è tempo di crowdworking

alla ricerca di un nuovo modello di business per il settore dell’Informazione

Linda Ferrari
4 min readFeb 8, 2015

Credo che dopo il crowdsourcing e il crowdfunding sia tempo di crowdworking.

Mi pare sia giunto il momento di trovare il modo per monetizzare con le proprie competenze lavorando direttamente nella rete (intesa come internet) per la rete (intesa come medium sociale: i social media) e con la rete (il proprio network di contatti).

Sono qua per lanciare un’idea, una proposta per figure senza lavoro e con esperienza.

Quello che sto cercando è un nuovo modello di business che apra il web anche a risorse come la mia: una sorta di ibrido tra un lungo percorso di studi e un percorso lavorativo che, forse, avrebbe potuto essere intrapreso senza il “marchio di fabbrica” della laureata.

Quello che sto cercando è di non ricopiare modelli della old economy come, in un certo senso, sono ormai diventate le startup. Non è mio interesse tenere il “prodotto” nascosto fino al momento in cui esce sul “mercato”. Non mi interessa guadagnare 100mila dollari se poi sono solo responsabilità, stress e solitudine lavorativa.

La rete può essere incredibilmente democratica, quando la si mantiene trasparente ed esplicita.

Penso che ora siamo pronti a creare un crowdworking direttamente online condividendo il sapere, le competenze, le ore di lavoro, lo stipendio e la cosiddetta “mission” del progetto.

Questo dovrebbe portare che, anche chi non ha potuto studiare ma possiede una sviluppata intelligenza pratica, possa condividerla e confrontarsi con chi ha la parte teorica.

E ora vengo alla mia proposta.

Ha a che fare con le immagini, con il nostro quotidiano e con le cose che ci capita di vedere e sperimentare nel mondo reale e, che sempre più spesso, trasferiamo nel mondo virtuale.

E’ un’idea per gestire a livello nazionale la diffusione online di avvenimenti, fatti ed eventi.

Come all’origine della nostra società reale, lo scambio di informazioni avveniva in strada dove le persone si incontravano e parlavano dei fatti del giorno, così è tempo di farlo nella società in rete.

Breve inciso: nel mondo reale, a un certo punto, nacque la stampa per permettere alle persone di ricevere informazioni relative a spazi e tempi sempre più ampi. Il valore della notizia locale è stato sempre più ridimensionato a discapito di notizie internazionali, portandoci a sapere molto di più della guerra in un paese lontano che delle due rapine avvenute nell’ultimo mese al supermercato sotto casa.

Da queste riflessioni e da altre analisi e studi che mi sono concessa di fare nell’ultimo anno, ho avuto la “vision”:

Creare un ecosistema per la distribuzione delle notizie nella società dell’informazione.

In chiusura trovate i miei appunti mentre qua, di seguito, elenco le figure che servono per realizzare un progetto simile:

  • Un direttore/imprenditore che abbia già avuto esperienza nella creazione di un’impresa. E, ispirandomi allo spirito aziendale americano, credo sia meglio che questa persona abbia già vissuto almeno un paio di fallimenti. Nella cultura americana il fallimento è un valore aggiunto in quanto permette l’apprendimento dai propri errori e la riduzione del senso di potere e “onnipotenza” dell’imprenditore.
  • Un numero non precisato di sviluppatori, designer, social media manager ecc. Ovvero tutte le figure in grado di risolvere gli aspetti tecnici.
  • Uno o più esperti di contabilità non solo italiana ma anche quella che si muove in rete (vedi modelli come Airbnb), in grado di pensare anche a come rendere visibile e trasparente il piano economico online: dagli stipendi stessi delle persone che ci lavorano ai costi per il mantenimento della struttura virtuale.
  • Un gruppo di formatori ed educatori per il corretto uso e distribuzione delle informazioni ma anche analisti e studiosi della società che si andrà formando;
  • e, ultimo ma non meno importante, un gruppo di giornalisti che si occuperanno di individuare e rielaborare le notizie principali, restituendole agli utenti stessi complete di inquadramento ambientale o storico, dove possibile.

E io qua mi fermo. Per ora.

Ho comprato il dominio su Aruba a €12,19.

E poi ho creato un form con google doc http://goo.gl/forms/u6exCO03Xr a cui ci si può iscrivere per lavorare insieme a questo progetto. Oppure possiamo parlarne su twitter usando l’hashtag #lanotifica

E ora la bozza dell’idea/proposta di lavoro che lancio. Grazie a tutti quelli che mi hanno letto fino a qua, spero di trovare visionari simili a me ma con competenze diverse dalle mie.

Buona lettura!

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