Il sommergibile Pietro Venuti

L'Italia delle Navi
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3 min readJan 21, 2020

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Varato il 9 ottobre 2014 presso gli stabilimenti Fincantieri del Muggiano (La Spezia), il sommergibile Pietro Venuti (S 528) è la terza unità della Classe Todaro e, insieme al sommergibile Romeo Romei, costituisce la 2^ serie del progetto italo-tedesco U-212A, probabilmente la più avanzata interpretazione su scala mondiale del sottomarino convenzionale.

È caratterizzato da soluzioni tecnologiche modernissime, interamente realizzato in materiale amagnetico e impiegando le più moderne tecniche di silenziamento per la riduzione della segnatura acustica. Il sommergibile ha un dislocamento di superficie di 1.509 tonnellate, una lunghezza fuori tutto di 55,9 metri, un diametro massimo di 7 metri e può raggiungere in immersione una velocità superiore ai 16 nodi. L’equipaggio è composto da 27 persone.

L’unità prende il nome dal capo silurista Pietro Venuti, decorato con medaglia d’oro al valor militare alla memoria per il gesto eroico compiuto nel corso di una missione di guerra il 24 giugno 1940 sul sommergibile Luigi Galvani, dislocato nelle acque del Mar Rosso. Scrive il Quirinale:

Il 2° capo silurista Pietro Venuti [Credits: marina.difesa.it]

«Di guardia in camera di lancio addietro di sommergibile che nel corso di ardua missione di guerra in mari lontani dalla Patria, veniva improvvisamente attaccato, in fase di immersione, da preponderanti forze di superficie avversarie, si distingueva con bravura e coraggio. Danneggiata irreparabilmente la zona poppiera da colpo di cannone che apriva una pericolosa via d’acqua nel locale a lui affidato, anziché cercare la propria salvezza, consapevole di votarsi a morte certa, vi si chiudeva stoicamente, bloccando la porta stagna. Con il suo cosciente, sereno sacrificio, evitava l’improvviso allagamento di tutto il sommergibile, rendeva possibile la temporanea immersione del battello ed assicurava la salvezza di gran parte dell’equipaggio mentre egli — che alla Patria ed al dovere aveva offerto la vita scompariva in mare con l’unità che successivamente si inabissava. Esempio luminoso di sublimi virtù militari. Mare Arabico, 24 giugno 1940

Siete pronti a fare un tour a 360° nel sommergibile più moderno della Marina Militare italiana?

Attraverso il boccaporto di coperta accediamo al primo ponte e raggiungiamo la plancia, da cui si comanda la navigazione.

Raggiungiamo subito la sala operativa che è il centro nevralgico per tutte le attività del sommergibile. È in questo locale infatti che il comandante, supportato dal suo staff, prende le decisioni. Qui sono disponibili tutti i dati forniti dai sensori di bordo e la maggior parte dei controlli delle apparecchiature di bordo (siano esse propulsive o d’arma).

# Ponte 1 — Sala Comando — Centrale — Operativa

Chi sono i sommergibilisti?

I sommergibilisti rappresentano una delle componenti di “élite” della Marina Militare. Il sommergibilista ha un continuo aggiornamento attraverso ciclici passaggi presso il Centro Addestramento Sommergibili, che ne caratterizzano l’intera carriera e che gli consentiranno di svolgere tutte le mansioni connesse al suo impiego a bordo, sino a raggiungere il massimo livello possibile per ogni ruolo. [Fonte: difesaonline.it]

Radarista e Carteggio
Sala Comando — Weapon Room
Sala Comando — Timoneria e MSC

Armamento e propulsione

L’armamento è composto da 6 tubi lancia-siluri da 533 mm con sistema di lancio tipo Push-out in grado di lanciare Siluri pesanti autofiloguidati tipo Black Shark Advanced (BSA). Il sistema di propulsione, basato sull’impiego di tecnologie Air Indipendent Propulsion, rende il sommergibile altamente silenzioso, con un profilo stealth avveniristico che ne esalta la prerogativa di occultamento, caratteristica essenziale per un sottomarino del terzo millennio. Il Fuel Cell System è basato su celle a combustibile alimentate da idrogeno ed ossigeno, che affianca l’apparato di propulsione diesel-elettrico convenzionale (diesel generatore + batterie di propulsione).

# Ponte 2 — Zona Siluri
# Ponte 1 — Fuel Cell

La vita a bordo

I membri dell’equipaggio vivono in un vero e proprio agglomerato di tecnologia, condividendo spazi ristretti. I turni di lavoro consentono di utilizzare in modo ottimale le dotazioni a disposizione, concepite in ogni dettaglio per la vita “negli abissi”.

# Ponte 2 — Zona Vita
Cuccette e dormitorio

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