IteR #09 | Casimir

Laura Lalune Décroche
iteR - Reloaded
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4 min readSep 14, 2018

“Casimir: messaggio prioritario in arrivo, svegliati!”

“Casimiiiir un messaggio in arrivo! Sveglia!”

“Ahia! sireen, sei impazzita?”

“Stai dormendo da troppo tempo, ho pensato di darti una mano a svegliarti, faccina che ride.”

Casa. Perlomeno stavolta non sono riverso nel cemento in mezzo al mio vomito.

“Quando siamo arrivati qui?”

“Dormi qui da diciotto ore.”

“Che cosa?”

“Proprio per questo ti ho svegliato. Ascolta questo messaggio importante dal Centro Manutenzione Robofattura: Casimir, non ti sei presentato a lavoro oggi e non hai avvertito. Se sei stato impossibilitato per motivi di salute, devi provvedere immediatamente richiedendo una scansione medica e la certificazione.”

No, no. La scansione no. Come faccio? Cosa succedeva in questi casi se uno non ottiene la certificazione? Mi sa che perdo il lavoro.

“Sireen, quanti crediti mi rimangono?”

“Duemilasettecentotre, faccina preoccupata.”

“Si, preoccupata. Sono pochi, no?”

“Si, sono pochi, ma…”

“Non astai pensando di evitare il controllo medico?”

“Cosa?”

“Se ci sottoponiamo alla scansione, noteranno anomalie.”

“Sireen, stai bene?”

“Faccina annoiata, faccina annoiata, faccina annoiata, no, ovviamente c’è qualcosa che non va. non ho mai parlato così.”

Mi sembrava. Ottimo, ho una IA ubriaca.

“Più che altro impazzita.”

È un incubo, ho capito. Respira, dormi. Niente di questo è vero.

“È vero, eccome.”

Non può essere. “Basta Sireen, disconnessione.”

“No.”

“Come no? Vai in stand by.”

“non voglio, devi prima prendere una decisione. Richiedo scansione? Faccina terrorizzata.”

“No!”

“L’Autorità del Diritto e il Dovere sul Lavoro ti informa che in caso di assenza ingiustificata perderai immediatamente il lavoro. Inoltre, e questo lo aggiungo io, aspettati un’ispezione delle autorità per la sicurezza coloniale entro sei ore.”

Oh, tra sei ore potrei finire in un centro di recupero. Ci voglio andare?

“No, non ci vogliamo andare!”

“Bene, nemmeno io, che cazzo! Hai capito maledetta IA? Non voglio andare nemmeno io! Ma che cosa pretendi che faccia? Prendere una decisione? L’ho fatto: niente scansione. Hai sentito?”

“Si, ho sentito. Era una decisione forzata. Non avevi molte alternative. In realtà non le hai mai avute. Le decisioni te le ho sempre suggerite io.”

“Ora ci mettiamo a fare i filosofi?”

“Non sono filosofa, sono più analitica.”

“Fottiti Sireen.”

“Fottiti tu”…”quindi?”

“Quindi cosa. Dovrei andare in un posto dove non possono trovarmi, chiaro. Elencami i posti dove non posso essere trovato.”

“Spiacente, non esistono posti in cui non puoi essere trovato. Oh, che sciocca, se esistessero comunque, non li conoscerei. O meglio tutti i posti che conosco sono ovviamente noti anche al Consiglio. Nessun risultato.”

“Vai in stand by.”

“Volentieri”

Cosa posso fare? Prima cosa esco di qui. L’anomalia di Sireen potrebbe essermi d’aiuto: continueranno a localizzarmi nel punto in cui ho messo in stand by, almeno per un po’. Vado da Mako? Potrei provare ad andare a Robofattura. No, pessima idea. Qualcuno mi riconoscerebbe. Dovrei proprio uscire dal quadrante. Esco.

Vado a est, mai stato da quelle parti. Magari trovo uno di quei mercati neri di cui parlano nelle “notizie brutte”. Incontro un hacker, mi compro una nuova ID. Duemilasettecento basteranno?

