La Pelle

Iride Magazine
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1 min readMar 28, 2016

Chiudi gli occhi.

Dimentica voci e suoni.

Respira la massa dell’aria, ma non l’odore, mastica la consistenza del cibo, ma non il gusto.

Ruvido, liscio, fresco, tiepido, umido, ispido… queste e altre sono le sensazioni che possiamo percepire con il senso del tatto, attraverso la pelle.

Oltre ad essere una componente fisica, lepidermide ha anche un valore estetico. Tuttavia, non siamo noi che la scegliamo e per questo non è sempre facile da indossare: c’è chi ne usa il colore come bandiera per denunciare le ingiustizie del proprio tempo; chi ne fa una tela da decorare con disegni e marchiature per rivendicare l’appartenenza a un gruppo oppure la proprietà del proprio corpo; chi ancora rifiuta i segni del tempo che la scavano negli anni; chi, insieme all'udito, fa del tatto un affidabile sostituto alla vista, nella vita come durante una mostra d’arte; c’è persino chi la pelle non ce l’ha, ma ha oggi l’opportunità di toccare, grazie al progresso di ricerca e tecnologia.

La pelle sta in superficie ma sono profonde le sue implicazioni sociali e politiche: da organo di contatto, diventa motivo di divisione; si discrimina il colore diverso, portatore di un’identità altra, lo si esclude e segrega.

Nelle prossime due settimane, ci guardiamo in superficie scivolando con le parole sull'organo più esteso del corpo che ci ricopre, ci protegge e mette in contatto con il mondo.

‘Voglio un pensiero superficiale che renda la pelle splendida

senza un finale che faccia male

con cuori sporchi e mani lavate

vieni a salvarmi.’

(Voglio una pelle splendida-Afterhours)

Claire Power e Silvia Muletti

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