RomagnaLab

INTEROPERABILITY
ITALIAN INTEROPERABILITY CENTER
33 min readSep 13, 2014

#RomagnaLab

Il Primo MediaLab CleanWeb della Romagna Smart Valley

In “We think” Charles Leadbeater scrive

“in passato eravamo quello che possedevamo;

ora sei quello

che condividi”.

RomagnaLabSite

RomagnaLabFacebook

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#MediaLab #SmartCity #startup #CleanWeb #ImpactHub

Un laboratorio di sperimentazione sui linguaggi dei nuovi media a disposizione dei ROMAGNOLI per la valorizzazione e la promozione della ROMAGNA. Uno spazio comune open space — open source — multidisciplinare dove poter testare idee innovative su come unire la multimedialità al racconto scritto, i video ai grafici interattivi, i social media all’archivio digitale, il cinema in pellicola al live-cinema e al 3D in un’ottica di promozione innovativa del brand ROMAGNA in tutto il mondo.

UN PROGETTO SMART-CITY CHE PARTE DAL BASSO

PER UN BRAND CHE PUNTA IN ALTO

L’idea del primo MediaLab della Romagna nasce da un gruppo di artigiani e creativi originari di Alfonsine — occupArti — provenienti da diversi settori e che vivono tra l’Emilia-Romagna e l’estero, allineati sulla volontà di “bonificare culturalmente” spazi urbani percepiti come “non-luoghi” spazi comunicativi dove concretizzare lo scambio di idee delle nuove generazioni:

trasformare uno spazio urbano

in una laboratorio della cultura e della creatività, con ricaduta sulla realtà territoriale e regionale.

avviare una rete

di collaborazione internazionale con altri Parchi Scientifici -MediaLab-FanLab — Factory italiane ed estere che condividono le idee del movimento Cleanweb in un progetto SMART CITY.

Un progetto di ri-qualificazione di uno spazio urbano come ambiente multidisciplinare artistico-culturale-creativo della Romagna aderente al movimento Cleanweb

Una città può essere definita Smart city quando gli investimenti effettuati in infrastrutture di comunicazione, tradizionali (trasporti) e moderne (ICT), riferite al capitale umano e sociale, assicurano uno sviluppo economico sostenibile e un’alta qualità della vita, una gestione sapiente delle risorse naturali, attraverso l’impegno e l’azione partecipativa.

Per l’economista spagnolo Gildo Seisdedos Domínguez, il concetto di Smart city è basato essenzialmente sull’efficienza che a sua volta è basata sulla gestione manageriale, l’integrazione delle ICT e la partecipazione attiva dei cittadini. Ciò implica un nuovo tipo di governance con il coinvolgimento autentico del cittadino nella politica pubblica seguendo una strategia condivisa che preveda un coordinamento a livello locale, regionale, nazionale e EUROPEO.

#RomagnaLab

#laboratorio multimediale

#laboratorio di arte multimediale

#un laboratorio di ricerca

Una organizzazione interdisciplinare, collettiva con spazi condivisivi per la produzione culturale dei #newmedia e della #tecnologiadigitale.

Uno spazio opensource interno al #RomagnaLab dove la collaborazione e la sperimentazione giocano un ruolo cruciale.

Comunità di laboratori multimediali:

#multidisciplinari La comunità è composta da partecipanti di diverse discipline e di diversa estrazione professionale

#aperti Creativi che stimolano lo scambio di conoscenze e la condivisione aperta nello spirito della cultura libera specialmente nella produzione di software open source

#sperimentali L’esito dei progetti non viene definita prima di essere avviati: sono processi creativi partecipativi, working-progress.

#metododilavoro Il processo di lavoro si basa su pratiche di apprendimento non formale, dove è stimolata learning by doing.

Al @RomagnaLab si svolgono diverse attività: artistico di ricerca e sviluppo , la produzione creativa, condivisione delle conoscenze e lo scambio, programma di formazione, laboratori, bricolage, la sperimentazione, la mediazione culturale, educazione civica e storica.

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#Social Innovators Lab

Un laboratorio di sperimentazione sui linguaggi dei nuovi media. Un laboratorio aperto con una serie di progettualità tese a favorire la costruzione di tessuto sociale a partire dall’ uso dei nuovi linguaggi, intesi sia come chiave d’accesso per stringere relazioni significative con i ragazzi della cosiddetta “selfie generation”. Alfabetizzazione digitale che passa dal virtuale al reale. Una piattaforma reale/virtuale che utilizza il webdoc come nuovo strumento di comunicazione che oggi sta rivoluzionando il “modo di fare” informazione online.

#ImpactHubRomagna

Hai in mente un’idea, un progetto o una start-up innovativa nel campo dei new media? Noi abbiamo l’obiettivo di creare uno spazio — open source — che ti consenta di utilizzare mezzi, risorse e conoscenze per poter realizzare i tuoi progetti. L’ImpactHub è una rete internazionale di spazi fisici attrezzati dove imprenditori, creativi e professionisti possono accedere a risorse, lasciarsi ispirare dal lavoro di altri, avere idee innovative, sviluppare relazioni utili e individuare opportunità di mercato. Impact Hub Romagna il primo “nodo romagnolo” di questa rete e il primo centro in Emilia-Romagna dedicato all’innovazione e all’imprenditoria nel campo della comunicazione e dei new media.

Uno spazio aperto – open source — dove incontrare individui molto diversi tra loro – imprenditori e operatori del non-profit, liberi professionisti e giovani studenti, creativi ed esperti d’informatica – tutti accomunati dal desiderio di avere un impatto creativo, costruttivo sul territorio della Romagna e sul mondo.

#COMMUNITY

Dai spazio ai tuoi progetti. #IHR è una community, un coworking, uno spazio di apprendimento e un incubatore per persone, progetti e organizzazioni impegnate a migliorare il mondo. Entra anche tu nella nostra rete globale e confrontati 365 giorni all’anno con imprenditori, freelance, non profit e professionisti provenienti da background e aree progetto diversi.

#SPAZI

Impact Hub Romagna è uno spazio pubblico open-source di grande ispirazione per chi vuole lavorare, incontrarsi, imparare, scambiare idee e trovare ispirazione. Ciascuna sala deve essere attrezzata con wifi ad alta velocità, proiettore e lavagne o superfici scrivibili e computer collegati alla rete veloce.

#EVENTI

Programmazione di eventi mensili, workshop ed eventi speciali con ospiti d’eccezione, programmi d’incubazione e accelerazione, momenti di confronto peer-to-peer e conversazioni sui temi che riguardano il territorio della Romagna.

#INCUBATORE

Percorsi d’incubazione su misura per far decollare la tua idea imprenditoriale e accelerare il tuo impatto su scala locale e globale. Programmi flessibili e concreti, affiancamento da mentors esperti, focus sull’innovazione culturale, sociale e ambientale. Accesso a opportunità internazionali contatto con investitori, confronto con un ecosistema dinamico.