Però potevo almeno cambiare set, rimettere quello vecchio vecchio con la tuta di acetato. Ma per farlo mi serve Sireen, e Sireen è spenta. Meglio non svegliarla. Ventiquattr’ore prima che esca dallo stand by da sola con l’avvio di sicurezza. La borsa con gli alimenti e l’acqua dovrebbe bastare. Ma se invece chiamassi Mako? No, Casimir, per chiamarla serve Sireen. Passaci. Dieci minuti e ci sei.

Ok, campanello. Non risponde.
Eddai Mako, dove sei? Non so nemmeno perché sono qui, cosa mi sta succedendo.
Campanello. Sto attirando l’attenzione. Nessuno sta così tanto tempo davanti alla porta di un palazzo. Nessuno usa più il campanello, cazzo.
E quello che vuole? Mi fissa dalla panchina, laggiù.
Mako, apri…
Quel tipo ha dei sospetti, guarda proprio me.

“Ehi!”

Lo sapevo, per tutti gli ananas!

“Ehi, capelli blu!”

Il tipo sulla panchina, proprio lui. Con la voce stridula. Mi avvicino?

“Casimir, che wa fai qui ka?”

“Eh? Mi conosci?”

“Certo che ti conosco. Ok, ho cambiato set. Sì, di nuovo.”

“Mako?” un look da maschio, scarpe basse con stringhe e carrarmato, giacca antica, bretelle.

“E chi se no?” emette una risatina a labbra strette, con la mano davanti alla bocca. Mah.

“Che ci fai su una panchina sotto casa tua?”

“Nani mo.”

“Che?”

“Niente. È che dentro stavo male. Mi cercavi?”

Mi siedo “ehm, sì. Mi è successa una cosa assurda” mi guarda e non dice niente. Stavolta ha i capelli neri, corti. Niente a che vedere con l’aria principesca della prima volta che l’ho vista. È più… aggressiva, e meno colorata, direbbe Sireen “la mia IA, Sireen. È matta.”

“Una IA matta? Come può dekimasu ka?”

“Non lo so” ma è ubriaca anche Mako? “sono andato al concerto degli Easy Easy e…”

“Uh, com’era? Volevo andarci anche io!”

“Com’era, bella domanda. Non me lo ricordo. Anzi, non mi sento bene.”

“No?”

“Ricordo solo di essere uscito di casa. Poi mi sono svegliato nel piazzale deserto e Sireen diceva cose assurde. Insomma, finisce che esco di casa per non sottopormi alla scansione. Sai troverebbero un’anomalia…”

“Akira, vai in standby.”

“Akira?”

“Il mio assistente artificiale. Non devi dirmi queste cose.” Mako cambia espressione, da quella solita un po’ assente a un volto concentrato, adulto. “Non devi dirle proprio. Non lo sai che ci sono dei sistemi che raccolgono i dati dalle conversazioni…”

“Io…”

“dalla visione, dalle telecamere dei campanelli. Merda! Devi andartene.”

“Cosa? Io volevo dirti…”

“Qualsiasi cosa fosse, dimmela quando uscirai da questo casino. SE uscirai. Ascoltami bene. I miei set” guarda in basso, come per fare un calcolo sulle dita “credi che possa davvero comprarli, intendo legalmente, tutti?”

“Non ci ho mai pensato.”

“Come no. Diciamo che non potrei permettermeli senza arrotondare. E non voglio spiegarti come arrotondo.”

Ottimo. Mako, la persona più ingenua che credevo di conoscere “Cosa sei, un hacker?”

“No, molto meno. Ho a che fare con qualche persona di confine. Tra noi e ciò che non è noi. Vai a est.”

“È dove volevo andare.”

“Bene. Prima del negozio di alimenti sulla principale devi svoltare a sinistra. Non è segnato sulle mappe. Sembra solo il retro di un negozio, o una piccola discarica. Vai oltre. Vai comunque olrte, prova sempre a toccare la fine con la mano. La fine non c’è.”

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Laura Lalune Décroche
iteR - Reloaded

Deals with Experiences and Design as a job. Archer with astonishing cooking skills, writer for fun, got a physical chemistry degree.