Turismo accessibile

AISM onlus
11 min readJul 20, 2015

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Europe Without Barriers

le foto e le impressioni di viaggio

Dal 5 al 19 giugno si è svolto il tour pilota del progetto “Europe Without Barriers”, un itinerario che ha toccato varie mete turistiche in Italia e in Europa per promuovere l’idea che viaggiare è possibile, e deve essere possibile, in qualunque condizione. Nella progettazione e realizzazione dell’itinerario sono state poste al centro sopratutto l’attenzione alla persona e la capacità di soddisfare le diverse esigenze di tutti. Perché il turismo accessibile è, semplicemente, turismo per tutti.

Quindici viaggiatori tra cui persone con SM, persone con disabilità di vario tipo e livello, architetti, designer, membri dell’European Disability Forum, operatori di settore, blogger ed esperti di turismo sociale in viaggio per valutare il percorso e le strutture-tappa di un itinerario che ha toccato varie mete turistiche dell’Italia centrale e del Nord Europa.

Il diario di viaggio

un racconto di @LauraSanti1

Arezzo, primo giorno

Potrebbe essere un racconto su più livelli la storia di questa caldissima giornata, che ha messo insieme diciannove persone per la prima volta. Il racconto di tante amicizie che nascono dopo il meeting mattutino, di tante storie che s’intrecciano, di persone che si danno una mano nella fatica e nel caldo, di una Arezzo che ogni tanto ridà fiato con fresco e ombra, e scopre le sue bellezze: il Duomo, Piazza Grande e il mercatino dell’artigianato, la Chiesa di San Domenico, le stradine dove Roberto Benigni girò “La Vita è bella”. E poi, il racconto delle barriere. Tante, decisamente troppe per una città così bella, dalla rampa d’accesso al Duomo malmessa, ai montascale delle mura urbiche rotti; dai bagni che mancano o sono lontani, ai posti auto complicati. Girare Arezzo in carrozzina non è una passeggiata. Eppure ci si prende in giro, io mezza morta per il caldo con la mia SM, e Martyn Sibley, il nostro blogger inglese, che dalla sua carrozzina elettrica ride: non ama il freddo e con il caldo rinasce. Alla fine è andata, e Arezzo era bellissima.

Siena, secondo giorno

La sfida dell’accessibilità totale oggi si gioca a Siena. Accessibilità a 360 gradi per i viaggiatori del tour europeo di AISM e per i nuovi arrivati: di fronte al Duomo, la senese Maria Grazia, ipovedente, descrive la città come poco accessibile, i percorsi “loges” sono scarsi così come le altre facilitazioni per i ciechi. Eppure, Siena appare una città vocata al turismo per tutti. Il Duomo accessibile, il Museo di Santa Maria della Scala (con i biglietti gratuiti per tutti quanti, e non era un obbligo), l’Ufficio del turismo, la sala bambini dello stesso Museo per accogliere i bimbi, proprio perchè “turismo per tutti” è anche per le famiglie. Manca qualche segnaletica d’aiuto alle persone con disabilità, a volte ci si affida più alla buona volontà dei singoli che non al sistema. Ma nel complesso, la città è accogliente. La squadra impara a gestirsi (è proprio un viaggio di formazione, il nostro) e scopre che girare a piccoli gruppi, visti i bisogni diversi, è molto meglio.
Piazza del Campo è lunga da arrivare, ma le vie sono scorrevoli. E la piazza, col suo dislivello da capogiro, fa barcollare chi ha qualche problema d’equilibrio, magari per la SM. Ma il colpo d’occhio è sempre fenomenale.

Firenze, terzo giorno

L’approccio con Firenze per il gruppo di “Europe without Barriers” parte da Piazzale Michelangelo, con la vista del Ponte Vecchio, del Duomo, di Palazzo Vecchio, della chiesa di Santa Croce, e col vento che ci rinfresca un po’. Entrando poi a Firenze, la città, pur pianeggiante, si rivela impegnativa. A partire dai pavimenti. I lastroni di pietra non aiutano nè chi cammina in carrozzina. (Martyn, con la sua carrozzina elettrica, ha dei buoni strattoni, Stefano che mi spinge, fatica molto) nè chi ha fatica deambulatoria, o un po’ di atassia, o trascina solo un po’ una gamba. Nonostante ciò il personale dei monumenti e delle chiese è preparato, il Duomo e Santa Croce sono perfettamente accessibili, ci sono bagni pubblici dappertutto. Girare in mezzo al caos di turisti, fra taxi, ambulanze, lavori e transenne è comunque possibile, perché ovunque, la gente ti aiuta senza che tu glielo chieda, e con la sua gentilezza sopperisce alla segnaletica carente. Le vie dello shopping mostrano molte più barriere. Firenze è stata una scoperta per alcuni viaggiatori internazionali del team, una riscoperta per i viaggiatori italiani che la conoscono, e l’amano, da sempre.

