La musica impossibile

Audiophonic Arts
It’s only music
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3 min readJun 29, 2017

Da eseguire. Forse…

Immagine da http://conlonnancarrow.org/symposium/papers/thomas/thomas.htm

Se molti di voi conoscono la Black Music, di certo pochi di voi saranno a conoscenza della Black MIDI Music.
Che poi non è la musica black suonata con un synth MIDI, ma è proprio uno stile musicale nato e cresciuto nei primi anni 2000 per merito, si dice, dei videogiochi.
Il fautore di tutto questo, stando alle imprescindibili fonti di Wikipedia, è il gioco Touhou Project (uno dei più complicati “sparatutto” mai sviluppati)
che presenta una colonna sonora stile consolle 8-bit degli anni 80; a quel tempo la musica era generata da uno stesso timbro e di fatto era eseguita da un unico sintetizzatore (per le limitazioni hardware dell’epoca).
Se ci pensate è come se oggi suonassimo al pianoforte tutte le parti dei singoli strumenti di un brano, dalla batteria alle chitarre, alle voci, agli archi, etc.
Le composizioni Black MIDI prevedono milioni di note e i video mostrano forme grafiche messe letteralmente in musica, grazie alla versatilità del MIDI.

Se mai dovessimo fare uno spartito di uno a caso di questi brani, sarebbe un foglio nero, da tante note si dovrebbero visualizzare.
Ecco perché Black MIDI ed ecco un perfetto esempio di musica impossibile da eseguire, se non sei fatto di silicio.
A dire il vero un predecessore di queste composizioni c’è stato, più di un secolo fa. Chi tra voi ha visto la serie TV Westworld avrà notato che nelle scene ambientate nel Saloon c’è questo pianoforte che suona da solo, eseguendo tra l’altro arrangiamenti old school di brani modernissimi (tipo Black Hole Sun dei Soundgarden) e “suona” sostanzialmente un foglio perforato. Quei buchi rappresentano la posizione e la durata delle note e ricordano parecchio un file MIDI.
La pianola, o piano meccanico, sviluppato a metà dell’ottocento ma diventato comune negli anni 20 del secolo scorso, è stato anche protagonista degli studi di uno dei più folli compositori del 900: Conlon Nancarrow.
Costui ha sviluppato svariate opere, basate per lo più su Canoni.
Con Canone intendiamo la ripetizione di una melodia ad intervalli regolari (vi ricordate la famosissima “Fra Martino“ ?).
In un Canone le varie melodie che si sovrappongono possono avere tempi differenti; i più comuni hanno un rapporto di 1:2 o 2:1, cioè la melodia che subentra è al doppio della velocità oppure a metà di quella iniziale.
Nancarrow si è spinto oltre, componendo canoni con rapporto 4:5 o 12:16:19:20, roba impossibile da trascrivere, figuriamoci da suonare.

Immagine da http://conlonnancarrow.org/symposium/papers/callender/irrational.html

Ma non è tutto. La sua sperimentazione si è spinta oltre. Al posto di numeri interi, ha utilizzato numeri irrazionali.
Che dire di un canone a 2 : 2?
Una notazione di questo tipo significa che se una prima melodia entra a 100 BPM, la seconda entra alla radice quadrata di 100.
E che dire di questa notazione per lo studio 41?
Ha utilizzato addirittura il PiGreco.

Lo studio 41 è un canone con rapporto irrazionale (e pi-greco)

Ma perchè tutto questo, direte voi?
Perché la musica è arte, l’arte è imprevedibile e irrazionale.
Prendete la Sezione Aurea. La natura è piena di questo rapporto che risulta in un numero irrazionale stile pi-greco. I più grandi artisti della storia hanno aspirato a creazioni con il rapporto aureo, anche nella musica. E’ il bello della creatività, lo spingersi fuori da ogni schema possibile.
Spingersi al limite, cercando di restringere il cerchio di quello che è impossibile da raggiungere.
Resta inteso che “impossibile” e “ascoltabile” difficilmente sono conciliabili…

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