Le città (invisibili)
“Viaggiando ci si accorge che le differenze si perdono: ogni città va somigliando a tutte le città, i luoghi si scambiano forma ordine distanze, un pulviscolo informe invade i continenti.” (Italo Calvino, Le città invisibili)
In occasione dei 30 +1 anni dalla scomparsa di Italo Calvino, abbiamo deciso di rendergli omaggio. A modo nostro. Abbiamo ripreso Le città invisibili, e ci siamo chiesti, proprio come Calvino al tempo, che cosa sia la città per noi, oggi.
Per le prossime due settimane viaggeremo tra città reali o ideali, sospese tra passato e futuro, e città che vivono attraverso immagini, suoni e parole. Attraverseremo città che cambiano e ci cambiano, si scompongono e ci scompongono. Luoghi che non sono mai un semplice punto sulla carta, ma l’intreccio di storie, sogni e paure.
Quello delle città è un universo misterioso, fatto di infinite entrate e uscite — proprio come in un labirinto, il rischio è quello di perdersi. Ed è un rischio che vale la pena correre.
“Arrivando a ogni nuova città il viaggiatore ritrova un suo passato che non sapeva più d’avere: l’estraneità di ciò che non sei più o non possiedi più t’aspetta al varco nei luoghi estranei e non posseduti.” (Italo Calvino, Le città invisibili)
Giulia Viganò e Lucia Marinelli