Il bassista responsabile
Perché le basse frequenze sono così importanti.
“A chord is not a chord until the bass player decides which note to play”
ossia
“Un accordo non è definito finchè il bassista non decide quale nota suonare”.
Questa frase attribuita a Sting riassume perfettamente il concetto di re-armonizzazione.
I musicisti tra voi sapranno che un Do maggiore (triade Do — Mi — Sol) diventa La minore aggiungendo esclusivamente un La come nota più bassa (La — Do — Mi — Sol).
Un esercizio semplice ma di estrema efficacia che eseguivo ai miei esordi di bassista era proprio quello di suonare alcune cover cambiando gli accordi sostituendo il giro di basso: molto spesso generavo una gran porcheria ma a volte trovavo nuove sonorità.
Sembra un gioco da poco ma in realtà mi ha aperto occhi ed orecchie sull’armonia e la relazione tra note e accordi (qui un interessante video di Adam Neely a riguardo: https://youtu.be/P8TxHm__FZ8?t=129).
Chiaramente lo studio di scale e relazioni tra accordi e scale è fondamentale per una corretta sostituzione, ma il punto è quello di abituarsi a sonorità differenti, giocandoci su, comprendendo le potenzialità dello strumento.
Lo consiglio vivamente a tutti coloro che in sala prove cercano di riprodurre una cover. Prendetevi 10 minuti per risuonarla cercando di cambiare qualche accordo (lasciando invariata la linea vocale), scoprirete un mondo nuovo (se poi volete approfondire c’è tutto un mondo di re-harmonization fatto da band come Dirty Loops, Sungazer, etc…)
Ma perchè percepiamo come fondamentale la nota più bassa di frequenza?
La spiegazione è un pò complessa ma provo a fare chiarezza senza diventare accademico.
I suoni con frequenza bassa arrivano con maggiore potenza rispetto a quelli con frequenza alta, per via della conformazione dell’onda sonora che è in grado di percorrere grandi distanze prima di esaurire la propria efficacia (il rombo di un tuono è udibile a grandi distanze a differenza del rumore più acuto del lampo).
Detto questo, ogni suono è costituito da una serie di sinusoidi di varie frequenze ed ampiezze. Tra loro esiste una relazione (un rapporto matematico).
La sinusoide principale, quella di partenza da cui si generano le altre, è detta “fondamentale” ed è quella con frequenza più bassa.
Quando usiamo un accordatore per la nostra chitarra, la corda LA dovrà vibrare a 440hz per essere perfettamente intonata. Quella è la fondamentale, dalla quale si genereranno altre frequenze. Tra queste, quelle con frequenza multipla della fondamentale sono dette “armonici”, le altre sono dette “parziali” e contribuiscono ad arricchire il suono. Questo spiega la nostra capacità di percepire la fondamentale di un accordo anche se la tonica non è suonata: al nostro orecchio giungono le varie sinusoidi il cui rapporto ci riconduce alla fondamentale (o tonica).
A dire il vero la percepiamo ma non sempre siamo in grado di darle il giusto nome. Questa capacità è più sviluppata nelle persone con orecchio assoluto, ma anche tutti noi con orecchio “relativo” possiamo arrivarci con un pò di allenamento e uno strumento musicale sotto mano.
Questo è anche il motivo per cui percepiamo maggiormente note/frequenze dissonanti nel registro più basso. Se un bassista suona note fuori dall’armonia genera dissonanze che tutti noi percepiamo (anche se non riusciamo a identificarle esattamente).
Sappiamo però che “qualcosa non va”.
Il motivo è proprio il fatto che oltre alla fondamentale sbagliata si generano armonici e parziali che contrastano con il suoni prodotti dal resto della band. Un disastro per le nostre orecchie.
Il ruolo del bassista è quindi fondamentale per una corretta esecuzione ed interpretazione delle melodie, aggiunta ad una indispensabile funzione ritmica a stretto contatto di strumenti come batteria e percussioni. Tutto questo rende il basso elettrico o acustico uno strumento meno solista di altri, ma non per questo meno protagonista.
Un lavoro sporco, un lavoro responsabile.