MANIFESTO

-Lo spazio

“Lo spazio è il mezzo, non il fine”

Impact Hub Romagna è uno spazio fisico d’ispirazione per lavoro, incontri, formazione, scambio di conoscenze, connessione e sviluppo di idee innovative nel quale affermare soluzioni e modelli d’impresa sostenibili. Spazio di co-working dal design creativo, funzionale ed eco- compatibile. E’ uno spazio dove il co-working non è il fine, ma il mezzo.

E’ lo spazio dove poter immaginare spazi modulari dedicati a momenti di relax, meeting riservati, eventi, laboratori artigianali e per sperimentare performance artistiche, teatrali. Dove lavorare il legno, la ceramica, creare un’intelligenza artificiale, testare permorfance audio-video.

Oltre ad essere uno spazio fisico, Impact Hub Romagna è anche una piattaforma virtuale dove mettere in rete le proprie idee, aspirazioni, bisogni. Dove per avere le risposte giuste nel momento giusto, replicare modelli e ricontestualizzarli, creare connessioni con realtà simili e complementari, sperimentare strumenti in ambienti diversi, arricchire il proprio bagaglio di conoscenze, incrementare il proprio potere contrattuale.
E’ parte di una rete globale, all’interno della quale innovatori sociali possono accedere a risorse, connessioni, supporto. Gli hubber sono connessi attraverso sistemi in rete, in cui nuove idee possono fluire da un luogo ad un altro, adattandosi al contesto locale e generando ulteriori soluzioni innovative.

E’ uno spazio che riassume il meglio di un acceleratore d’impresa, di un incubatore di start-up, di un club esclusivo, di un think-tank. Utilizzare gli spazi è energia. Impact Hub Romagna è lo spazio nel quale tutto questo accade, e funziona perchè messo in moto da energie positive. Uno spazio dove si facilitano e si potenziano i bagagli di conoscenze già presenti tra i membri: è uno spazio che dà spazio.

Impact Hub Romagna è il luogo di istituzionalizzazione dell’Innovazione Sociale dentro l’economia. E’ il “sindacato” di tutti coloro che pensano, scrivono e fanno Innovazione Sociale, dentro il quale contribuire a definirne ed allargarne le aree, i limiti, le possibilità e i criteri di espansione.

- La collaborazione

“Impact Hub Romagna può vivere solo grazie alla collaborazione”

L’incontro tra persone è la base di tutti i processi di innovazione sociale. L’attivazione di rapporti collaborativi e di scambio informativo è al centro del sistema operativo di Impact Hub Romagna. Tutti i membri hanno accesso a servizi di condivisione, collaborazione e supporto alle progettualità in rete forniti dal network. L’empatia all’interno diImpact Hub Romagna rende le diversità professionali, culturali un valore aggiunto. La contaminazione ed una engineered serendipity sono gli ingredienti per un ambiente fisico e virtuale insieme (“firtuale”) dove la crowdcreativity può prendere forma e partorire idee che cambieranno il mondo (We Hub The World!). Lo scambio di pratiche e la creazione di gruppi di lavoro sono attivamente facilitati dagli host, esperti che connettono persone, pianificano eventi formativi e di discussione, individuando opportunità volte ad innescare collaborazioni tra i membri di Impact Hub Romagna.

- L’innovazione sociale

“L’Innovazione Sociale è attorno a noi”

Le innovazioni sociali sono le nuove idee per risolvere le pressanti sfide sociali ed ambientali che ci circondano. L’innovazione sociale, ampiamente definita, è intesa come la capacità, l’abilità, la forza di una società di comprendere, analizzare, affrontare e risolvere i suoi problemi socio-ambientali. Si sostanziano in innovazioni di prodotto o di processo, il cui impatto va a beneficio della collettività rispetto ai singoli promotori o comunità di riferimento. L’innovazione sociale può essere un prodotto, un processo, una tecnologia, ma anche un principio, un idea, un atto normativo, un movimento, un’azione o combinazioni di queste. L’innovazione sociale scardina la tradizionale tripartizione Stato- Mercato-Non Profit: appartiene a tutti i settori, li li contamina, ne accentua le intersezioni. Dal riuso di materiali al design, dall’imprenditoria sociale alle politiche pubbliche, dall’arte alla finanza, dalle energie rinnovabili alla comunicazione sostenibile, dall’agricoltura alla robotica. L’innovazione sociale è attorno a noi.

- Gli hubber

“Gli hubber sono i contaminatori dell’innovazione sociale”

L’innovazione sociale è guidata da un’intelligenza collettiva. In tutte le società sono presenti gli innovatori sociali. Migliaia di individui con le competenze e le idee giuste per generare il cambiamento, replicare e ripensare modelli di impresa sostenibili, competitivi, attraenti per gli investitori e le nuove generazioni. Gli hubber sono i generatori del cambiamento alla ricerca di spazi accessibili economicamente, funzionali e rispettosi dell’ambiente, stimolanti. All’interno di questi spazi è possibile far scattare la prima scintilla imprenditoriale, avere meeting e momenti di relax, partecipare ad eventi che sollecitano le spinte creative. Sono persone motivate e forti motivatori. Si lasciano coinvolgere dalla fiducia che hanno in sé stessi per creare, co-creare e migliorare la società attuale. Sono i contaminatori di innovazione sociale che con le loro idee, visioni, forza e competenza stanno dando vita ad un nuovo agire, ad un ritrovato e curioso ricercare, a nuove codifiche. Sono i “costruttori” dell’Hub. Attraverso eventi di co-creazione ne dettano i principi, l’imprinting imprenditoriale e ne disegnano lo spazio fisico. La partecipazione da parte degli hubber è la vera forza di The Hub. E’ l’aria che respira.

Geoff Mulgan, autore del bellissimo “Social innovation: what it is, why it matters and how it can be accelerated”, associa i connettori di innovazione sociale alle api.
Creature contaminatrici da un albero all’altro di idee, soluzioni, prodotti e processi innovativi che stanno cambiando – in meglio – il nostro quotidiano, le nostre relazioni, il nostro sentire un futuro coerente con i principi che manifestiamo.

Il RomagnaLab e l’Impact Hub Romagna sono la riproposizione di una società all’interno di uno spazio vissuto dagli hubber — e non solo.

#CorriereMediaLab

Il CorriereMediaLab è una piattaforma crossmediale per la sperimentazione di nuovi format di comunicazione interattiva e mobile basate sul web (Blog, Moblog, Vlog, treaming video,etc) possibilmente in aree connesse in wi-fi (wireless, senza cavi). Il CorriereMediaLab nasce per promuovere un social networking sull’informazione che farà dell’interattività una nuova forma d’interazione sociale e culturale.

Oggi le maggiori società di comunicazione, dal “Wall Street Journal” alla Time Warner, offrono servizi che discendono dai modelli concepiti presso il MIT, dall’Architecture Machine prima e dal gruppo di ricerca News in the future del Media Lab dopo , sulla base del concetto di Daily Me elaborato da Nicholas Negroponte. Il News in the future del Media Lab ha l’obiettivo di sviluppare e sperimentare nuove tecnologie di raccolta e invio delle notizie per migliorare la velocità di recapito e aggiornamento, l’efficienza nella produzione di notizie, l’efficacia della presentazione, e la collocazione dell’intervento editoriale e pubblicitario. Gli studi e i prototipi elaborati dal News in the future, progetto finanziato da giganti del mercato editoriale ed informatico, sono rilevanti per il loro ruolo di precursori di sistemi affermatisi sul mercato negli anni successivi. La vastità dei temi studiati presso il News in the future dimostra la completezza e la profondità con cui vengono analizzati tutti gli aspetti legati al futuro delle notizie. Qui di seguito descriveremo alcuni dei progetti in corso e vedremo che vengono presi in considerazione tutti i fattori che possono incidere sulla realizzazione di un buon sistema computerizzato di fruizione delle notizie, da quelli cognitivi a quelli tecnologici, da quelli semiotici a quelli sociali.