Assisi, quarto giorno

Oggi da Firenze ci spostiamo in Umbria, a Perugia e Assisi, e tocchiamo con mano cosa significhi accessibilità relazionale, oltre che fisica-architettonica. Ovvero, saper accogliere e non far sentire diversi.
Ce ne rendiamo conto nelle due tappe, quando Marco effettua i consueti rilevamenti delle distanze con l’odometro, lo strumento che misura le distanze per l’accessibilità. A Perugia, Cattedrale di San Lorenzo, il personale non è affatto ‘friendly’, nonostante le spiegazioni e la chiara missione del gruppo. Assisi, Basilica Inferiore di San Francesco, lo stesso personale all’ingresso non solo è incuriosito ma è affascinato, ci offre aiuto e ci augura buon lavoro. La novità che non ci si aspettava ad Assisi: la tomba di San Francesco, meta mondiale e non solo per il turismo religioso. Da pochissimo è finalmente diventata accessibile. Così, anche i nostri compagni di tour in carrozzina e quelli con ausili sono potuti scendere per ascoltare il silenzio e godere degli affreschi di Giotto. L’accessibilità che non ci si aspettava. Qualche fatica in strada, con stampelle o carrozzina si fatica sui pavimenti sconnessi dell’acropoli perugina; mentre Assisi, pur con i suoi dislivelli, ha pavimenti più lisci e percorribili. Voto positivo invece per musei e personale di entrambe le città del “cuore verde”.

In viaggio per la Slovenia, quinto, sesto e settimo giorno

Ci sono volute oltre otto ore di viaggio per arrivare in Slovenia partendo dalla casa vacanze I Girasoli a Lucignano. Otto ore passando per Trieste, con svariate pause, perchè il gruppo di “Europe Without Barriers”, al quinto giorno di viaggio e nel pullman guidato dal sapiente Manfred, si è fermato a tutte le necessità fisiche delle persone, vuoi la stanchezza, vuoi l’urgenza di andare in bagno che con alcune disabilità si accentua. Piano piano, con un po’ di pazienza perché viaggiare disabili significa viaggiare con pazienza, siamo saliti al nord. Verso Pordenone si è aggiunta al gruppo la nostra presidente Roberta Amadeo. Uno spuntino in autogrill e poi la carovana è ripartita, destinazione Catez in Slovenia,sede di stazioni termali. Stiamo abbandonando una realtà nota e ben protetta, I Girasoli, per andare a testare una struttura nuova. E la testeremo nel vero senso della parola: sarà parte del team a effettuare domani tutte le rilevazioni e le misure di accessibilità del nostro hotel, con odometro e software dedicati. E più di tutto saremo noi, con la nostra quotidianità, a testare quanto è accessibile e vivibile la struttura, sotto ogni punto di vista. Non sempre il risultato sarà positivo, ma il test-tour serve anche a questo.

Lubiana, ottavo giorno

All’arrivo a Lubiana, capitale della Slovenia, ci appare curioso che una città capitale e al centro dell’Europa abbia solo 300mila abitanti, eppure sia stata in passato uno dei cuori pulsanti del Vecchio Continente. La risposta è nel suo essere sempre ‘al centro’, geograficamente e non solo.
Oggi Lubiana si caratterizza per un altro aspetto che subito salta agli occhi dei viaggiatori di “Europe Without Barriers”: l’accessibilità. Nel 2014 era già salita al terzo posto nella classifica europea per le città accessibili. Passeggiare per Lubiana, città mitteleuropea dall’aspetto austriaco, è un’esperienza piacevole, romantica e per nulla faticosa. Lungo il fiume Lubianica si snodano caffè e tavolini all’aperto. Ovunque i locali, le attività, i bagni pubblici sono quantomeno accessibili, ove non dotati di ascensore. Le distanze brevi favoriscono l’esplorazione. Soltanto il caldo e l’umidità intensi mettono alla prova chi soffre le alte temperature: con la SM diventa sempre più faticoso camminare. I miei amici in carrozzina o in stampella, con diverse disabilità, invece se la cavano, e mi danno pure una mano. Il gruppo di EWB alla fine si divide tra i viaggiatori più ‘operativi’ e instancabili, alle prese con misure e accessibilità tecniche, e quello più di relax, magari anche solo per necessità fisiche. Alla fine, la città ce la siamo goduta comunque tutti.

