Sento i colori (e vedo i suoni)

Audiophonic Arts
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2 min readSep 28, 2017

La sinestesia nella musica

Image from https://broadly.vice.com/en_us/article/gyxq73/melissa-mccracken-synesthesia-painter-interview

L’immagine che vedi qui sopra è un dipinto di Melissa McCracken, artista americana. Prima di sollevare qualsiasi giudizio devi sapere che il soggetto dell’opera è una canzone: Life on Mars di David Bowie.

Eh si perchè Melissa ha la sinestesia, un fenomeno percettivo che colpisce il 4% della popolazione mondiale e che si attiva quando stimolazioni che provengono da una via sensoriale (uno dei nostri 5 sensi) si trasforma in una percezione sensoriale differente. Nel caso di Melissa il riconoscimento dei suoni si traduce in identificazione di colori (questa tipologia di sinestesia è detta anche cromostesia).

Questa contaminazione sensoriale avviene normalmente a senso unico: vedo una nota musicale come un colore ma quel colore non richiama quella stessa nota alla mia mente.

La sinestesia, in forma leggera e quasi impercettibile, appartiene ad ognuno di noi per il fatto che i nostri sensi, nella complessità del nostro organismo, sono collegati tra loro. Può essere ereditata perché recenti studi hanno confermato una componente biologica e genetica; tuttavia si eredita la condizione ma non il modo di percepirla, nel senso che la sinestesia può riguardare altri sensi e l’intensità con cui è percepita può essere differente.

Restando in ambito musicale, la leggenda del jazz Duke Ellington associava il blu scuro alla nota Re e un azzurro chiaro al Sol.
Per Kanye West il pianoforte emette un colore blu, il rullante della batteria un suono bianco mentre il basso è marrone scuro.
Altri come Billy Joel e Mary J. Blige, hanno dichiarato di avere questa particolarità sensoriale, che li stimola nella creatività.
Se ciò sia effettivamente vero e in che modo condizioni la creatività non è dimostrato; certamente il fatto che vari sensi siano coinvolti simultaneamente può rappresentare un aiuto all’inventiva.

Poiché alla base di tutto questo ci sono connessioni ridondanti delle sinapsi celebrali che non sono state eliminate durante la crescita, si crede che la sinestesia si possa indurre con la pratica o con la stimolazione celebrale fatta con l’uso di droghe allucinogene o ancora attraverso l’ipnosi.

Bisogna distinguere però le associazioni cognitive, che sono molto frequenti, dalla sinestesia.

All’Università di Amsterdam, infatti, hanno scoperto che alcuni bambini associavano all‘alfabeto i colori delle lettere magnetiche da frigo vendute da Fisher Price.

Singolare è infine il caso di Neil Harbisson: nato con l’incapacità di percepire i colori (per lui tutto è in tinta di grigio), in questo TED Talk spiega come, grazie ad un sistema che associa una frequenza ad un determinato colore, la sua vita sia basata sui suoni e questo gli dia la capacità di guardare il mondo in maniera completamente diversa, assolutamente unica:

A questo punto ti segnalo l’immancabile test, preparato dall’Università di Berkeley, per capire se anche tu puoi considerarti sinestetico/a:
http://nautil.us/issue/26/color/what-color-is-this-song

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