Lou Salomé

la vera storia della prima donna psicoanalista

Lucia Marinelli
Iride Magazine
4 min readMar 3, 2017

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Se non sapete chi sia Lou Andreas Salomé, non spaventatevi, potrebbe non essere colpa vostra. Perché se conoscere il padre della psicanalisi è cosa ovvia, ricercarne la madre è un’operazione assai più complicata. Specie se quest’ultima viene esclusivamente celebrata come “la rovina di Nietzsche”,“ la bambina mangia uomini”, “femme fatale fra frustini, baci e coltelli” e “mietitrice di cuori”. Definizioni che stanno alla Salomé quanto “vecchio mammone” potrebbe stare a descrivere Freud o “gobbo complessato” a Leopardi. Una situazione che evidenzia come 154 anni dopo la sua nascita, le questioni sollevate da Lou Salomé siano ancora attuali e vive.

La giovinezza e l’incontro con Nietzsche

Lou Salomé con Paul Rèe e Friederich Nietzsche

Nata a San Pietroburgo il 12 febbraio del 1861, in un’epoca in cui la Regina Vittoria addestrava le donne di mezza Europa a diventare gli angeli del focolare, Lou riesce ad affermarsi come intellettuale, filosofa e psicoanalista.

A ventuno anni, si allontana dal salotto dell’intellettuale tedesca Malwida von Meysenbug e proclama il suo programma di vita:

«Io non sono in grado di vivere secondo modelli, né potrò mai essere il modello a chicchessia, mentre sono sicura che plasmerò la mia vita a modo mio, quali che possano essere le conseguenze»

Proprio per le sue idee così imperniate su una salda affermazione della propria individualità e su una piena consapevolezza di essere, attira le attenzioni, inizialmente solo intellettuali, di Paul Rée e Friederich Nietzsche. Nel 1882 comincia il sodalizio con i due filosofi che terminerà due anni più tardi: quando la Salomé rifiuterà la proposta di matrimonio di Nietzsche e, successivamente, dell’altro amico. Tre anni più tardi pubblica Im Kampf um Gott [Lotta alla ricerca di Dio], il suo primo romanzo, prima sotto lo pseudonimo di Henri Lou e poi col suo vero nome. Quando ormai l’Ottocento volge al tramonto, Salomé si ritrova a viaggiare fra Berlino, Vienna, Monaco e Parigi, incontrando quella comunità di intellettuali europei rimasti colpiti dalle pagine dello Zarathustra. “La figura invisibile di Nietzsche, i suoi contorni ancora nascosti come da un manto, era in mezzo a noi”, scriverà nell’autobiografia pubblicata postuma riferendosi a quel periodo.

Abbattere il canone vittoriano

Poco più che ventiseienne Lou si sposa con l’iranista Friederich Andreas. E, per decisione di lei, il matrimonio non venne mai consumato. Una scelta che si rispecchia con le tematiche affrontate nelle 8 opere rilasciate tra il 1887 e il 1911. Inutile dire come queste raccolte di novelle ed i saggi — che consacrarono Lou Salomé come una fra le più grandi intellettuali della cultura Mitteleuropea — hanno trovato una nuova popolarità fra le femministe degli anni Settanta. Non poteva passare inosservata la vera e propria demolizione del canone Vittoriano attuata dalle protagoniste delle sue storie. Le donne di Lou erano tutte accomunate dalla ricerca di una piena espressione della propria individualità. Un’esplosione di libertà e risolutezza da riversare in ogni sfera della propria esistenza, sia personale che sessuale. Sembra incredibile ma attualmente in Italia queste pubblicazioni non sono reperibili. Ibsens Frauengestalten, Ruth, Aus fremder Seele, Fenitschka: eine Ausschweifung, e altri racconti sono disponibili solo in Germania o su qualche compendio universitario inglese.

La psicoanalisi e Freud

Le ispirazioni di Lou Salomé

Nel 1910 pubblica la sua più grande opera, Die Erotik (La materia erotica) dove espone appieno le tematiche già presenti nelle opere letterarie. L’indagine analizza la sfera sentimentale ed erotica femminile, che viene decostruita per poi dare origine ad una vera e propria costellazione degli affetti.

La composizione costruita dalla Salomé distingue l’elemento che unisce due persone nel matrimonio, dall’amicizia e dall’amore-passione. « Non sono mai riuscita a capire perché mai persone che sono innamorate prevalentemente nella sfera dei sensi si uniscano in matrimonio. […] Il matrimonio non è qualcosa in cui si cerca un uomo-Dio […] Non è una persona che si inginocchia davanti all’altra, ma ambedue si inginocchiano insieme».

E’ a questo punto che Lou decide di dedicarsi a sondare con la ragione l’irrazionalità dell’esistenza. A cinquanta anni partecipa al Congresso di Weimar conquistando la stima di Freud col quale stabilirà un legame di amicizia che durerà per tutta la vita. Dopo un breve periodo di “apprendistato” diventa a tutti gli effetti una psicoanalista, collaborando anche con la rivista Imago, fondata dallo stesso Freud. Morirà a 76 anni nella sua casa di Gottinga dove viveva col marito Andreas.

Una questione attuale

A quasi due secoli di distanza, non sono bastati i più di venti libri pubblicati ed i carteggi con le più grandi personalità della nostra cultura, a dare a Lou Salomé il rilievo che merita.

Il fatto che la sua figura rimanga sconosciuta o limitata a questioni di gossip d’annata testimonia come non solo sia ancora difficilissimo per la donna riuscire ad esprimersi nella sua totalità ed essere considerata al pari dell’uomo ma, addirittura, come sia praticamente impossibile anche soltanto essere ricordata per i propri meriti effettivi.

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Lucia Marinelli
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I'm bringing Hegel back (e nel frattempo studio Reporting alla Holden) Editor per https://thecatcher.it