iNomad
Nomadismo digitale applicato all’arte
ra lo scorso anno quando m’imbattei su YouTube in un programma intitolato Pascalistan. La serie narra le vicessitudini di un promettente musicista Italiano in cerca di gloria nel paese Kazako. Ma non è di questo che voglio parlarvi. L’incipit è servito per dire che Son Pascal è stata la prima persona a cui ho visto esercitare l’arte dell’iNomad.
Cos’è l’iNomad?
È innanzitutto un’opportunità. Immaginate di trovarvi in qualunque posto nel mondo, avere a disposizione un semplice iPhone o Tablet e da lì iniziare la vostra perfrmance o creazione artistica con la natura come solo pubblico.
Esattamente: l’iNomad è la creazione estemporanea di una canzone (per un musicista, ma potrebbe essere una coreografia per un ballerino o qualsiasi altra opera d’ingegno) in un luogo che si evidenzi per bellezza naturale, con l’ausilio della tecnologia mobile.
L’abbattimento del confine.
I vantaggi di questa modalità di fare arte sono davvero consistenti.
Non dover passare per i soliti canali per potersi esibire (promoter, club, organizzazioni), poter essere potenzialmente ovunque ed in qualsiasi momento (il viaggio diventa un fine oltre che un mezzo), creare performance originali ed irrepetibili (difficilmente si tornerà nello stesso luogo per ripetere la stessa esperienza), rendere l’esibizione disponibilenell’immediato o a tempo indeterminato (hangout in tempo reale o streaming su YouTube/Vimeo), personalizzare l’esperienza creativa come meglio si crede (gruppo, solo artist, performance visiva, figurativa, musicale).
Non sostituire. Aggiungere. Sperimentare.
Pochi giorni fa ho letto uno splendido articolo (su Medium) intitolato What I learned when I gave up the 9 to 5 (Cosa ho imparato quando ho abbandonato il mio lavoro 9/17). Essenzialmente parla delle opportunità del nomadismo digitale sia professionalmente che adottato come lifestyle (per approfondimenti vi invito a leggerlo).
È interessante notare come questa filosofia possa applicarsi anche ai creativi/artisti che hanno dimestichezza con le nuove tecnologie, i nuovi linguaggi e cercano nuove strade per esprimersi o esporsi.
Di per sè il termine iNomad è semplicemente la definizione di un approccio differente alla performance o alla realizzazione di contenuti. Non potrà sostituire gli stilemi tradizionali ma darà indubbiamente occasione ai più curiosi di sperimentare nuovi espedienti.
Il futuro è diretta conseguenza del presente.
Inutile dire quanto la comunicazione mobile (multimediale e non solo) abbia profondamente impattato su costumi e cultura contemporanea.
Sedersi in un cafè a Bangkok e condividere contenuti con persone che passeggiano sugli Champs Elysees. Ovviamente tutto questo non potrà mai sostituire la comunicazione fisica o l’empatia dal vivo con gli altri.
Ma può creare frontiere inaspettate per coloro i quali hanno un messaggio e vogliono recapitarlo a più persone possibili, senza distinzioni geografiche o temporali.
Oggi con uno smartphone di ultima generazione in tasca si possono fare cose che fino a pochi anni fa richiedevano investimenti, team, risorse : ora accessibili grazie allo sviluppo tecnologico (direttamente proporzionale alle nostre competenze).
È compito di chiunque abbia contenuti quello di trovare la strada migliore per raggiungere i suoi destinatari. Arte e cultura possano contribuire a rendere questa società meno arida : la bellezza si cela ma in fondo esiste.
Come sempre la differenza non è mai data dagli strumenti a nostra disposizione, ma dall’utilizzo che ne faremo.
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Originally published at giulianodipaolo.com