Gli studi del News in the Future sono suddivisi in quattro aree principali :

1) La prima (description) ha come obiettivo l’automatizzazione della creazione di rappresentazioni strutturate di dati che siano compatibili con il broadcasting, con i sistemi editoriali e con le applicazioni informatiche. Inoltre si occupa dello studio di sistemi di accesso ai data base testuali con query e filtri molto elaborati che non solo migliorano il machine understanding del testo, ma permettono al computer di estrarre parti di contenuto significative o pertinenti con il contesto della notizia. Nei paragrafi successivi ci soffermeremo su una delle ricerche condotte nell’ambito di questa area. Si tratta di Plum, lo studio della ricercatrice Sara Elo per un sistema in grado di approfondire le notizie, unendo la capacità di comprensione del testo-notizia a quella di definizione del contesto del lettore. Studiato sperimentalmente per ampliare notizie su disastri naturali, Plum è in grado di rendere la notizia più comprensibile al lettore attraverso una notevole quantità di informazioni aggiuntive basate sul confronto con il suo ambiente di vita. Un esempio pratico può chiarire questa tecnica: un cittadino di Torino comprenderà meglio l’entità di un incendio scoppiato a Tokyo se gli sarà detto che esso ha bruciato una zona pari al quartiere della Crocetta, invece che il nome o i metri quadrati della zona devastata.

2) La seconda area (observation) si dedica a sistemi che, individuandone caratteristiche ed interessi, costruiscono profili dell’utente (user modeling) volti alla personalizzazione delle applicazioni e alla formazione di comunità di interesse. Lo user modeling definisce newsworthy, valore notizia, l’informazione importante per il singolo fruitore o per la comunità. Si tratta di argomenti che interessano direttamente la nostra analisi poiché, come accennavamo sopra, la modellizzazione dell’utente è la base dei sistemi di personalizzazione delle applicazioni. In pratica per creare un giornale personalizzato (ma anche per personalizzare applicazioni meno complesse) il computer deve costruire una struttura di informazioni relative all’utente, fondamentale per la scelta delle notizie e per la loro presentazione. Questa struttura di informazioni è costituita dagli interessi, dalle abitudini, dalle esigenze professionali, dalle informazioni personali, ecc dell’utente. Conoscendo questi dati la macchina ha le informazioni necessarie per capire quali notizie, quando e come l’utente preferisce ricevere.
Un progetto che sviluppa le tecniche di user modelling sopracitate è Doppelga Nager, un sistema di raccolta e aggiornamento di informazioni sull’utente in base alle quali il computer agisce. Secondo gli sviluppatori di Doppelga Nager il computer dovrebbe adattarsi al comportamento dell’utente imparando dal modo, dal momento e dal motivo per cui l’utente fa determinate cose. E’ chiaro che si tratta di questioni cruciali per lo sviluppo di nuovi media giornalistici, in quanto l’obiettivo dei sistemi personalizzati è la possibilità di ottenere informazioni confezionate su misura.
Un altro studio in corso è Peer Glass, un progetto sviluppato dal ricercatore Jil Kliger per prendere in considerazione la possibile sfiducia che l’utente può avere in quei sistemi a cui dovrebbe affidare il reperimento di notizie (da quelle di spettacolo a quelle economiche), che in certi casi gli sono necessarie anche in ambito professionale. Peer Glass permette di visionare su svariati livelli il funzionamento del sistema di modellizzazione in modo che l’utente abbia la possibilità di verificarne l’efficacia.
Un altro progetto è Ringo, conosciuto anche come Homer, studiato per affrontare il problema del information and entertainment overload (sovraccarico di informazioni e di intrattenimenti), da cui deriva il software Firefly, il sistema digitale che fornisce suggerimenti discografici e cinematografici di cui scriveremo più avanti. Esso si basa sulla costruzione di “agenti di interfaccia” che producono suggerimenti e indicazioni, personalizzate in base agli interessi dell’utente, su articoli, video, musica, televisione, ecc. Ringo utilizza tecniche di filtro basato sul contenuto e tecniche di filtro sociale. Il primo tipo analizza i documenti e individua quelli corrispondenti agli interessi dell’utente (attraverso parole chiave e altre tecniche), il secondo formula consigli sulla base delle preferenze espresse da utenti con gusti simili. In pratica se A ha gli stessi gusti di B e sceglie spesso lo stesso genere di articoli, l’agente proverà a suggerirli anche a B. Si tratta in realtà di uno dei moltissimi sistemi sperimentali costruiti al Media Lab da un altro gruppo di ricerca chiamato Autonomous Agent Group, che si occupa dello sviluppo dei cosiddetti smart agents (agenti intelligenti) o filtri digitali che, secondo le parole di Negroponte, dovrebbero diventare i nostri “maggiordomi digitali” delegati alla gestione di molti aspetti della nostra giornata. Uno dei compiti dell’agente intelligente potrebbe essere il reperimento e il filtro delle notizie. Per questa ragione News in the future e Autonomous Agents (che si occupa di Intelligenza Artificiale) svolgono un lavoro congiunto nello sviluppo di questi sistemi.
Molti ricercatori, infine, si stanno impegnando per capire come i bambini concepiscono il concetto di notizia, come la discutono e come la creano. Moose crossing è un sistema MUD realizzato per capire come i bambini cambiano il modo di pensare, imparare e giocare quando vengono inseriti in una comunità telematica. Lo stesso esperimento è condotto tra i ricercatori di comunicazione con un progetto intitolato Media MOO, ideato da Amy Bruckman e Mitchel Resnick, per creare una comunità telematica professionale, una versione virtuale del Media Lab.

3) La terza area di ricerca (presentation), che comprende una decina di progetti, è dedicata alla realizzazione di strumenti inediti per la rappresentazione grafica e interattiva dei contenuti e per la riformulazione delle interfacce uomo-macchina.

4) La quarta (application), infine, prevede la realizzazione di svariati prototipi in grado di testare la validità effettiva dei sistemi elaborati.

#Antropizzare il web

Il CorriereMediaLab intende, in primo luogo, esprimere una sorta di palestra di comunicazione interattiva: utilizzando una piattaforma collaborativa, di giornalismo partecipativo, attraverso cui sviluppare un’azione di “performing media dell’informazione” basate sulla tecnologia del “Cloud Computing”
Un’esperienza basata sulla creatività digitale del “social tagging”: le tracce delle azioni sociali, di giornalismo partecipativo, che i cittadini-player posteranno nel web con segni, parole, suoni e immagini, che ricordano per altri versi le “tag” del graffitismo metropolitano teso a marcare tribalmente il territorio attraverso le azioni della spray-art. Si “sporcherà” il web per superare l’idea di non-luogo astratto, asettico e tecnocratico, per antropizzarlo. Lasciando liberi e puliti i muri delle nostre belle città.

