Le note che aiutano la concentrazione

Audiophonic Arts
It’s only music
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2 min readDec 29, 2017

Le canzoni “motivational”

Nel 2007 gli organizzatori della Maratona di New York impedirono l’utilizzo della musica da parte dei partecipanti, considerando questa azione come parte delle comunicazioni vietate tra allenatori ed atleti, giustificando pertanto l’intervento in termini di sicurezza (la musica potrebbe fornire distrazioni pericolose).

Come conseguenza, un gran numero di atleti cercò di ovviare al problema rischiando una squalifica pur di usufruire della musica durante la corsa (http://thesportjournal.org/article/music-sport-and-exercise-update-research-and-application/).

Sappiamo già che il potere della musica nell’influenzare la mente permette di aiutare la concentrazione e superare lo sforzo con maggior decisione e determinazione, ma una prova così evidente non era ancora stata fornita. Vari studi hanno stabilito che la musica influenza la preparazione e la competizione in molti modi.

Uno di questi è noto come dissociazione.

La musica sposta l’attenzione dalla fatica, diminuendo la sensazione di stanchezza e sforzo di almeno un 10%. Questo aiuto si ha però quando l’intensità dello sforzo è moderato. Nei casi di sforzo intenso la tensione muscolare ha il sopravvento, anche per un discorso di “allarme” fisico (non siamo cavalli che corrono fino a stramazzare al suolo).

Certamente la musica ci fa percepire lo sforzo fisico in modo più tollerabile, aiutandoci ad affrontare le difficoltà; in più la musica altera la condizione di stress, fornendo sia un apporto stimolante che rilassante, a seconda del brano scelto.

La medaglia d’oro olimpica Dame Kelly Holmes utilizzava brani lenti di Alicia Keys (e.g., “Fallin’” and “Killing Me Softly”) negli esercizi pre-gara ad Atene nel 2004.

Sia la parte melodica che il testo di una canzone forniscono informazioni fondamentali al nostro cervello. Altri studi dimostrano che il tempo di un brano può regolare i movimenti e di conseguenza il modo in cui affrontiamo un esercizio fisico, e questo comporta una costanza che aggiusta e prolunga la performance atletica. Si stima che un esercizio “a tempo” di musica richiede il 7% in meno di ossigeno rispetto ad un brano non ritmato (o in assenza di musica).

Il famoso atleta etiope Haile Gebrselassie preparava i propri record mondiali a ritmo di “Scatman”, che corrispondeva esattamente al proprio ideale di ritmo, alla propria cadenza di corsa.

Là dove l’atleta è solo con se stesso, dove non c’è un rapporto con compagni di squadra per distribuire prestanza fisica e concentrazione, l’isolamento da stimoli esterni aumenta la concentrazione, e l’ascolto di determinati brani musicali aiuta a respingere distrazioni dall’obiettivo. E’ innegabile quindi che l’apporto della musica nell’ambito degli sport individuali è decisivo per le performance atletiche/mentali, dando un contributo che a volte può determinare la buona riuscita di una competizione.

Se non hai già sperimentato personalmente questa pratica, puoi utilizzare una delle moltissime applicazioni per smartphone e tablet che permettono di ascoltare determinate playlist “motivational” per incrementare i risultati (qui sotto ne trovi una da Spotify).

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