Islanda 2014 — Giorno 11: Islanda meridionale (1)
A che punto siamo, nel nostro percorso di ritorno verso l’aeroporto di Keflavik? Eh, ci avviamo a “chiudere il cerchio”! Ma ci restano ancora un sacco di posti da vedere…
Il primo di oggi è Jökulsárlón, uno dei più famosi e fotografati.
Anche avendo visto le immagini, però, è difficile essere preparati a questo spettacolo unico. E non rimanere senza fiato.
In pratica il ghiaccio si stacca dalle calotte soprastanti e finisce in mare, e da lì sulle spiaggia. Quest’ultima ha ampi tratti di sabbia nera, e il contrasto con questo ghiaccio “spiaggiato” è clamorosamente unico.
Se c’è un posto, anche uno soltanto, per il quale valga la pena visitare l’Islanda, eccolo qua.
La successiva tappa è quella delle cascata Svartifoss, incorniciata da cupe colonne in basalto nero.
Evidentemente, però, non siamo fortunati con le cascate… Perché Giove Pluvio si scatena, e comincia una pioggerella fitta e un po’ fredda che non ci molla per tutti i 45' di sentiero in salita.
Riparati a malapena dall’ombrello (io) e dal k-way (Michela), arriviamo in cima zuppi. Lo spettacolo della cascata è in parte vanificato dalla leggera nebbia… E da un nutrito gruppo di turisti tedeschi che, inspiegabilmente, si mette a mangiare noccioline e cantare “Rosamunda”.
Non ci resta che fare rotta per Vík, tappa finale di questa giornata… dove comunque gustiamo un’altra bella spiaggia di sabbia nera.
Qui troviamo lo spaccio aziendale della Icelandic, una marca di abbigliamento islandese. Michela ne esce con un nuovissimo e caldo piumino color rosso ciliegia!
Ceniamo al ristorante dell’albergo (a buffet) e poi torniamo in camera ad asciugare col phon zaini e scarpe.
Concludo la giornata con un paio di annotazioni sugli islandesi.
Non sono particolarmente espansivi, e nemmeno parlano così bene l’inglese. Danno per scontate molte cose, e in fatto di accoglienza turistica devono ancora imparare molto.
Insomma: isolani un po’ rozzi e inospitali.
Ma c’è da dire che ne hanno passate tante… Tra dominazioni (tirati per la giacchetta nei secoli da norvegesi e danesi), carestie, eruzioni (quella del 2010 da noi ha “solo” bloccato il traffico aereo, ma da loro ha distrutto case e strade), e recentemente pure la pesante crisi economica del 2008 (l’indebitamento con le banche era mostruoso).
Ho letto che vorrebbero fare un referendum per l’ingresso nell’Euro. Ecco, magari ogni tanto pensiamo a come se la passa chi l’Euro non ce l’ha.
Intanto all’Hotel Katla di Vík il Wi-Fi va a carbonella, e non riesco ad aggiornare il blog!
Dovrò farlo domani…
Originally published at islanda2014.postach.io on August 26, 2014.