#Glocal Diario

Il blog svolge la funzione semplice e costante del diario di bordo on line di un evento. Una serie di spettatori attivi segue il suo svolgersi per pubblicare direttamente le proprie impressioni, concepite proprio come la scrittura soggettiva di un diario personale. Ogni intervento nel blog accoglierà dei ‘commenti’ in cui chiunque altro spettatore potrà inserire le proprie opinioni. Trova così sviluppo il blog, inteso come ‘glocal diario’ in cui la scrittura soggettiva-locale si coniuga con la dimensione globale d’internet.

Circolo d’empatia

Il blog (o weblog) è uno dei fenomeni più significativi dello sviluppo di Internet dopo il crollo della new economy: esalta quella necessità di partecipazione diretta che la logica di chi credeva d’anteporre il mercato alla società delle reti ha sottovalutato.
Weblog significa Diario del Web e rappresenta l’opportunità di esprimere una scrittura soggettiva, partecipativa e connettiva che non presuppone particolare competenza telematica e non ha bisogno di passare attraverso la mediazione tecnica di un webmaster.
Il cittadino, l’utente, lo spettatore puoi impugnare l’opportunità di scrivere traducendo la sfera soggettiva, locale, privata, del tuo pensiero-scrittura nello spazio globale, pubblico del web.
Sulla base di ciò l’idea antica (e perenne) dello sguardo teatrale come circolo d’empatia e quindi come palestra di ‘cittadinanza’, di condivisione dello spazio pubblico, può coniugarsi con la scrittura connettiva dei nuovi ‘netizen’, i cittadini della rete.
Nella Società dell’Informazione il principio di cittadinanza riguarderà, infatti, sempre più la capacità di selezionare ed elaborare informazioni e immagini, piuttosto che consumarle.

#appunti sul progetto

1. Il locale e il globale. Spazi che diventano luoghi hanno innanzitutto una dimensione locale, addirittura di quartiere. LOCALE quindi immerso in un contesto culturale, sociale, economico territoriale ben definito. E quindi scambio e osmosi continua con quel contesto. Ricevere come dare. Un po’ come l’oste che accoglie, impara, dà. Un po’ come le imprese del distretto che raccolgono, producono, rilasciano. Ma il locale non basta. Le sfide della contemporaneità richiedono un collegamento continuo con i flussi di idee e i processi globali di trasformazione della produzione, del consumo, del vivere. E’ di nuovo questione di input e di output. E anche di coesione interna delle comunità che fanno di questi spazi dei luoghi. Il legame, il confronto e la competizione con il globale tiene tesa la corda dell’innovazione. E senza comunità e innovazione questi luoghi tornano ad essere spazi morti.

2. Il pubblico e il privato. La publicness si usa per indicare la qualità e la dimensione collettiva degli esiti di un progetto, un’infrastruttura, un servizio. Non è un modo per tagliare corto ed evitare le trappole delle ideologie. La “publicness” è il riconoscimento che edifici pubblici o privati, enti pubblici o società private possano avere una natura pubblica-collettiva, e quindi produrre esternalità positive, assicurare l’accesso a tutti, aiutare le fasce più deboli. Nel progetto RomagnaLab la cultura, l’educazione, il welfare, l’occupabilità, il capitale sociale sono i temi centrali dei progetti di riqualificazione degli spazi abbandonati come la futura sede del RomagnaLab, in una dimensione collettiva assicurata anche da operatori privati, con un modello di business sostenibile dove pubblica amministrazione e partner privati coesistono.

3. La regola e l’informale. Uno spazio urbano che favorisca l’innovazione dove ci sia libertà di testare-mostrare-dimostrare-prototipare-interagire-pivotare-sbagliare-osare-raccontare anche a dispetto delle regole, del buonsenso, delle prassi, del pensiero comune. Un ambiente ibrido dove declinare questi verbi, dove praticare il learning by doing e il learning by interacting, dove sia lasciato lo spazio anche all’errore, alla forzatura delle regole e alla natura informale e non codificata dell’innovazione e dei sui esiti. Nella relazione proprietario-gestore-ospiti-utenti si pongono le basi per ri-definire un nuovo contratto sociale che reinterpreti quanto avviene negli spazi tipici dell’informale (diversi luoghi di aggregazione sociale), limitando gli incentivi per i free rider.

4. L’hardware e i software. Ripensare ai vuoti non significa ri-partire dall’involucro. Un buon involucro, dotato e infrastrutturato, è spesso considerata la condizione di partenza per la riattivazione e l’attrazione di comunità di innovatori e utenti, con due effetti collaterali: la ristrutturazione (e in alcuni casi l’abbattimento e la ri-costruzione) mangia risorse, una quantità enorme di risorse, totalmente sproporzionata rispetto alle reali e minime esigenze per favorire lo sviluppo di una comunità. Il secondo effetto, negativo, è il tempo. La ristrutturazione, che spesso richiede procedure di evidenza pubblica e iter codificati, ruba mesi e anni, toglie speranze, fa perdere il momento di attenzione, fa perdere semplicemente il momentum. Credo che occorra spostare, decisamente, l’enfasi dall’hardware al software, garantendo sicurezza per le persone e cura dell’asset fisico e dedicando risorse per gli elementi più intangibili legati all’attivazione dello spazio, al sostegno per chi lo abiterà, alla contaminazione, etc… La responsabilità di questo bilanciamento, un fatto culturale prima ancora che un insieme di regole, è in capo al proprietario (amministrazione pubblica, fondo immobiliare o soggetto privato) e al gestore. Occorre disegnare quindi nuovi patti, sistemi di remunerazione e di rendicontazione che permettano un’allocazione delle risorse più sensata ed efficace.

5. Il progetto e l’indefinito. “Preparate un progetto!” è l’invito che spesso viene rivolto a chi è interessato a prendere qualche responsabilità nella gestione o nella progettazione di processi interdisciplinari come il RomagnaLab. Come si può disegnare un progetto in un mondo in cui i cambiamenti sono così rapidi? Come è possibile progettare se la domanda è emergente e sostanzialmente non interrogabile? L’asimmetria informativa, ineluttabile, unita alla natura stessa dei processi di innovazione spinge a credere ai creatori del progetto che il tuttosi limiterà all’indispensabile, agli elementi minimi che poi potranno essere combinati per facilitare un metabolismo non classificabile a priori, ovvero agli elementi minimi del progetto – architettonico, delle funzioni, del modello di business, etc.. – che dovranno lasciare ampio spazio all’indefinito, all’imprevedibile, alle combinazioni frutto del caso e dell’interazione continua. Per il gestore e per i proprietari la sfida lanciata dal nostro gruppo di lavoro si concentrerà nelle scelte minime e nella scelta del minimo indispensabile, definendo obiettivi e lasciando appena accennato il contorno degli strumenti necessari per raggiungere quegli obiettivi di un parco scientifico in cui l’arte e la creatività resteranno i due perni centrali.

