Parco Dora e parco Peccei

La Torino post-industriale

Claire Power
Iride Magazine
3 min readMar 8, 2016

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Ex Officine Grandi Motori

Tornando a casa, di notte come di giorno, tengo la mano nella tasca del cappotto. La stringo attorno alle chiavi forse perché immagino di poterle usare come arma di difesa o per essere più veloce ad aprire la porta. Il tintinnio metallico è un mantra, arriverò a casa sana e salva, sana e salva.

Il mio palazzo affaccia sui migliaia di metriquadrati delle ex Officine Grandi Motori della Fiat. Un gruppo di investitori privati avrebbe dovuto costruivi un centro commerciale cedendo una parte dell’area al Comune di Torino e al Politecnico. La demolizione parziale dei fabbricati, iniziata nel 2010, non ha lasciato altro che una spianata di detriti in cui sorgono i resti gracili dello storico stabilimento e qualche albero avvizzito. Quasi tre isolati di deserto murato, un vuoto umano che provoca la mia insicurezza.

La città è composta tanto dalla materialità degli edifici e delle strade, quanto dai suoi abitanti. Anzi, questi due elementi si compenetrano, partecipando l’uno alla formazione dell’altro: le relazioni economiche e sociali si svolgono attualmente soprattutto all’interno degli spazi cittadini, variando in base alle possibilità di accesso alle risorse, e a loro volta plasmano il tessuto urbano e la sua percezione.

I luoghi pubblici sono uno dei più importanti siti di formazione della cittadinanza. L’uso attivo e variato degli spazi pubblici non solo li rende più sicuri, ma favorisce lo sviluppo della tolleranza. Nella condivisione dell’ambiente con l’altro impariamo a conoscerlo, a capirlo.

Torino, capitale dell’industria italiana nel ‘900, deve fare oggi i conti con il debito geografico provocato dalla crisi del secondo settore. È un’occasione per reimmaginare la propria identità, a seconda dei valori sociali, ecologici, estetici che la città vuole creare e manifestare.

Il parco Dora e il parco Peccei costituiscono un eccellente modello di recupero di aree industriali dismesse, una direzione positiva per il futuro della città, integrando progetti a misura d’uomo senza dimenticare la loro individualità storica.

Parco Dora

1. Un gruppo di skaters sulle rampe acrobatiche sotto lo scheletro del capannone di “strippaggio” appartenente alle ex Ferriere Fiat.
2. Ragazzi giocano nel parco dell’Area Vitali che si estende su una superficie di 89.000 m².
3. Una ragazza italo-marocchina percorre il cavalcavia sopra l’Area Vitali, inaugurata il 4 Maggio 2011, in occasione dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia.
4. Il progetto di riqualificazione ha mantenuto parte delle preesistenti strutture industriali a riconoscimento del valore storico delle fabbriche.

Parco Aurelio Peccei

Ragazzi giocano a basket nel parco che si affaccia su Via Cigna, nel quartiere di Barriera di Milano, inaugurato il 31 Maggio 2015.
Il parco “smart” si estende su 43.000 mq nell’area delle ex officine Iveco-Telai. La bonifica è stata effettuata con attenzione alla sostenibilità ambientale: le vernici utilizzate ad esempio aiutano a rendere inattive le polveri sottili.
Il progetto mantiene segni dell’archeologia industriale come la torre piezometrica, un serbatoio d’acqua sopraelevato, e la capriata Porcheddu, su cui è montato un impianto fotovoltaico che rende il parco energeticamente autonomo.
L’ampia area giochi, di circa 1000 mq, è stata realizzata attraverso un percorso che ha coinvolto i bambini della scuola elementare Pestalozzi.

(Testo e foto di) Claire Power

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