: Italia — Germania (0–0)

Girone eliminatorio delle semifinali: l’Italia ritrova ancora una volta la Germania. Una partita che ci vede protagonisti: pur essendo finita 0–0 andiamo vicinissimi al gol due volte con Bettega e ancora con un palo di Cabrini. L’Italia giocherà poi la finale terzo quarto posto col Brasile perdendo 2–1.

Mondiali Spagna 1982: Italia — Germania (3–1)

L’inizio non è esaltante nella fase a gironi. Si passati come secondi dopo 3 pareggi, e tutta la stampa si scaglia contro Bearzot e l’intera squadra. La fortuna sembra esserci nemica, i pronostici sono contro di noi, e nel secondo girone l’Italia si trova davanti Argentina e Brasile: è il cosiddetto “girone di ferro”, dal quale l’Italia esce come prima con una vittoria di 2–1 sulla squadra di Maradona e poi con un’altra partita memorabile contro il Brasile, vinta dagli azzurri per 3–2. In confronto, la successiva semifinale con la Polonia, priva del suo giocatore faro Boniek, e vinta per 2–0, sembra una passeggiata. Mancava solamente la finale al Santiago Bernabeu con la Germania per incoronare l’Italia con la vittoria del terzo mondiale. Una finale che tutti ricorderemo con un rigore sbagliato da Cabrini nei primi minuti di gioco e poi vinta 3–1 grazie alla classe di Rossi, Tardelli e Altobelli. Una finale che, a rivederla, ci fa ancora urlare di gioia come Tardelli dopo il 2–0.

Europei Germania 1988: Germania — Italia (1–1)

E’ un periodo di transizione per entrambe le nazionali che si ritrovano in girone insieme all’Europeo. Si scontrano alla partita d’apertura, un pareggio partorito in 3 minuti di gioco: al 52 minuto su un recupero palla di Donadoni, Mancini non spreca l’assist del compagno e insacca il gol dell’1–0. Al 55 minuto l’arbitro fischia una punizione di seconda per il troppo tempo impiegato da Zenga a rilanciare il pallone. Sulla punizione arriva inevitabile il gol di Brehme.

Europei Inghilterra 1996: Italia — Germania (0–0)

Ancora una volta Italia e Germania nello stesso girone. Ultima partita: Germania già qualificata, mentre l’Italia per passare alla fase successiva necessita di una vittoria. Una partita completamente diversa da quelle precedenti: Italia aggressiva e con possesso palla, mentre la Germania è chiusa a riccio in difesa. La partita comincia con un rigore all’8 minuto a favore degli azzurri. Rigore sbagliato da Zola e per il restante della partita l’Italia in assedio continuo non trova il gol. Per gli uomini di Arrigo Sacchi giunge il momento di fare le valigie.

Mondiali Germania 2006: Italia — Germania (2–0)

Un’altra partita storica. L’Italia di Lippi che aveva passato per prima il girone con la vittoria su Ghana e Repubblica Ceca e il pareggio con gli Stati Uniti affronta agli ottavi l’Australia, vincendo di misura con un rigore all’ultimo minuto trasformato da Totti. Supera invece senza problemi i quarti con l’Ucraina vincendo 3 a 0 con una doppietta di Luca Toni. La semifinale con la Germania, che gioca pure in casa, si prospetta ancora una volta come una sfida all’ultimo sangue. 90 minuti di pura tensione: la Germania fatica ad attaccare, l’Italia imprecisa spreca molte azioni. Finisce dunque sullo 0–0 e un’altra mezz’ora di gioco divide le squadre dalla finale. Tempi supplementari degni della tradizione con buone occasioni su entrambi i fronti: meno pericolosa la Germania, arginata da un reattivo Gigi Buffon, mentre l’Italia sfiora per due volte il vantaggio, prima con un’azione personale di Gilardino e conclusione finita sul palo e poi con un tiro da fuori area di Zambrotta stampatosi sulla traversa. Si arriva così agli sgoccioli della partita con entrambe le squadre fisicamente in ginocchio e ormai rassegnate ai calci di rigore. Ma Italia Germania non finisce mai e nell’ultimo minuto e mezzo succederà tutto. Un tiro di mancino da parte di Pirlo respinto da Lehman fa guadagnare agli azzurri un calcio d’angolo. Va a battere Del Piero, cross in mezzo e il pallone arriva al limite dell’area a Pirlo dopo un colpo di testa. Carica una volta il tiro, niente da fare, carica la seconda volta, niente da fare, e poi la magia: no look, e passaggio tagliato a pennello per Grosso, che carica il mancino e crea una traiettoria su cui Lehman non può fare nulla. 1–0 a zero per l‘Italia che vede sempre più vicina la finale, ma non è finita.

