La parte più difficile del viaggio di cui nessuno parla

Gianluca Orlandi
4 min readOct 3, 2014

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Di Gianluca Orlandi

Scopri il mondo, fai nuove esperienze, incontri persone, ti innamori, visiti luoghi indimenticabili, impari a conoscere altre culture — poi improvvisamente tutto finisce. Le persone parlano spesso del viaggio e di quando si deve partire, ma cosa dire invece del ritorno a casa?

Parliamo delle parti più difficili quando decidiamo di andare via — cercare un lavoro, fare nuove amicizie, stare al sicuro, imparare le norme sociali — ma queste sono tutte fasi che si riescono a superare. Tutti questi momenti difficili vengono cancellati da quelli positivi.

Gli addii sono difficili, ma si sa che arrivano e fanno parte del gioco, soprattutto quando decidi di acquistare il biglietto aereo per tornare a casa. Tutti questi tristi saluti vengono sostenuti dal ricongiungimento con la famiglia e con gli amici che hai ben presente nella tua testa dopo aver lasciato casa la prima volta.

Poi ritorni li dove sei nato e cresciuto, incontri nuovamente tutti, passi le prime due settimane con la tua famiglia e i tuoi amici, raccontando tutte le storie che hai accumulato durante la tua assenza. Tutto è nuovo e sei come una star di Hollywood per le prime settimane e tutto sembra nuovo ed eccitante. Poi semplicemente… tutto finisce. Tutti si abituano al tuo ritorno a casa e cominci a ricevere domande del tipo: Quindi non hai ancora un lavoro? Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Stai vedendo qualche ragazzo/a? Stai cominciando a mettere da parte qualche soldo per quando andrai in pensione?

Ma la parte più triste è il fatto che una volta concluse le visite obbligatorie, sei seduto nella tua stanza da letto in cui sei cresciuto e ti accorgi che nulla è cambiato. Tutto è come prima. Sei sicuramente felice che tutti stanno bene, qualcuno si è sposato e qualcun’altro ha fatto figli, altri hanno ottenuto un nuovo posto di lavoro, si sono fidanzati etc. ma c’è una parte di te stesso che sta urlando al mondo “Ma non ti accorgi di quanto sono cambiato?”. E non mi riferisco ai capelli, al peso e ai vestiti o altri aspetti che hanno a che fare con l’apparenza. Quello che voglio dire è cosa sta succedendo all’interno della tua testa. Il modo in cui i tuoi sogni sono cambiati, il modo di percepire le persone in maniera differente, le abitudini che sei felice di aver perso, tutto quello di nuovo che ora è veramente importante per te. Vuoi che ognuno riconosca tutti questi cambiamenti e desideri condividerli e discuterne con gli altri, ma non c’è alcun modo di descrivere il modo in cui il tuo spirito evolve quando lasci tutto quello che conosci alle spalle e ti sforzi di usare il tuo cervello nel mondo reale e non con un esame a scuola o all’università. Sai per certo che stai pensando in maniera differente, perchè realizzi questo ogni giorno all’interno della tua testa, ma come fare a comunicare questa sensazione agli altri?

Sei arrabbiato e deluso. In alcuni momenti ti chiedi se tutto ha avuto un senso perchè ti rendi conto che nulla è cambiato, poi però ti accorgi che è stata una delle cose più importanti che hai fatto perchè ha cambiato e messo in discussione tutto. Qual è la soluzione di questo lato del viaggio? È come imparare una nuova lingua straniera che nessuno intorno a te parla e quindi non c’è modo di comunicare con gli altri il tuo stato d’animo.

Questo è il motivo per cui una volta che hai viaggiato e lasciato casa la prima volta, tutto quello che vuoi fare è partire di nuovo. Alcuni pensano sia una malattia o una droga, ma è solamente il tentativo di tornare in un luogo dove sei circondato da persone che parlano la tua stessa lingua. Non l’inglese, lo spagnolo, l’italiano o il portoghese, ma il linguaggio di chi sa veramente cosa vuol dire lasciare casa, cambiare, crescere, fare esperienza, imparare e poi tornare nuovamente a casa e sentirti più spaesato nella tua città natale, di quanto non lo eri nel posto più sperduto che hai visitato.

Questa è la parte più difficile del viaggio, ed è per questo motivo che scappiamo via nuovamente.

Viaggio zaino in spalla e con biglietto di sola andata, alla ricerca del mio posto nel mondo. Seguimi su https://www.gianlucaorlandi.io e https://www.fb.com/gianlucaorlandi

Potete trovare la versione originale di questo articolo in inglese di Kellie Donnelly a questo link

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