Karat Foundation

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3 min readJul 3, 2018

Karat Foundation sostiene il piano di sviluppo relativo alla mobilità dell’Africa Sub — Sahariana base di discussione durante un recente seminario internazionale tenutosi presso la Farnesina, organizzato dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale italiano e il fondo per la popolazione delle Nazioni Unite (UNFPA), in collaborazione con l’Associazione italiana Donne per lo Sviluppo (AIDOS) e con il sostegno dell’Agenzia Italiana per lo Cooperazione allo Sviluppo (AICS).

Durante il simposio sono stati illustrati dati, tendenze e politiche socio-economiche sulle sfide e le opportunità del dividendo demografico nell’Africa subsahariana, e sul nesso con le dinamiche migratorie.
Al seminario hanno preso parte diversi esperti italiani e internazionali a cui si è aggiunta anche l’inviata Speciale ONU per i Giovani Jayathma Wickramanayake.

I dibattiti sul tema delle dinamiche migratorie discussi durante l’evento, hanno portato alla luce alcuni dati di notevole importanza sulla dimensione del tema specifico, emerge il fatto che con delle corrette linee guida a sostegno del lavoro locale, si possano concretamente contrastare i flussi migratori dei giovani provenienti dai paesi dell’Africa Subsahariana.

Qui di seguito si elencano le note salienti di tale evento internazionale:

  • Circa il 42% della popolazione Africa subsahariana è di età compresa tra i 10 e i 24 anni. Si stima che appropriati investimenti in capitale umano e corrette politiche di sostegno al lavoro a favore dei giovani nei paesi dell’Africa Subsahariana possano valere almeno 500 miliardi di dollari all’anno per 30 anni, pari a circa un terzo del PIL attuale della regione.
  • Con una popolazione di 1,2 miliardi, la popolazione africana raggiungerà 1,7 miliardi nel 2030 e 3 miliardi nel 2063. Con il crescere della popolazione africana, aumenta anche il tasso di migrazione. Il seminario ha evidenziato la necessità di un approccio integrato multisettoriale/multipartner per agire sulle cause profonde della migrazioni forzate e sulle sfide interconnesse, affinchè la regione dell’Africa Sub — Sahariana trasformi la sfida del dividendo demografico in una opportunità.

L’Agenzia delle Nazioni Unite UNFPA ha ringraziato il sostegno assicurato dall’Italia, con un contributo 12 milioni di dollari erogato nel 2017 indirizzato a iniziative di protezione della salute e della vita di donne e ragazze nei paesi partner.

Tra gli interventi più importanti ricordiamo quello di apertura del Direttore Generale della Cooperazione allo Sviluppo Giorgio Marrapodi che ha detto:

“l’obiettivo è sbloccare il potenziale socio-economico della più grande percentuale di popolazione giovanile mai esistita prima d’ora nella storia. Diventa un imperativo concentrare la nostra azione, le nostre risorse ed il nostro impegno nel mettere questi giovani nelle condizioni di poter esprimere pienamente il loro potenziale umano, sociale ed economico, a beneficio loro e delle loro comunità”.

Quello del Direttore della Comunicazione e Partenariato Strategico di UNFPA Arthur Erken:

“Visto l’altissima percentuale di giovani presenti nella regione la maggior parte dei paesi dell’Africa subsahariana è pronta a mettere in pratica il dividendo demografico. Ma per fare questo, i giovani africani hanno bisogno di decidere in merito alle proprie politiche di riproduzione. Negli ultimi quattro anni — ha aggiunto Erken — i programmi di UNFPA hanno aiutato oltre 17 milioni adolescenti ad avere accesso ai servizi sanitari sessuali e riproduttivi.”

E quello di chiusura dell’inviata ONU Jayathma Wickramanayake

“i giovani di oggi rappresentano la generazione più in movimento della storia, costantemente alla ricerca di posti di lavoro e opportunità che travalicano i confini nazionali. Occorre dare un più forte e convinto riconoscimento al ruolo importante che i giovani giocano nel raggiungimento dello sviluppo sostenibile, e ai loro contributi positivi sia per le comunità di origine che per quelle ospitanti “.

La vision di Karat Foundation è quella di poter dare corpo ad un programma di aiuti che, in un tempo relativamente breve, possa sviluppare concrete opportunità lavorative direttamente in loco senza che i popoli africani siano costretti a lasciare la loro terra di origine apportando un miglioramento al loro stile di vita, aumentando la possibilità di accesso ad una più ampia cultura e rigenerando l’ambiente circostante con progetti eco-sostenibili alimentati da energia proveniente da fonti rinnovabili.

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