Il mantra dello scialpinista freerider
Libero adattamento da Tsang Nyong Heruka, Centomila Canti di Milarepa (*).
Come un criminale scappato dalla prigione,
lo scialpinista freerider ha abbandonato il suo paese natio e ne è felice!
Come un cavallo liberato dalle briglie,
lo scialpinista freerider non ha attaccamenti e ne è felice!
Come un animale ferito, isolato dal branco,
lo scialpinista freerider vive in solitudine e ne è felice!
Come un’aquila che fende il cielo,
lo scialpinista freerider è sicuro della sua visione e ne è felice!
Come l’aria che si sposta nel cielo,
lo scialpinista freerider si espande ovunque e ne è felice!
Come un pastore che bada al suo gregge,
lo scialpinista freerider protegge le sue esperienze di vacuità e chiarezza e ne è felice!
Come il Monte Meru al centro dell’universo,
lo scialpinista freerider rimane stabile e ne è felice!
Come lo scorrere di un grande fiume,
le esperienze dello scialpinista freerider fluiscono continuamente e ne è felice!
Come una pietra che affonda in un lago,
lo scialpinista freerider non torna indietro e ne è felice!
Come il sole che brilla nel cielo,
la luce dello scialpinista freerider rischiara ogni cosa, e ne è felice!
Come le foglie della palma, che non ricrescono una volta tagliate,
lo scialpinista freerider sa che non rinascerà ed è felice!
(*) Traduzione dal tibetano a cura di Franco e Kristin Pizzi, Ed. «Rassegna Culturale J.M.». Roma 1989, p. 101 s.
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