Airbnb: “Il tuo appartamento in giro per il mondo”.

State organizzando un weekend romantico con la vostra ragazza a Torino e non sapete dove alloggiare? Contattate Michele.

Marco Bonadonna
Iride Magazine
4 min readMay 11, 2016

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Michele, un host di Airbnb, m’ha fatto vedere la sua mansarda di Via Cernaia 32 a Torino spiegandomi anche un po’ le dinamiche di come funziona.

Entriamo in casa, non è molto grande, 20 metri quadrati ma ha il suo fascino ed è in un’ottima posizione, a poco meno di 5 minuti piedi dalla Stazione di Porta Susa e circa 15 minuti da Piazza Castello.

La casa.

Il bagno e la cucina:

Tutto ordinato e pulito, come dice Michele: “pulizia e ordine sono fondamentali”.

Parte giorno e parte notte:

Ogni dettaglio curato alla perfezione, tutto accogliente, perfino le brioches e il caffè per la colazione degli ospiti.

La finestra e la vista panoramica:

La finestra che fa entrare la luce nella luminosissima mansarda e le montagne che in una giornata di pieno sole svettano sopra i palazzi.

Dopo avermi fatto vedere la casa, come fossi un ospite, faccio qualche domanda a Michele per chiedergli nel dettaglio come funziona Airbnb. Michele ne è esperto dato che lo ha iniziato a utilizzare sin dalla nascita, cioè da 5-6 anni. Mentre la sua esperienza come host parte 2 anni fa, perché, come ci dice lui stesso, è importantissimo viaggiare e fare esperienza su Airbnb per capire le varie necessità. Viene utilizzato molto spesso come un’alternativa all’hotel e al Bed&Breakfast per i suoi costi ridotti, infatti si paga la casa e non un prezzo ad personam. La mansarda di Michele sta a 40 euro a notte, di cui 33 arrivano a lui e 7 vanno al sito. Alla fine per due persone sono 20 euro a testa, meno che in un Bed&Breakfast. Altri invece utilizzano il sistema di Airbnb per periodi di tempo prolungati, ad esempio per una vacanza, per la sua comodità burocratica: con Airbnb infatti non c’è alcun bisogno di recarsi in un’agenzia e prenotare appuntamenti per le case, basta solamente contattare il proprietario e il giorno dell’arrivo fare il check-in.

Un sistema a dir quanto perfetto, ma come funziona per gli host a livello fiscale? Nemmeno Michele sa darmi una risposta precisa dal momento che non c’è una legislazione chiara. Pertanto, come mi spiega, la via più giusta è quella di dichiarare tutti i ricavi con la cedolare secca, comunicare ogni ospite alla questura registrandosi sul sito della polizia dopo essersi fatti dare un username e password dall’ispettore. Un sistema a dir quanto complicato e per niente facile, infatti Michele ha un gruppo su Facebook con gli altri host per confrontarsi con loro ogni volta che cambiano le carte in tavola, per fare tutti nello stesso modo.

Ma la vita da host non comporta solo questo e vado a chiedere a Michele curiosità o aneddoti strani che gli sono capitati con gli ospiti: da una coppia di napoletani che lo ha contattato con richieste allampanate del tipo Quanto è distante da Piazza Catello? 15 minuti a piedi. E se piove? Beh se piove ci sono i portici, poi l’ombrello e ci anche i mezzi. E la macchina dove la parcheggio? Per strada anche se è a pagamento. Ok grazie le faremo sapere, e poi non presentarsi più. A una ragazza che aveva lasciato nel cestino una lettera per il fidanzato, a una coppia di cinesi arrivati alle 18:30 e lasciare la casa alle 22:00 dopo avergli mandato un messaggio dicendogli che andavano da amici a dormire. Chiaramente erano venuti solo per fare sesso, dato che i loro amici erano residenti a Torino. A un ragazzo di Milano, ospite abituale, che arrivava solamente per starsene con la propria ragazza. Fino ad arrivare a un signore che in bagno dimentica una bottiglietta di Popper, la droga.

Pertanto come lo definiresti in con slogan Airbnb?

Il tuo appartamento in giro per il mondo.

Marco Bonadonna

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