#concentratore #opensource #factory #medialab #museum #sciencepark #cleanweb #smartcity

La finalità di un progetto come RomagnaLab è quella di agevolare l’espansione di realtà imprenditoriali della Romagna avviate da poco ma potenzialmente in forte crescita e, successivamente, avviare start up di imprese creative come “Botteghe di antichi e nuovi mestieri”, fornendo spazi, attrezzature, conoscenze in gratuità e/o co-working.

Uno spazio pubblico per organizzare workshops in collaborazione con università italiane ed estere che si occupano di tematiche legate all’arte, all’architettura, al design, al fund raising e all’economia della cultura. Il progetto si propone di ri-consegnare periodicamente nel territorio della Romagna eccellenze locali che ora lavorano con successo all’estero, ma anche di invitare eccellenze internazionali interessate ad uno scambio con la creatività italiana, soprattutto coinvolgendo paesi emergenti in espansione, come Brasile, India e Cina. Le potenzialità in termini di sviluppo e visibilità per il territorio, per la Regione Emilia-Romagna sono evidenti dato l’altissimo livello di interesse in ambito europeo per il binomio cultura/sviluppo e per il recupero di spazi urbani dismessi.

Il progetto si baserà principalmente su finanziamenti pubblici, ma sarà alimentato dalla forte motivazione personale di tutti i partecipanti che condivideranno il progetto, utilizzando i propri mezzi e le proprie conoscenze, nel più breve tempo possibile. Sono previsti il coinvolgimento di sponsor tecnici, finanziatori pubblici e privati, parallelamente a una ricerca mirata di fondi regionali ed europei.

Il progetto RomagnaLab è nelle nostre mani: “APPlichiamole” al meglio per contribuire a realizzare la terza rivoluzione industriale.

La mission del RomagnaLab è quello di sensibilizzare il pubblico sull’importanza delle nuove tecnologie per la gestione dell’ambiente ed evidenziare la potenzialità della collaborazione fra le aziende attraverso l’uso di tecnologie dell’informazione (software, web, social media, mobile) per favorire l’affermarsi di un modello di sviluppo economico sostenibile e rivoluzionario.

Aderire al movimento Cleanweb con l’intento di sfruttare anche l’onda degli open data per poter disporre in formato elaborabile le informazioni finora detenute solo dalle amministrazioni pubbliche. E sfruttare questa opportunità per fornire strumenti in grado di gestire in modo più efficiente le risorse economiche disponibili.

CLEANWEB LA TERZA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE?

#processo #partecipativo #romagnolo

RomagnaLab si presenta come un contenitore di attività culturali e creative di profilo internazionale come base di partenza per costruire un progetto territoriale per la creazione di un distretto romagnolo dei new media e tecnologia 3D. Puntare sullo sviluppo delle industrie culturali e creative significa sia creare nuove economie sia costituire un asset in grado di produrre economie importanti per i diversi settori di attività già esistenti.
Partendo da un’analisi locale del territorio della Romagna si è passati a uno studio più generale, legato ai casi di eccellenza di spazi riqualificati, come centri culturali, italiani ed europei, con la finalità di comprendere le principali direttive europee e sviluppare all’interno del RomagnaLab le migliori strategie gestionali, suggerite dalle best practice nel settore della tecnologia applicata al web, ai new media, alle arti visive e alle nuove tecnologie 3D.
Una fase del lavoro si concentrerà nel progetto di riconversione di un edificio dismesso, in un ottica di medio periodo, in un laboratorio per imprese creative d’eccellenza, basato sui concetti di creatività, produttività e scambio, con una forte attenzione all’etica, alla sostenibilità e all’impatto sociale. Oltre alla riconversione creativa di uno spazio pubblico dismesso, si avvierà la creazione del RomagnaLab con la prospettiva di recupero sociale di un’area considerata “depressa”.
L’obiettivo principale del RomagnaLab sarà sviluppare il potenziale innovativo delle creative industries, attraverso l’attività di incubazione e promozione delle imprese ospitate, col fine di creare un centro propulsore dell’economia del territorio, un punto di riferimento in cui i migliori professionisti possano confrontarsi e un network nazionale ed internazionale legato ai settori coinvolti nel progetto. La strategia di comunicazione sarà condotta in modo da fornire un posizionamento e una credibilità al RomagnaLab anche verso potenziali sostenitori, in un’ottica fundraising oriented ed “equity crowdinvesting”.
La strategia di marketing si baserà su un sistema di livelli che lavorano in interazione fra loro e che dovranno far comunicare il Quartiere e il Comune di appartenenza della sede, la Provincia, la Regione Emilia-Romagna, lo Stato Italiano, ma soprattutto realtà del settore che in Europa investono su progetti culturali innovativi come vuole esser il RomagnaLab.

RomagnaLab — IL CONTENENTE

01_RomagnaMediaLab

— Un laboratorio multimediale

— un laboratorio di arte multimediale

— un laboratorio di ricerca

Una organizzazione interdisciplinare, collettiva con spazi condivisivi per la produzione culturale dei #newmedia e della #tecnologiadigitale.

Uno spazio opensource interno al #RomagnaLab dove la collaborazione e la sperimentazione giocano un ruolo cruciale.

Comunità di laboratori multimediali:

#multidisciplinari La comunità è composta da partecipanti di diverse discipline e di diversa estrazione professionale

#aperti Essi stimolano lo scambio di conoscenze e la condivisione aperta nello spirito della cultura libera specialmente nella produzione di software open source .

#sperimentali L’esito dei progetti non viene definita prima di essere avviati: sono processi creativi partecipativi, working-progress.

#metododilavoro Il processo di lavoro si basa su pratiche di apprendimento non formale, dove è stimolata learning by doing.

Al @RomagnaLab si possono svolgere diverse attività: artistico di ricerca e sviluppo , la produzione creativa, condivisione delle conoscenze e lo scambio, programma di formazione, laboratori, bricolage, la sperimentazione, la mediazione culturale, educazione civica e storica.

02_RomagnaFabLab

Fab Lab (digital fabrication – fabbing laboratory) è un laboratorio in piccola scala che utilizza una serie di macchine controllate dal computer e gestite attraverso software Open Source facilmente accessibili, verso nuove forme di creatività da condividere in rete e con un notevole potenziale per l’industria e l’artigianato.

Nato all’ M.I.T. di Boston, Fab Lab si sta diffondendo in tutto il mondo e fonda la sua forza su una filosofia di azione locale attraverso un network internazionale di scambio e conoscenza. Vuole favorire la creatività e il DIY (do it yourself) attraverso l’accessibilità per tutti alle macchine di fabbricazione digitale nei giorni di apertura alla città; vuole costruire gruppi di interesse intorno alle idee e ai progetti, per una nuova imprenditorialità che superi le logiche del marketing tradizionale e assuma valenze sociali in unione d’intenti con le istituzioni (Enti, Amministrativi, Università, Scuole, Fondazioni, ecc).

