Il futuro dell’mp3

Audiophonic Arts
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3 min readAug 28, 2019

Dall’mp3 all’AAC, passando per i lossless. La musica sarà sempre meno compressa?

https://images.app.goo.gl/DNpeBZ45Ga4PtZtS7

Tom’s Diner di Susanne Vega è stato il primo file mp3 ad essere elaborato, o meglio, è servito come standard per la codifica del sistema di compressione ideato dal Fraunhofer Institute nel lontano 1987 e perfezionato nel 1997.

La rivoluzione è stata quella di mantenere un’ottima qualità audio diminuendo notevolmente il peso del file, eliminando le cosiddette informazioni superflue (che puoi ascoltare nel video seguente) permettendo a chiunque di rendere portatili migliaia di file.

Nel corso degli anni il sistema di codifica e compressione è stato perfezionato, rendendo un mp3 a 320kbit pressoché identico alla versione non compressa. Ma già dal 2012 in Europa (e dal 2017 negli USA) il codec non è più fornito in licenza poiché il Fraunhofer Institute (titolare del brevetto) ha destinato le proprie ricerche ad altri formati più performanti, quali l’MPEG-H. https://en.wikipedia.org/wiki/MPEG-H_3D_Audio

Questo non significa la fine dell’utilizzo dell’mp3, che sarà ancora in voga per molto, ma di certo la fine di un periodo storico che ha portato la condivisione dei file audio compressi al suo apice. Tutto lo streaming di oggi non sarebbe stato possibile senza lo sviluppo dell’mp3. Le notizie che circolano riguardo alla “morte” di questo formato sono ovviamente fake news, dato che solo gli utenti potranno stabilire la fine definitiva del formato (come è successo per le cassette audio o le vhs, ad esempio).

https://www.iis.fraunhofer.de/en/ff/amm/prod/audiocodec/audiocodecs/mp3.html

Nel 2007 è accaduto lo stesso al brevetto delle GIF, le immagini digitali, che ad oggi sono un fenomeno globale diffusissimo sui social. C’è da aspettarsi quindi una quantità industriale di siti che permetteranno di creare file mp3 con vari bit-rate? Probabile.

C’è da dire che oltre all’mp3 si sono sviluppati altri codec, come l’AAC che oltre allo streaming radio (Spotify) è il formato audio standard per YouTube, Apple, Nintendo, PlayStation, Nokia e Android. L’ AC-3 è certamente meno noto ma è l’algoritmo di compressione del Dolby Digital. Ben più famoso il Windows Media Audio (WMA), tecnologia di compressione dei dati audio sviluppata da Microsoft. E ricordate il Real Player? Si basava su Real Audio. L’ultima versione, RealAudio 10.5, è stata distribuita nel corso del 2006.

Ad oggi però il principio su cui si fondò lo sviluppo dell’mp3 sta scomparendo. Benché le esigenze di spazio siano sempre importanti, la velocità di connessione e i nuovi sistemi di archiviazione (HD e SSD) permettono la condivisione di file di grandi dimensioni, senza la perdita di informazioni proprie dei codec elencati in precedenza.

Lo sviluppo di piattaforme di streaming come TIDAL è l’inizio di un ritorno alla maggior qualità e definizione? Di certo da qualche anno si assiste alla diffusione dei cosiddetti formati “Lossless”, ossia senza perdita di dati. Già Apple nel lontano 2003 distribuiva l’Apple Lossless Encoder (conosciuto anche come Apple Lossless, ALE o ALAC), un codec audio sviluppato da Apple Inc. allo scopo di ottenere una compressione lossless (cioè senza perdita di informazioni), in seguito rimpiazzato dall’AAC.

Oggi il FLAC (Free Lossless Audio Codec) è un codec audio che non non rimuove informazioni dal flusso audio (ed è il formato utilizzato da TIDAL).

In futuro è quindi molto probabile una ricerca più mirata alla codifica dell’analogico in digitale, per permettere una migliore acquisizione dell’audio e conseguente mantenimento nonostante la diffusione su varie piattaforme di utilizzo.

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