Marino è stato dimesso, ma Roma è ancora malata. E adesso?

Marco Fiocchi @RondoneR
5 min readOct 31, 2015

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Finalmente lo hanno mandato via. Il sindaco di Roma più odiato da destra a sinistra. A chi dava così fastidio Ignazio Marino? A (quasi) tutti.

Nell’ultimo quarto di secolo nessun sindaco di Roma ha “riunito” tanti romani (e non!) come Ignazio Marino di fatto è riuscito. Ex-fasci ed ex-rossi, preti e malavitosi, minoranze religiose di commercianti e centri sociali razzisti, grillini e leghisti, romanisti e laziali. Tutti uniti per mandarlo via.

Non è stato facile, ma ora possono festeggiare. Quali sono le colpe? Tante, diverse, ma, a pensarci bene, le più gravi sono quelle più simili ai suoi meriti.

Non ho mai pensato che Marino fosse molto sveglio, lo ammetto, lo prendevo in giro molto prima degli altri. Fa parte di quella rivincita dei nerds che ormai investe l’umanità intera.

Tuttavia ricordo bene le elezioni più veloci della storia politica di Roma. Marino stravinse perché era il “non-politico”.

Sostanzialmente la vera “colpa” della sorpresa Marino fu della Polverini, che liberando la Regione (Zingaretti era già pronto per il Campidoglio, a proposito, ne sentite mai parlare male da qualche parte? Anzi: ne sentite mai parlare tout court?) spostò l’asse dello sporco potere condiviso tra destra a sinistra sulla capitale da decenni.

Il PD romano non sapeva bene che carte prendere, perché doveva trovare un nome “leggero” che potesse essere manovrato e sacrificato a seconda delle esigenze. Ad un certo punto Bettini scelse Marino (salvo poi dichiarare a Natale che era meglio che si dimettesse, notate bene, per ricandidarsi: nemmeno Hegel era arrivato a simile dialettica),

Del resto i cittadini delle primarie lo avevano preferito a Sassuoli e all’eredità giornalara di Rutelli/Veltroni (altro duo osannato dai media, che sfracellò la capitale, tanto che i romani si buttarono su Aledanno piuttosto che rischiare il ritorno di Cicciobbello…).

Ignazio però non rispettò nemmeno un ordine di scuderia e partì sparato con la sua bicicletta a fare cose folli. Quali? Praticamente fece come se non esistesse la bandiera che sventola gloriosa sull’imperuccio romano di questo scorcio di Storia. Quella de “Lei non sa chi sono io!”.

Pensate. Pedonalizzò là dove tutti dicevano che si doveva pedonalizzare ma poi non si completava mai. Cacciò, roba mai vista, i mercanti dal Tempio (o almeno ci provò). Al Colosseo quanto ci metteranno a tornare i trediciniani camion bar e gli urtisti vittime di antisemitismo? E i “tradizionali” mercatini made in china di Piazza Navona? Pensate che chiuse la tana oscura di Malagrotta, ma aprì la Breccia del LungoMuro di Ostia. Cose inaudite…

Mafia Capitale esplose guarda caso proprio mentre si ravanava nel torbido. Inutile dirvi a chi diedero invece la colpa.

Fortunatamente, non sono l’unico ad essermi accorti della congiura dei colpevoli. Ci chiedevamo tutti quando sarebbe caduto. E quando anche il “buon” Papa ha partecipato al tiro bersaglio, abbiamo capito che era questione di giorni, se non di ore.

Lo “Scomunicato Stampa” di Gramellini, resterà il titolo perfetto di questo ennesimo epilogo tragicomico dell’Iliade Capitolina. Perché non è un’Odissea. E’ molto più una tragedia senza fine.

Come ben emerge dall’ultima immagine dell’ormai celebre blog Roma Fa Schifo che diventa schizofrenico nel doppio ruolo di congiurato e paladino.
(Dopo averlo spesso massacrato, aggiornerà poi tutto quello che “perderemo”, facendolo dimettere).

Così Marino, abbandonato, tradito da tutti, parenti, amici, ristoratori e camerieri, servi e senatori, dai finti cavalieri che Renzi gli affiancava prima di mandare sms laser stile Darth Vader, sfottuto da RAI e Mediaset, da Ballarò a Ballantini,

Marino Ballantini: “la #metroA è chiusa! andate in bicicletta..” @ignaziomarino @DarioBallantini @Striscia #Romaora pic.twitter.com/609s5SeaB1

— Marco Fiocchi (@RondoneR) September 28, 2015

è costretto a gettare la spugna. Lo fa con una rabbia evidente. Comprensibile. Che fa quasi tenerezza.

https://www.facebook.com/ignaziomarino/videos/10153312172139217/

Cadere per due tagliolini scotti, un’economy, forse con upgrade in volo vicino all’uscita di sicurezza.. Una Panda rossa non parcheggiata bene (Ci rendiamo conto? La Panda rossa senza ZTL! Vi ricordate ai tempi di Veltroni il capo dei pizzardoni Catanzaro con il bolide sul posto disabili?). Fa rabbia. Davvero.

E ora?

Che ne sarà di Roma? Una città che aveva solo provato a tirare fuori la testa, in vista di temibili eventi quali il falso (?) Giubileo, con una speculazione su turismo ed ospitalità spaventosa, che ha ormai mappe mafiose per trovare il ristorante o l’albergo. Dove ogni ambiente è corrotto, colluso, piazzato da vecchie logiche di clientelismo mai cessate (Zetema è solo un esempio).

Che ne sarà del suo traffico irrisolto, dell’Atac al collasso, putrido e pretestuoso, delle sue metropolitane drammatiche, dei suoi parcheggi fantasma, e di quelli che sventrano la sua pancia senza senso e del divieto di bicicletta, pena il furto legalizzato della stessa? Che ne sarà dell’Ama e dello schifo della raccolta che non funziona? Che ne sarà delle transenne eterne e dei ricatti edilizi di palazzinari immortali e del Grande Ford Sopraincoerenza? E cosa ne sarà dello Stadio della Roma e del Flaminio abbandonato? Ma soprattutto cosa ne sarà di noi romani e della nostra atavica, anarchica, ostinata inciviltà?

Sapete cosa vi dico? Me ne frega davvero poco. Tanto non cambierà mai nulla. Era questo quello che volevamo? Non lo so, ma è questo quello che ci meritiamo.

[francamente…]

Mi spiace solo per la mia, nostra piccola impresa miracolosa di piantare alberi al centro di Roma. Temo proprio che dovremo aspettare ancora. Per molto tempo.

Piazza San Silvestro: ecco come potrebbe diventare. Grazie a tutti voi. #Piazzalalbero

Posted by Piazza l’Albero on Martedì 28 aprile 2015

*Aggiornamento

Le ultime giornate (dalle dimissioni al ritiro delle stesse fino alla decadenza da sindaco) direi che dimostrano ampiamente cosa avevo scritto in questo articolo. E’ stato un finale osceno. Marino avrebbe potuto evitarlo,

ma forse così, lo sciacquone del PD romano è stato tirato fino in fondo. E tutti possono ammirarne cosa ne resta.

Originally published at rivistaroma.com on October 9, 2015.

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Marco Fiocchi @RondoneR

Poeta. Nato per scherzo, vivo per volare - Filosofo paroletario abbastanza content di fare l’editor anche con l’influencer. Urban, food & travel blogger, SMM