Cultura del fare

Il RomagnaFabLab fornisce alle imprese, alle scuole, ai creativi e a tutti i cittadini le macchine e l’attrezzatura necessaria per dar corpo alle proprie idee, permettendo a ogni utente di sviluppare una cultura del fare e di acquisire le competenze necessarie per trasformare le proprie idee in prototipi e prodotti.

Utenti del Fab Lab

Il RomagnaFabLab si rivolge ai designer, operatori dei new media (product, interactive, fashion, game, graphic design, webdesigner) e alle imprese creative della Romagna per sviluppare in rete con i canali istituzionali, culturali nuovi, oltre che ad un più ampio pubblico, che va dai cittadini, che possono trovare un servizio per sviluppare e costruire le loro idee, alle scuole e università, che possono usare il laboratorio come riferimento per la conoscenza di nuove tecnologie digitali per la produzione, ai professionisti che abbiano bisogno di servizi di prototipazione a basso costo.

Macchine di una rivoluzione digitale — Cloud Computing

Il cuore pulsante del RomagnaFabLAb è costituito da una moderna tecnologia che consente la fabbricazione digitale artigianale attraverso l’uso di stampanti in 3D. Oltre alla tecnologia delle stampanti 3D saranno disponibili attrezzature e tecnologie per lo sviluppo di App nel campo del Cloud Computing, l’evoluzione tecnologica offerta dalla rete Internet.

#appunti sul progetto

1. Il locale e il globale. Spazi che diventano luoghi hanno innanzitutto una dimensione locale, addirittura di quartiere. LOCALE quindi immerso in un contesto culturale, sociale, economico territoriale ben definito. E quindi scambio e osmosi continua con quel contesto. Ricevere come dare. Un po’ come l’oste che accoglie, impara, dà. Un po’ come le imprese del distretto che raccolgono, producono, rilasciano. Ma il locale non basta. Le sfide della contemporaneità richiedono un collegamento continuo con i flussi di idee e i processi globali di trasformazione della produzione, del consumo, del vivere. E’ di nuovo questione di input e di output. E anche di coesione interna delle comunità che fanno di questi spazi dei luoghi. Il legame, il confronto e la competizione con il globale tiene tesa la corda dell’innovazione. E senza comunità e innovazione questi luoghi tornano ad essere spazi morti.

2. Il pubblico e il privato. La publicness si usa per indicare la qualità e la dimensione collettiva degli esiti di un progetto, un’infrastruttura, un servizio. Non è un modo per tagliare corto ed evitare le trappole delle ideologie. La “publicness” è il riconoscimento che edifici pubblici o privati, enti pubblici o società private possano avere una natura pubblica-collettiva, e quindi produrre esternalità positive, assicurare l’accesso a tutti, aiutare le fasce più deboli. Nel progetto RomagnaLab la cultura, l’educazione, il welfare, l’occupabilità, il capitale sociale sono i temi centrali dei progetti di riqualificazione degli spazi abbandonati come la futura sede del RomagnaLab, in una dimensione collettiva assicurata anche da operatori privati, con un modello di business sostenibile dove pubblica amministrazione e partner privati coesistono.

3. La regola e l’informale. Uno spazio urbano che favorisca l’innovazione dove ci sia libertà di testare-mostrare-dimostrare-prototipare-interagire-pivotare-sbagliare-osare-raccontare anche a dispetto delle regole, del buonsenso, delle prassi, del pensiero comune. Un ambiente ibrido dove declinare questi verbi, dove praticare il learning by doing e il learning by interacting, dove sia lasciato lo spazio anche all’errore, alla forzatura delle regole e alla natura informale e non codificata dell’innovazione e dei sui esiti. Nella relazione proprietario-gestore-ospiti-utenti si pongono le basi per ri-definire un nuovo contratto sociale che reinterpreti quanto avviene negli spazi tipici dell’informale (diversi luoghi di aggregazione sociale), limitando gli incentivi per i free rider.

4. L’hardware e i software. Ripensare ai vuoti non significa ri-partire dall’involucro. Un buon involucro, dotato e infrastrutturato, è spesso considerata la condizione di partenza per la riattivazione e l’attrazione di comunità di innovatori e utenti, con due effetti collaterali: la ristrutturazione (e in alcuni casi l’abbattimento e la ri-costruzione) mangia risorse, una quantità enorme di risorse, totalmente sproporzionata rispetto alle reali e minime esigenze per favorire lo sviluppo di una comunità. Il secondo effetto, negativo, è il tempo. La ristrutturazione, che spesso richiede procedure di evidenza pubblica e iter codificati, ruba mesi e anni, toglie speranze, fa perdere il momento di attenzione, fa perdere semplicemente il momentum. Credo che occorra spostare, decisamente, l’enfasi dall’hardware al software, garantendo sicurezza per le persone e cura dell’asset fisico e dedicando risorse per gli elementi più intangibili legati all’attivazione dello spazio, al sostegno per chi lo abiterà, alla contaminazione, etc… La responsabilità di questo bilanciamento, un fatto culturale prima ancora che un insieme di regole, è in capo al proprietario (amministrazione pubblica, fondo immobiliare o soggetto privato) e al gestore. Occorre disegnare quindi nuovi patti, sistemi di remunerazione e di rendicontazione che permettano un’allocazione delle risorse più sensata ed efficace.

5. Il progetto e l’indefinito. “Preparate un progetto!” è l’invito che spesso viene rivolto a chi è interessato a prendere qualche responsabilità nella gestione o nella progettazione di processi interdisciplinari come il RomagnaLab. Come si può disegnare un progetto in un mondo in cui i cambiamenti sono così rapidi? Come è possibile progettare se la domanda è emergente e sostanzialmente non interrogabile? L’asimmetria informativa, ineluttabile, unita alla natura stessa dei processi di innovazione spinge a credere ai creatori del progetto che il tuttosi limiterà all’indispensabile, agli elementi minimi che poi potranno essere combinati per facilitare un metabolismo non classificabile a priori, ovvero agli elementi minimi del progetto – architettonico, delle funzioni, del modello di business, etc.. – che dovranno lasciare ampio spazio all’indefinito, all’imprevedibile, alle combinazioni frutto del caso e dell’interazione continua. Per il gestore e per i proprietari la sfida lanciata dal nostro gruppo di lavoro si concentrerà nelle scelte minime e nella scelta del minimo indispensabile, definendo obiettivi e lasciando appena accennato il contorno degli strumenti necessari per raggiungere quegli obiettivi di un parco scientifico in cui l’arte e la creatività resteranno i due perni centrali.

Nell’individuare la sede e quindi ripensare ad uno spazio urbano con l’ambizione di trasformarlo in un luogo dell’innovazione, la sfida sarà quella di trovare il giusto bilanciamento tra le polarità, trasformando apparenti trade-off, qualità inconciliabili, in ingredienti che, con molta sapienza, pazienza e anche fortuna, permetteranno di scoprire una felice combinazione.

La gestione partecipativo avrà il compito di elaborare una visione e un’identità, di comprendere in anticipo istanze emergenti e mutamenti del contesto e di adattare continuamente offerta e modalità gestionali, di ricercare le chiavi per la coesione interna, di ascoltare e intercettare, di maneggiare con cura poche e significative leve. Proprio come sapevano fare i nostri nonni nelle “Botteghe di Mestieri” alla ricerca continua di nuovi equilibri e di nuove alchimie, anche magiche.

