Intervista ad Adicom

Antonio Moro
Itomizer
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6 min readDec 17, 2007

Continua la nostra serie di interviste alle associazioni italiane di categoria. Dopo ACTA e ADCI, ecco quella ad Adicom. Spero che le altre associazioni provvedano al più presto ad inviarmi le risposte perché di tempo ne è passato.. vedremo.

Risponde alla nostra serie di domande G. Angelo Scognamiglio, presidente Adicom — Associazione Italiana Pubblicitari e Designer.

1) Ci presenti l’associazione che rappresenta

Adicom nasce nel 2006 con l’obiettivo di riunire gli associati in base a specifiche affinità culturali e professionali e non semplicemente per appartenenza a una generica categoria lavorativa. Adicom infatti si rivolge esclusivamente ai creativi, sia che lavorino in pubblicità sia che si occupino di graphic o industrial design, ritenendo che le loro figure professionali, per formazione culturale, interessi ed esigenze professionali, siano tra loro più affini rispetto ad altre attività connesse al settore della comunicazione, come l’accounting o il media planning.
L’Associazione nasce fondamentalmente dall’esigenza di colmare il vuoto associativo determinato dal carattere generalista di molte organizzazioni operanti nel settore della comunicazione visiva commerciale.
Oggi Adicom è la rete di sostegno a tutti i professionisti del settore che si occupano di creatività, lo spazio della condivisione e del confronto, il ponte di collegamento tra un nord capitale storica della pubblicità ed un sud che cresce, che lavora, che si afferma come altro polo di creatività.

2) Che obiettivi ha l’associazione?

Come sapete non esiste nella nostra professione un’associazione di categoria riconosciuta, né ovviamente un albo dei pubblicitari, mancando il presupposto giuridico per la sua creazione. Tuttavia un’aggregazione trasversale che si occupi e si preoccupi di tutelare i professionisti della comunicazione visiva commerciale, di sostenerli presso l’opinione pubblica, di formarli e di tracciare le linee etiche della deontologia, è uno strumento indispensabile per l’evoluzione dell’ambito lavorativo e anche della nostra porzione di mercato.
I fini morali dell’Associazione sono soprattutto due. Il primo è quello della promozione di una cultura della comunicazione che faccia della qualità professionale e dell’aspetto etico i principi del suo sviluppo. Il secondo è quello di riunire “sotto lo stesso tetto” diversi livelli di esperienza professionale. Questo è un’importante punto di forza di Adicom: l’essere aperta a realtà non solo geograficamente ma generazionalmente e lavorativamente diverse. L’eterogeneità dei membri dell’associazione è il catalizzatore maggiore della circolazione di idee, dell’arricchimento culturale reciproco, dello scambio e della maturazione professionale.

3) Come pensa di realizzare questi obiettivi?

I servizi agli associati sono molti e diversi. Esistono sportelli permanenti per la consulenza fiscale e giuridica, ai quali i membri di Adicom possono rivolgersi in qualsiasi momento ricevendo soluzioni veloci da esperti professionisti del settore. Inoltre c’è la possibilità, unica nel suo genere, di usufruire dell’aggiornamento professionale “su richiesta”: questo vuol dire che sono direttamente i soci a proporre i temi sui quali si avverte la necessità di approfondimento o aggiornamento e, in base alle loro richieste, l’Associazione organizza periodicamente tavole rotonde, workshop, incontri con esperti del campo che soddisfino le richieste dei nostri aderenti.

4) Cosa ha già fatto di concreto la sua associazione per i propri soci e cosa invece più in generale per tutta la categoria che rappresenta?

A beneficio dei nostri associati abbiamo organizzato una serie di incontri con professionisti del calibro di Lorenzo Marini, Stefano Scozzese e Pasquale Barbella e workshop con Alex Brunori (senior creative partner in JWT), Marco Benadì (direttore clienti in Dolci ADV) e Luciano Sepe di Fedrigoni. Forniamo continuamente consulenze su aspetti fiscali e giuridici ed inoltre i nostri soci possono usufruire di convenzioni per l’acquisto di letteratura specializzata, per accedere a teatri e musei a prezzi di favore, per coltivare in ogni senso la propria creatività.
Adicom ha soprattutto avuto il grande merito di mettere in contatto professionisti di tutta Italia dando un nuovo impulso alla rete associativa, creando un centro “altro” da cui far scaturire nuove idee. Abbiamo volutamente concentrato in un territorio satellite, come quello del sud rispetto al nord della penisola, le nostre attività; localizzando e riallocando le risorse del nostro agire su città e province che non sono, né devono essere, percepite come marginali dal mondo della comunicazione.

5) Cosa sta facendo o farà nel prossimo futuro?

