Il marketing si piega al Porno

E ci trova gusto!

Carolina Orlandi
Iride Magazine
3 min readApr 15, 2016

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Campagna pubblicitaria Zomato

Tira più un pelo di donna che un carro di buoi. Potremmo definirla una legge internazionale, o almeno di questo si sono accorti i pubblicitari. Effettivamente il mercato sta tirando pian piano le aziende a lasciare da parte l’etichetta e avventurarsi nel mondo sempre più vivo del porno. Nella pubblicità non c’è niente di etico, esiste solo un mantra: Vendere. Il porno, checché se ne dica, non passa mai di moda, non conosce frontiere, età e strato sociale. Quindi il sillogismo è presto fatto.

In Italia se n’è accorto Nicola Formichetti, direttore creativo Diesel, che nel gennaio di quest’ anno ha lanciato la nuova campagna, già online sui maggiori siti porno e di incontri. «Portiamo semplicemente la pubblicità dove il traffico è più alto» sottolinea Formichetti. Il linguaggio dei modelli diventa social, parla ai giovani esattamente nella loro lingua.

Decisivo è il costo molto ridotto in rapporto ai profitti pressoché assicurati, soprattutto sui network digitali. Secondo Eat24, l’azienda pioniera in America, vendere la propria pubblicità su YouPorn o PornHub costa in media il 10percento di quanto verrebbe speso per promuoversi su Google, Facebook e Twitter. Anche intorno a questo, Amir Eisenstein ha costruito nel 2015 una campagna ad hoc per l’azienda di fast food a domicilio.

Eat24 ha pubblicato alcuni grafici a sostegno della loro scelta

Notando che il 99% degli ads sui siti porno si riferisce ad altro porno e un 1% ad accessori che vi rimandano, Eat24 ha deciso di uscire dagli schemi. «Quello che ne è seguito è stato probabilmente il brainstorming più lungo ed eccitante che avevamo mai fatto. Non solo i dick jokes erano accettati, ma addirittura incoraggiati. Non avremmo potuto buttar giù le nostre idee più velocemente». Così sono nati gli slogan che combinano il piacere sessuale a quello legato al cibo dell’azienda. Sul blog l’esito è indiscusso: «Has the campaign been successful? Fuck yes!».

Campagna pubblicitaria di Eat24

Ma non bisogna pensare che sia solo una faccenda per occidentali. La stessa cosa è successa in India. Il quinto paese al mondo per navigazione su siti xxx. Zomato, la piattaforma di ricerca per pasti su consegna, ha seguito la stessa formula «L’obiettivo era chiaro- far sì che le persone cliccassero. In questo modo, una volta (ovviamente) affamati, cliccheranno sul banner e ordineranno online su Zomato» dichiarano sul blog. «La pubblicità sui siti porno costa molto poco, è significativamente più economica rispetto ad altre piattaforme. Basta guardare i numeri. » E in effetti in India il costo medio/per click è 1.98 INR (0,03$!) per i network Xvideos, e 150 INR (2,21$!) sulla App Facebook, per prenderne uno.

Non sembrano esserci controindicazioni quindi. E contando che lo scalpore ha attirato ancora più l’attenzione sui visionari e i loro azzardi, questo potrebbe rivelarsi il futuro del marketing.

In quest’ottica, difficile che il carro di buoi possa rimontare.

Carolina Orlandi

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