Progetti

#RomagnaFM

— Il Romagna Film Museum

il primo museo contemporaneo delle arti visive e multimediali dell’Emilia-Romagna.

Progetto di recupero delle attrezzature cinematografiche in pellicola in disuso o dismesse. Entro il 2014 per i distributori cinematografici italiani spariranno completamente le costose copie dei film in pellicola, sostituite dalle sole versioni digitali, su hard-disk o in file che arriveranno via satellite. Il passaggio al D-cinema/cinema digitale delle strutture come cinema d’essai o spazi dedicati ai film d’autore, le arene estive rischia di far sparire l’atmosfera magica dei rumori della vecchia sala cinematografica in pellicola. In questo periodo le multisala della Romagna stanno abbandonando i proiettore cinematografici nei loro magazzini: il Romagna Film Museum permetterà di recuperare quelle macchine e dar loro nuova vita — un nuovo ri-utilizzo educativo all’interno di un Museo del presente-passato rivolto al futuro. Un museo pubblico dove organizzare workshop, letture, corsi, rassegne e percorsi didattici rivolti gli amanti del cinema di ieri e di oggi e agli studenti delle scuole della Romagna.

#RomagnaIsDigit

— Network degli Istituti Storici della Resistenza e dell’Età ontemporanea —

Progetto di digitalizzazione completa degli archivi storici degli ISREC d’Italia in modo da rendere pubblico tutto il materiale online a disposizione gratuitamente degli utenti. Su una unica piattaforma sarà possibile leggere pagine di riviste e giornali che non esistono più, visualizzare documenti storici, vedere immagini e filmati prodotti dall’ISREC o home movies e condividerli. Le «digital history» sono qualcosa di più: una modalità per far rivivere le pagine storiche con gli strumenti digitali di oggi ad un pubblico infinito. Il Romagna lsDigit avrà sede presso il RomagnaLab dove si potrà toccare con mano la collezione di manifesti cinematografici, collezioni di pellicole e dove sarà allestita una biblioteca multimediale, in costante ampliamento e aggiornamento: apparecchi, dipinti e stampe, documenti fotografici, manifesti, filmini amatoriali, volumi saranno tutti recuperati dalle cantine e dai mercatini grazie al contributo dei cittadini: un progetto che parte dal basso per la creazione del primo Museo partecipativo dell’audiovisivo.

#RomagnaIF

— RomagnaInFiera -

La Romagna dei mercatini di paese sulla stessa piattaforma web e App.

Una piattaforma che unisce in rete tutti i mercatini delle piazze dei Paesi e quelli dell’usato, che crescono come funghi quasi in ogni quartiere, ma non sono pronti per accettare la sfida dell’E-commerce: RomagnaInFiera sarà la prima App che consentirà autonomamente di gestire il proprio negozio online del mercatino sotto casa.

#RomagnaB

— RomagnaBrigante —

Progetto crossmediale partecipativo [webfilm]

sulla Romagna e i suoi briganti

di ieri e di oggi.

Un webfilm è un prodotto multimediale che unisce i filmati al testo scritto e all’infografica. Una modalità innovativa di esplorare in modo innovativo e originale le conseguenze che in tutto il mondo ha provocato, per esempio, il caso Nsa nel webdoc «Effetto Snowden», o scoprire il dramma di chi perde una casa o cerca un permesso di soggiorno a Roma.. Noi abbiamo scelto di dare una rappresentazione scenica dei Briganti della Romagna di ieri e di oggi grazie al contributo di tutti i romagnoli che vorranno mettersi in gioco per ricostruire un pezzo della nostra storia dimenticata. Usi e costumi, tradizioni, avvenimenti che ciclicamente si ripetono.

Il Passatore. Stefano Pelloni è stato l’unico brigante della storia della Romagna? Noi crediamo di no. E voi altri romagnoli?

#RomagnaLCF

—Romagna Live Cine Festival —

Non un classico Festival del Cinema ma una rassegna di cinema dal vivo che indaga e promuove tutti i fenomeni artistici cui si attribuisce il termine “Live Cinema”, attraverso le esibizioni di artisti, visual artist, musicisti di tutto il mondo che hanno fatto di questa tecnica narrativa la loro cifra stilistica.

Per “Live Cinema” si intende una tecnica narrativa sperimentale applicata al video performativo, che da vita alla creazione simultanea di suoni e di immagini in tempo reale in cui i parametri tradizionali del cinema narrativo, rappresentati dalla soggettività fotografata della camera, si espandono in una concezione più ampia.

“Cinema” è inteso come l’atto di creare simultaneamente immagini e suoni che dialogano tra loro e che prendono forma in un approccio sinestetico che si traduce in performance audio-video realizzate in real-time, davanti alle quali la percezione dello spettatore è in continua tensione tra sperimentazione e rievocazione.

Le performance del 1° Romagna Cine Festival andranno ad esplorare temi legati al sociale, ai nuovi media, ma anche a concetti più introspettivi, che emergono sullo schermo in una veste nuova, permeata di nuovi linguaggi e nuovi significati.

UN NUOVO MODO DI “VEDERE” IL CINEMA VIVO

#RomagnaLPM

— ROMAGNA LIVE PERFORMERS MEETING —

Nato a Roma nel 2004, con lo scopo di rispondere alla necessità di creare un campo di riferimento spazio-temporale dove incontrarsi, conoscersi e condividere esperienze legate al vjing, LPM di Roma è oggi un meeting internazionale dedicato ad artisti, professionisti e appassionati di veejaying, visiva e performance video dal vivo.

Il RomagnaLPM vole diventare la versione estiva dello storico evento di Roma.

L’evento offre un programma ricco di performance video dal vivo aperti al pubblico, applicate in combinazione con le più svariate forme di espressione artistica, e una serie di iniziative particolarmente per gli ospiti della riunione.

L’area “On” permette al pubblico di assistere alle diverse applicazioni di video dal vivo attraverso le performance di artisti e gruppi della scena internazionale, uniti da un’unica grande passione per il video, la performance e soprattutto “Live”.

L’area “Off”, finalizzato al Meeting, è un’occasione di confronto tra vj e video artisti che lavorano nei temi di live video performance ed è concepito come una zona separata, frequentato principalmente da “addetti ai lavori” con un programma che alterna spazi di incontro , workshop e progetti vetrina e prodotti.

Il RomagnaLPM vuole essere uno spazio aperto alla libertà di espressione, di ricerca e sperimentazione; la flessibilità del programma, l’apertura ai nuovi membri e contributi, la libertà di partecipare e l’opportunità di esibirsi durante l’evento, sono una caratteristica intrinseca.

LPM considerare la sperimentazione uno dei capisaldi della propria ideologia, e tutti i fondi recuperati sono perciò destinati al reperimento delle tecnologie più ambite ed innovative a sostegno dell’evento e la ricerca in ambito live visual.

L’affinità di ideali e le radici ideologiche comuni, ha permesso LPM a far parte della rete di AVIT, il cui obiettivo è la valorizzazione e la promozione della cultura veejaying attraverso l’organizzazione di eventi a livello mondiale.