Nel giorno dedicato alla capitale slovena i viaggiatori del tour europeo di AISM si sono addentrati nelle grotte di Postumia, un’esperienza che da sola merita una menzione. Non solo per la bellezza delle grotte, le più famose al mondo, 20 chilometri di fenomeni carsici;
quanto perché nel percorso dentro le grotte, parte in trenino e parte a piedi, tutto il gruppo di EWB, compresi quattro membri in carrozzina, è riuscito a entrare. Unico parziale limite per Martyn Sibley, che con la sua carrozzina elettrica ha dovuto rinunciare solo al percorso a piedi; ma già l’attenzione e la cura con cui il personale lo ha sistemato in uno dei vagoncini del treno, fermando la corsa dei turisti, sistemando insieme gli altri disabili con annesse carrozzine e permettendogli la prima corsa comunque emozionante, è da lodare. Ho letto negli occhi di Martyn, viaggiatore esperto con decine di viaggi alle spalle e un blog letto da migliaia di fans, l’emozione e la soddisfazione di potercela fare. Dopo la corsa in treno e il saluto a Martyn che è tornato indietro, siamo proseguiti a piedi, stradine sdrucciolevoli e ripide, ma comunque sicure. C’era Roberta Amadeo insieme a noi, e per lei certe pendenze, al confronto degli altri, erano facili… Ma se la sono cavata tutti, con l’aiuto del personale, della nostra guida, degi altri compagni di viaggio.

Zagabria, nono giorno

Dopo la piccola e suggestiva Lubiana, oggi ci spostiamo in Croazia e approdiamo a Zagabria. L’impressione non può essere la stessa, Zagabria ci appare subito molto più caotica e trafficata. Il primo disguido sembra segnare la giornata, la guida parlante italiano sale nel pullman, ci saluta, e realizza che siamo un gruppo (anche) di persone con disabilità: non era stata informata dal coordinamento guide e non ha itinerari ad hoc. Manfred gira a lungo con il mezzo per assenza di parcheggi, Roberta Amadeo (che doveva comunque ripartire) ahimè se ne parte prima per oggettiva difficoltà di parcheggio Momenti di tensione, la guida si scusa. Di chi è stato il ‘misundertanding’? Non è certo, quello che è certo è che una guida preparata o meno sul tema disabilità condiziona in modo drastico. Al di là di ciò, e riaggiustato da parte della guida (mortificata!) l’itinerario, siamo riusciti a vedere grossa parte della città storica, e pure a salire in funicolare con le carrozzine. Il centro pedonale di Zagabria è facilmente percorribile, e c’è pure una bella mappa tattile della città in bronzo, per ciechi. La “lezione” di oggi del test-tour è l’importanza di informare senza equivoci. E anche, la presenza di una guida che stia, come si dice, sul pezzo.

Lago Misurina, Auronzo di Cadore, decimo e undicesimo giorno

Fare una “wheelchair race”, una corsa in carrozzina lungo le rive del lago Misurina, ad Auronzo di Cadore, con una gara tra: italiani (io e Marco che mi spingeva), polacchi (Margaret spinta da Elisabetta) e inglesi (Martyn da solo) è stato per me il momento più gioioso di una giornata che Battisti avrebbe definito ‘uggiosa’. Solo pioggia infatti ad Auronzo di Cadore, saltano le Tre Cime di Lavaredo, per noi di “Europe Mithout Barriers”: pericoloso per la carrozzina elettrica di Martyn, ma sarebbe stato un caos per chiunque. Riusciamo comunque a vedere il lago, a fiancheggiare la Foresta di Somadida, a goderci il panorama delle Dolomiti da dietro il vetro del pullman. Riusciamo a farci una passeggiata per Auronzo, che si affaccia sul lago omonimo ed è deliziosa (arrivo a camminare oltre un chilometro e mezzo!). E facciamo anche i nostri sopralluoghi di accessibilità, sentendo l’ufficio turistico e misurando strade e dettagli. Ci sono parecchie cose da migliorare quanto ad accessibilità e accoglienza, ed è un peccato, visto il territorio a dir poco straordinario. In compenso c’è Casa Letizia del network LikeHome di AISM, silenziosa, spaziosa e accessibile, che ci ha ospitato.