Attualmente Adicom ha proposto ai propri soci di contribuire alla realizzazione del Codice Etico dell’Associazione. La proposta rispecchia il tipo di organizzazione interna dell’associazione che non prevede mai decisioni calate dall’alto ma sempre nate, discusse e sottoposte con l’imprescindibile apporto della base.
Sotto il marchio del Codice Etico (Eticom) verranno riuniti tutti i professionisti aderenti a una deontologia responsabile nella pratica del proprio lavoro. Questo brand verrà concesso ai soci che sottoscriveranno il nostro Codice e sarà garanzia dell’integrità etica di chi lo espone.
Lavoriamo, poi, con continuità su tutti i fronti delle nostre iniziative. Come ogni anno organizzeremo nuovi eventi, occasioni di scambio e approfondimento di tematiche legate alla comunicazione e all’advertising. Inoltre nuove e più numerose convenzioni sono già state ratificate per offrire ulteriori servizi ai nostri soci.

6) Quali sono i problemi maggiori che affrontate nel portare avanti i vostri obiettivi?

Non parlerei di veri e propri problemi. Ci sono delle dinamiche burocratiche nella gestione di un’associazione che fanno parte degli ostacoli quotidiani.
Diciamo che le questioni più spinose sulle quali ci confrontiamo sono due, esterne all’associazione e richiedono un lavoro contemporaneo su più fronti.
La prima è l’impegno riguardante il riconoscimento delle professionalità creative in un contesto economico e culturale fortemente tradizionale come il centro-sud Italia. La seconda è un costante lavoro di sensibilizzazione per far sì che le logiche di evoluzione della professione possano essere distolte da una visione sempre più geocentrica. Affinché l’industria e le Istituzioni imparino a guardare al sud non solo come preziosa fonte di cervelli in fuga ma anche come territorio di investimento e valorizzazione delle potenzialità.

7) Quali sono le principali fonti di finanziamento della vostra associazione?

Le uniche fonti di finanziamento provengono dalle quote annuali versate dai membri dell’Associazione. Anche nel caso in cui venga richiesta una quota di partecipazione, come nel caso dei workshop, essa è finalizzata esclusivamente alla copertura delle spese di organizzazione e non prevede erogazione di parti della spesa a società esterne.

8) Perchè secondo voi un designer dovrebbe entrare nella vostra associazione?

Prima di tutto perché ci sembra difficile che persone interne al mondo della comunicazione possano restare indifferenti agli scopi che Adicom si propone e non sentano invece la necessità di contribuire alla missione associativa. Inoltre le offerte che Adicom propone ai propri iscritti sono davvero utili e permettono ai professionisti di economizzare sulle spese di aggiornamento professionale. Adicom è sciolta da interessi esterni, garantisce un’indipendenza etica ed economica che sfocia nella piena libertà di scegliere il meglio per i suoi membri, i quali conoscono con chiarezza intenti, bilanci e linee guida anche perché vengono coinvolti continuamente nel merito dei vari temi.
Adicom, poi, è un’associazione che prescinde dal grado di professionalizzazione dei suoi membri. Questo vuol dire molto, per tutti. Per i pubblicitari più esperti che hanno la possibilità di conoscere le nuove generazioni, con le loro aperture intellettuali, il loro entusiasmo, la loro “comunicazione” che si traduce in modalità e stili inediti. Per i giovani designer e pubblicitari che hanno la preziosa opportunità di confrontarsi con chi ha una pluriennale esperienza, di comprendere la profondità anche storica del fare pubblicità, di cogliere segreti del mestiere.

9) Quanto costa associarsi?

Le quote variano in relazione al ruolo che si desidera ricoprire nella vita associativa: da studente (50,00 euro) a socio professionista (100,00 euro).
Esistono particolari convenzioni con scuole e Università per l’accesso degli studenti all’Associazione con quote agevolate per il primo anno (10,00 euro).

10) Quanti soci conta la vostra associazione e quanti di questi sono paganti (sostenitori)?

Nata alla fine del 2006, nei primi 10 mesi di attività Adicom ha iscritto oltre 200 associati fra professionisti e studenti. Nella prima riunione di gennaio 2008 verranno ratificate le oltre 250 richieste di adesione pervenute negli ultimi tre mesi del 2007. Supereremo quindi i 400 iscritti per l’inizio del 2008.
Tutti i nostri soci pagano la quota associativa ad eccezione dei soci onorari.
Invito tutti coloro che desiderano approfondire la nostra conoscenza a visitare il sito dell’Associazione www.adicom.info

Questa intervista è parte di una serie pubblicata per la prima volta su DesignerBlog.it

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Antonio Moro
Itomizer

Pop culture explorer, tech head, vanilla nerd.