Il RomagnaLPM sarà realizzato in collaborazione Flyer Communication (www.flyer.it), Linux Club (www.linux-club.org), FLxER.net (www.flxer.net) e FLV — Flyer Live Visuals.

http://liveperformersmeeting.net/

#ROMAGNAWDF

—Romagna WebDoc Festival —

Il primo Festival Italiano del WebDoc organizzato in Romagna.

Il primo Festival d’Italia organizzato in Romagna dove gli utenti del web andranno a comporre la vera giuria. I webdoc, per definizione, sono documentari/inchieste che nascono sul web e quindi si potranno votare online. Il titolo più votato dagli utenti del portale ROMAGNAWDF.TV , sarà il vincitore del “Premio ROMAGNA WEBDOC 2015".

Le stesse opere saranno sottoposte al giudizio di una Giuria qualificata
del settore audiovisivo della Romagna che designerà il vincitore assegnandogli il “Premio della Giuria ROMAGNA WEBDOC 2015".

IL WEB-DOC o documentario interattivo, web documentario, documentario multimediale, docuweb rappresenta un particolare tipo di documentario innovativo, un prodotto multimediale interattivo ed ibrido per tecnologia pensato per una fruizione su internet.Dal punto di vista del contenuto, il web-doc si presta a una partecipazione attiva dell’utente, che da fruitore si trasforma in partecipante attivo, che può scegliere il proprio metodo di fruizione e esplorare il documentario nelle sue parti secondo percorsi personalizzati e con i propri tempi.

Un evento unico in Europa che, grazie al web 2.0, consentirà di dare visibilità a un numero sempre crescente di produzioni audiovisive indipendenti, spesso mal distribuite e dunque invisibili per il grande pubblico, e di documentare le nuove tendenze di un settore sempre più in espansione quale quello del webdoc.

Durante la fase di svolgimento del Concorso sono previste altre interessanti
offerte tra sezioni parallele, momenti live e incontri, con l’intento di
favorire lo scambio di contatti e informazioni fra i filmmaker e i
professionisti del mondo dell’audiovisivo e dei new-media.

http://it.wikipedia.org/wiki/Web-doc

#ROMAGNASPVF

— Festival di Fotografia Sociale e Video Terapeutico della Romagna —

IL PRIMO FESTIVAL DI FOTOGRAFIA SOCIALE E VIDEO TERAPEUTICO DELLA ROMAGNA

da http://www.perugiasocialphotofest.org/

Oggi viviamo circondati, sommersi da immagini fotografiche che vogliono illustrare, mostrare e mostrarci, raccontare e raccontarci. Possediamo tutti una macchina fotografica o una videocamera, semplici da usare o complesse. Siamo tutti autori di fotografie e Youtuber; ma forse la domanda da porsi e’: quanti di noi sono effettivamente in grado di produrre significato? C’è allora la necessità di capire non tanto, e non solo, il come fotografare o riprendere, ma il perché si fotografa o si fanno video, giacché il valore non è nella fotografia o nel video in sé, ma nell’ informazione in essa racchiusa, nel processo che l’ha generata. Perché accade anche che si perda l’orientamento e con esso la capacità di distinguere ciò che è buono per noi da ciò che non lo è. Essere buoni per un’immagine significa saper comunicare un contenuto, significa arricchire di senso la vita di chi la guarda, significa esprimere il più chiaramente possibile il proprio messaggio.

È indispensabile allora ri-creare la cultura dell’immagine.

Due le declinazioni del Festival di Fotografia Sociale e Video Terapeutico della Romagna.

Da un lato la fotografia sociale quale mezzo di comunicazione, di denuncia e riflessione, di presa di coscienza sui problemi del contemporaneo. Strumento per raccontare storie spesso ignorate ma che necessitano di essere portate alla luce e condivise, per spingere a riflettere sulla necessità di un cambiamento sociale. Dall’altro il video terapeutico come potente mezzo per dare voce e volto a chi spesso viene dimenticato dalla nostra società. Il video quindi come strumento per riattivare la percezione, promuovere una comunicazione interno – esterno, sostenere processi di auto affermazione.

La prima edizione del Festival ruoterà intorno ai concetti del movimento CLEANWEB come nuova opportunità di sfruttare il web, social media, e le comunicazioni mobili di alterare il modo in cui consumiamo le risorse, in relazione con il mondo, interagire con l’altro, e perseguire la crescita economica comune.

#ROMAGNAMF

— Il Romagna Music Festival —

Il Romagna Music Festival — Festival Itinerante della Musica Emergente della Romagna — nasce per valorizzare e dare importanza mediatica agli artisti emergenti di origine romagnola o residenti in Romagna.

Il RomagnaMF offre ai partecipanti la possibilità reale di avviamento nel mondo della musica e dello spettacolo, cercando di contenere al massimo le spese e gli esborsi da parte degli artisti partecipanti;

Offrire un’esperienza artistica e professionale, raggiungendo gli artisti di tutta Italia e d’Europa legati alal Romagna;

Offrire un’opportunità di visibilità e confronto con esperti del settore musicale, media e pubblico;

Favorire lo scambio culturale tra gli artisti emergenti romagnoli ed europei, per favorire la crescita artistica;

Migliorare la visibilità internazionale degli artisti romagnoli emergenti attraverso concerti, tour ed eventi europei mirati a promuovere la musica nuova, giovane ed emergente utilizzando la tecnologia offerta dal web;

Offrire formazione artistica professionale attraverso stage formativi relative alle diverse competenze del settore musicale;

Offrire l’opportunità ai giovani emergenti di mettere in luce le proprie capacità con esibizioni live in tutto il territorio della Romagna, fondamentali per promuovere la musica “suonata dal vivo” e performance di artisti romagnoli.

#ROMAGNAJUMP

— RomagnaJump —

Una organizzazione specializzata nella realizzazione di spettacoli freestyle di autoveicoli e mezzi acrobatici, dalla progettazione alla promozione dell’evento per la valorizzare i gli atleti romagnoli degli sport considerati “ESTREMI”.

La RomagnaJump nasce con l’obiettivo di promuovere una diversa EDUCAZIONE ALLO SPORT considerato “ESTREMO” : LO SPORT ESTREMO COME EDUCAZIONE NEI PROCESSI FORMATIVI DELLA SCUOLA DI OGGI. Organizzar corsi presso il RomagnaLab e le scuole del territorio romagnolo per ri-qualificare l’attività motoria nei suoi aspetti educativi avviando gli studenti alle nuove discipline sportive freestyle come il Parkour, motocross, Pattinaggio freestylePattinaggio in linea — Disciplina del calcio da strada il Frisbee freestyleFrisbee Freestyle Windsurfwindsurf Freestyle Motocross o FMX e salti acrobatici di autoveicoli.

UN PROGETTO INTELLIGENTE PER UNA Smart Valley come la Romagna.

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INTEROPERABILITY
ITALIAN INTEROPERABILITY CENTER

IL PRIMO CENTRO DI INTEROPERABILITA’ BLOCKCHAIN DELLA ROMAGNA #ROMAGNALAB #INNOVABILITA #MADEINITALY #INVESTJAM