Maya Plata
Jewish Economic Forum
2 min readMay 4, 2021

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Israele verso un cloud nazionale. E l’Italia guarda con interesse al “progetto Nimbus”

Israele si afferma ancora una volta precursore nell’innovazione, dando vita a un cloud nazionale: il progetto Nimbus.

Il progetto di un “cloud nazionale” in Israele è in discussione da anni, ma la mancanza di servizi in linea con le normative di sicurezza, ha fortemente rallentato la transizione. E dei diversi giganti tech che hanno partecipato alla gara (Google, Amazon, Oracle e Microsoft) solo Amazon Web services e Google hanno vinto la gara d’appalto, con AWS come fornitore primario e Google secondario. Kpmg ha invece vinto la gara per il secondo livello del progetto, riferito alla consulenza e formazione del “Cloud Center of Excellence, mentre il terzo e quarto livello del progetto Nimbus saranno sviluppati da PMI israeliane.

Quali obiettivi ha il progetto Nimbus? Fra gli obiettivi dichiarati, vi sono: sicurezza, efficienza e sovranità, ovvero la garanzia di una continuità di approvvigionamento e sopravvivenza dei servizi nello Stato di Israele, anche in caso di disconnessione dalla rete internet globale. Altro elemento interessante della transizione digitale al cloud nazionale è il “procurement strategico”, ovvero l’aspettativa che la transizione digitale al cloud locale porti a maggiori investimenti stranieri nelle infrastrutture del Paese e a un vantaggio per l’industria tecnologica locale. Tramite il progetto Nimbus Israele viene incontro ai propri gap tecnologici e crea una sinergia positiva tra settore privato e pubblico che è destinata a consolidare ulteriormente la sua economia e il suo carattere di Stato innovatore, anche grazie all’ecosistema di PMI tecnologiche che fiorirà vendendo applicazioni alla PA israeliana.

Israele mantiene quindi il suo primato di avanguardia nel mondo tecnologico, e funge da apripista e modello di riferimento per gli altri paesi, come l’Italia.

Nel Pnnr, il Ministro per l’innovazione digitale e la transizione tecnologica, Vittorio Colao, ha previsto investimenti per 1,01 miliardi di euro per la migrazione al cloud; oltre ai 620 milioni per la cybersecurity. Con un’impostazione simile a quella tracciata da Israele, ovvero la definizione di una gara fra più operatori privati e dove il vincitore attiverà poi una collaborazione con un’entità pubblica o quantomeno italiana, per la definizione del cloud nazionale dove alloggeranno i dati della PA.

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