Islanda 2014 — Giorno 13: Anello d’oro, Islanda sud-occidentale (1)
La nostra penultima giornata in terra islandese comincia con uno spettacolo davvero impressionante: la cascata Gulfoss.
Non è certo la prima che vediamo (siamo stati anche a quelle del Niagara) ma restiamo davvero di stucco: una quantita d’acqua mostruosa.
Restiamo anche un po’ bagnati… perchè le minuscole goccioline ti investono pure sulla passeggiata. Attenzione alle fotocamere!
(Siamo sempre nell’area del cosiddetto “Anello d’oro”, un centinaio circa di chilometri dalla capitale Reykjavik.)
La successiva tappa è Geysir, dove si trova un parco vulcanico ribollente che ha dato il nome al noto fenomeno dei getti d’acqua calda e vapore a fuoriuscita periodica: “geyser” appunto.
Al centro del parco, infatti, ce n’è uno. Lo si riconosce subito per la calca di macchine fotografiche spianate che lo circondano.
Eh sì: sembra che non si possa assolutamente andare via dall’Islanda senza scattare una foto al poderoso getto… E questo nonostante il web sia pieno zeppo di queste immagini (http://bit.ly/1C6Yijg), e il geyser sia alquanto erratico nel senso che erutta quando e quanto gli pare.
Sta di fatto che anche noi ci accodiamo agli altri, e aspettiamo di fare il fatidico scatto.
Per la cronaca, nel parco di Geysir si trovano anche: buche fumanti; pozze e rivoli di acqua ustionante; ed un cartello che specifica la distanza dell’ospedale più vicino, 62 chilometri (tanto per chiarire l’antifona.)
Decidiamo di fermarci per pranzo nel centro visitatori di Geysir, davvero grande.
Io prendo bastoncini di pesce, Michela crocchette di pollo.
Ottimi entrambi.
C’è anche un enorme negozio di abbigliamento, souvenir e paccottiglia assortita: è evidente quanto sia turistica questa zona dell’isola (anche per la vicinanza dalla capitale).
Ma ancora qualcuno ci casca e compra questa roba?
Dopo pranzo andiamo alla ricerca di una cascata della quale avevo letto su Internet: Brúarfoss. Le foto erano molto promettenti. Ma… non riusciamo a trovarla!
Ecco: a questo proposito, diciamo che le indicazioni non sono proprio un punto di forza in Islanda. È assente qualunque tipo di cartello che dica quanto manca alla prossima città o attrattiva. Vi sono indicazioni solo presso gli incroci… A volte un po’ caotiche (la lingua non aiuta)… ed è facile perderle.
E quindi niente: dopo aver percorso il tratto di statale “papabile” almeno tre volte senza trovare corrispondenze utili sulla nostra mappa, desistiamo. Facciamo a meno di Brúarfoss.
Ci dirigiamo verso un altra attrazione dell’Anello d’Oro: il parco nazionale di Þingvellir. Limitandoci ad attraversarlo in macchina, ma trovando comunque spunti interessanti tali da fermare la macchina (con le già citate difficoltà del caso).
L’ennesima e curiosa chiesa islandese: comincia(va)no a piacermi!
Nel frattempo la vegetazione cambia, e — avvicinandoci alla capitale — spariscono le ormai usuali pecore. Si sarà capito, ma in questo paese ci son più ovini che esseri umani; e in molte zone, ad ogni curva si presenta un piccolo presepe: pecorine sparpagliate su tutti i declivi erbosi! (Se non sono pericolosamente in mezzo alla strada.)
Ma ormai sono sparite… A parte il loro vello!, perché — gira che ti rigira — sbuchiamo davanti allo spaccio dei maglioni in lana Álafoss a Mosfellsbær, dove siamo stati proprio nove giorni fa.
Il cerchio si è chiuso!
Eh sì: siamo un po’ tristi, perché consapevoli che la nostra vacanza è ormai al termine!
Stasera e domani si dorme in Keflavik, a due passi dall’aeroporto…
La statale a due corsie che ci porta lì è molto trafficata. Veicoli come mosche, sorpassi azzardati, clacson… Cemento che si fa largo nel terreno vulcanico… Insegne vistose e colorate…
Ci sembra di vivere una specie di “Jurassic Park” al contrario: tutto sommato, sembrano più rassicuranti le pecore suicide e gli sterrati e i vulcani borbottanti.
Domani restituiremo la nostra gloriosa Kia Rio.
E avremo qualche ultimo scampolo di Islanda.
Nonché la faticaccia di fare “Tetris” nelle valigie, con tutta la roba che abbiamo comprato!!
Il nostro potente mezzo sul lago vulcanico Kleifarvatn, nei pressi di Keflavik
Originally published at islanda2014.postach.io on August 28, 2014.