Lago di Costranza, dodicesimo giorno

Cosa significa applicare le regole per l’accessibilità? Lo scopriamo, noi di “Europe without Barriers”, alla gita al lago di Costanza, partendo dalla stazione marittima di Bregenz, Austria. In biglietteria non accettano il pass europeo perché non lo riconoscono (il lago è fra Austria, Germania e Svizzera, e i pass di questi tre Stati sono diversi da quello UE). E il pass europeo a cosa vale? Lunga discussione, non tanto per lo sconto, quanto per il principio: non possono farci entrare senza biglietto (sarebbe contravvenzione) nè farci un biglietto “disabili”. Alla fine, la spuntiamo a metà con gli sconti ma quel che è importante, la capitaneria di porto porrà — è la loro promessa — il problema alle autorità portuali. Viaggiare da disabili e in gruppo — più forti e consapevoli — significa anche rompere il ghiaccio, e dare noi un input perché le regole, se non vanno bene, vengano cambiate. Lo sforzo è ben ripagato: il Lago di Costanza attraversa i tre paesi e l’Isola di Mainau che visitiamo, in confine tedesco, è un immenso e variopinto giardino botanico, un paradiso terrestre. Anche di accessibilità: carrozzine e scooter in dotazione, pavimentazione differenziata per ciechi, segnaletica visiva giusta per sordi — ce lo mostra l’architetto Consuelo Agnesi, persona sorda e consigliere CERPA, che da ieri è con noi — una mappa dell’isola con colori diversi per la percorribilità in carrozzina.

Baviera, dodicesimo e ultimo giorno

Oggi per “Europe without Barriers” c’è il turismo testardo, oltre che accessibile. Quello che se può decide di non arrendersi, malgrado le difficoltà oggettive e le defezioni. E alla fine, il turismo testardo ci regala un’escursione da favola, in tutti i sensi. La favola del Castello di Neuschwanstein (Baviera, Germania). Luogo ultra-visitato e ultra-fotografato nel mondo. Neuschwanstein ci appare subito difficile, impervio, una rocca ottocentesca in stile medievale rimpiccata in alto. Parcheggi due km più sotto, nessun pass nè ingressi disabili. Ci sono navette per persone in carrozzina, ma ahimè non per quelle elettriche (inspiegabile) e Martyn si deve arrangiare da sè. Gli altri: per le carrozzine, un ingresso all’ora, contingentato e su prenotazione, per poco spazio in ascensore e necessità di sorveglianza. Già la brochure turistica ci avvisa che il posto è poco accessibile. Problemi con gli orari, molti stasera devono ripartire, inizia a piovere, scarsa segnaletica e scarso orientamento fra i servizi. Con la massa di turisti, non ci pare il massimo. Ci salutiamo con i compagni internazionali (Martyn ahimè deve rinunciare per la pioggia), e pensiamo pure di andarcene. Alla fine ci ritroviamo in sette più una carrozzina smontata, a bordo di carrozza con cavalli, su per il castello, sotto la pioggia. Arrivo al castello: con la mia SM sono l’unica con problemi a camminare. Decido di provarci anche senza prenotazione, gli altri mi aiutano. Saliamo le scale e iniziamo il tour. Nella prima sala una guida mi ‘scova’ e alla fine, senza prenotazione nè nulla, mi fa passare in carrozzina con Elisabetta lungo le sale del castello (e in ascensore), insieme al gruppo, gestendo entrambi. Buon senso ed
lasticità unite alla professionalità tedesca hanno sopperito all’iniziale inaccessibilità. Regalandoci, per questo ultimo giorno di “Europe without Barriers”, un giro da favola.

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AISM onlus

Associazione Italiana Sclerosi Multipla. Diritti, persone, ricerca, per un mondo libero dalla sclerosi multipla.