La Germania va all’assalto con le forze della disperazione, pallone nell’area dell’Italia e poi lui: “Cannavaro, poi ancora insiste Podolski, Cannavaro, Cannavaro!”, pallone a Totti che serve Gilardino, che si accentra verso l’area con una finta sul difensore e poi, anziché tirare, serve alla sua sinistra Del Piero che, in piena corsa, piazza un piattone sotto il sette per il 2–0 finale, e la partita si chiude con un intero paese in festa nelle piazze e un intero paese in lacrime allo Stadio di Dortmund.

Europeo Polonia-Ucraina 2012: Italia — Germania (2–1)

Un’altra grande prova da parte degli azzurri di Prandelli, con un Cassano ritrovato e un Balotelli con la testa a posto. Nel girone eliminatorio l’Italia pareggia 1–1 con la Spagna e con la Croazia e vince l’ultima partita con l’Irlanda, passando quindi come seconda a 5 punti. Nei quarti di finale vince 4–2 ai rigori con l’Inghilterra dopo 120 minuti finiti 0–0. La semifinale, contro una Germania fortissima, sembra già un ottimo risultato al di là delle aspettative di tutti. Ma con la Germania c’è sempre un passato unico da onorare, e anche a Varsavia l’Italia neutralizza in maniera efficace i tedeschi con una doppietta di Balotelli: prima, servito davanti al portiere, dopo una splendida giocata di Cassano, trasforma perfettamente di testa, e poi, dopo un lancio al millimetro di Montolivo, non ci pensa due volte e scaglia una sassata sotto il sette che nemmeno Neuer può raggiungere. Ma ciò che ricorderemo meglio è l’esultanza dopo il gol, ormai entrata nell’immaginario popolare: Balotelli si toglie la maglia e, a torso nudo, contrae i muscoli, perfetto come una statua. Quod erat demonstrandum.

Dopo il primo tempo che ci vede in doppio vantaggio, grazie ai cambi, soprattutto Diamanti e Di Natale, continuiamo a spingere e ad attaccare, senza però riuscire a trovare la rete che chiuderebbe i conti. E al 92 minuto alla Germania viene concesso un calcio di rigore, dopo un fallo di mano di Balzaretti. Gol di Mesut Özil e Germania che accorcia, ma siamo ormai allo scadere e gli sforzi finali dei tedeschi sono vani. Gli azzurri andranno così a giocarsi la finale a Kiev con la Spagna.

Europeo Francia 2016: Germania — Italia (7–6 d.c.r.)

L’Italia di Conte supera ogni aspettativa e si qualifica come prima nel girone eliminatorio, dopo le vittorie sul Belgio per 2–0 e sulla Svezia per 1–0. Nella terza partita del girone Conte fa il turnover e si perde 1–0 con l’Irlanda. Gli ottavi ci mettono di fronte, a sorpresa, la Spagna, che battiamo per 2–0 con grande personalità. Conte e gli azzurri ci fanno sognare e ancora una volta c’è la Germania sul nostro cammino. La partita rimane a lungo bloccata, a parte alcune conclusioni, ma per il resto le due nazionali si annullano a vicenda. E il gol non può quindi arrivare se non con un po’ di fortuna: la prima a sbloccare il risultato è la Germania con il gol di Özil, che rimane solo a porta libera grazie a un cross sporcato da Bonucci in scivolata. L’Italia rimane compatta e non si perde d’animo, pur rischiando di subire il raddoppio, sventato da un reattivo Gigi Buffon. Qualche minuto dopo Boateng salta con le mani alte in piena area, impattando il pallone, e ci regala quindi un calcio di rigore, trasformato chirurgicamente da Bonucci.

Si arriva ai supplementari, entrambe le squadre sono molto stanche, e si giunge ai rigori. Come già detto, una partita avara di emozioni fino ad adesso, ma i rigori riveleranno come Italia Germania regali sempre delle sorprese. Schweinsteiger ha la possibilità di scegliere la porta dei calci di rigori e sceglie quella sotto la curva dei tifosi italiani. Dei primi 10 rigoristi ben 6 sbagliano: Zaza dopo un’improbabile rincorsa, Pellè dopo il gesto del cucchiaio a Neuer, e Bonucci, su cui Neuer si prende la sua rivincita, mentre per la Germania Buffon para su Müller, Özil colpisce il palo e Schweinsteiger spara la palla direttamente nella curva dei tifosi italiani (era questo il motivo segreto della scelta di battere i rigori proprio in quella porta?).

Si va ad oltranza: ci crediamo ancora, anche se consci del fatto di aver già perso una prima occasione di vincere la partita. Finisce con un rigore sbagliato da Darmian e, subito dopo, con il rigore vittoria di Hector, nonostante la prestazione spettacolare di Buffon che, oltre a parare un rigore, intuisce quasi sempre i lati di battuta. Ma tutto questo non basta, e la Germania quindi sfata il tabù dell’insuperabile Italia, anche se nei 120 minuti rimaniamo ancora imbattuti. Ma, pur essendo stati eliminati, sul campo abbiamo tenuto testa ai campioni del mondo in carica, battendoci fino alla fine con orgoglio.

Marco Bonadonna

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