Collective Power Advertising — Perché KPI6 vuole rivoluzionare il mondo MadTech?

Rivoluzionare il MadTech offrendo ai brand il potere di scoprire il proprio pubblico senza violare la privacy degli utenti. Questa è la mission di KPI6. Una mission che ha in sé insito il Why aziendale, il “perché” del nostro lavoro e del nostro operato.

Semplificare il lavoro dei marketing team con dati in tempo reale sull’audience, consentendo di prendere decisioni attivabili per le loro strategie di marketing. KPI6 mette sempre al primo posto la privacy degli utenti. Come azienda, garantiamo ai brand un miglior targeting del pubblico, consentendo prestazioni trasparenti di discovery e mantenendo al sicuro i dati degli utenti.

Ma perché vogliamo rivoluzionare il mondo MadTech?

Per unificare gli approcci istintivi del digital marketing con quello data-driven, dando ai suoi team il potere di generare campagne creative attivabili, utilizzando gli UGC in tempo reale, proteggendo i dati degli utenti, facendoli sentire al sicuro nella creazione di contenuti sui social network in piena libertà.

Possiamo riassumere i punti chiave del nostro operato, del come veicoliamo il nostro why, in questo modo:

• Guidiamo

Diamo un’arma creativa e data-driven in mano agli strategist, diamo degli incipit che sono dei trampolini creativi, sono degli appoggi che danno il via a creare strategie per dare spunti effettivi.

• Empatizziamo

Il nostro obiettivo è quello di empatizzare con i marketer e di comunicare con loro per far percepire la nostra intenzione di semplificare il loro lavoro.

• Semplifichiamo

KPI6 vuole semplificare la vita dei corporate marketing team con dati attivabili ed audience raggiungibili in tempo reale per prendere decisioni cross team/brand.

• Tuteliamo

Il tutto tutelando la privacy e la sicurezza degli utenti utilizzando i loro dati in un safe environment, assicurando le stesse performance.

• Aiutiamo

Crediamo nel dare più voce al consumatore e nel dirigere le strategie di marketing seguendo la sua voce. Vogliamo aiutare a capire come parla il cliente.

La società va verso una sempre maggiore regolamentazione della gestione dei dati personali e una sempre maggiore consapevolezza degli utenti nel valore dei propri dati. Grazie all’introduzione del GDPR in Europa sul consenso al trattamento dei dati personali, e l’introduzione di importanti limitazioni nei confronti degli utenti in possesso di sistemi operativi IOS, concetti come il “diritto all’oblio” diventano sempre più diffusi nella coscienza collettiva.

Siamo all’alba di una enorme rivoluzione che investirà i dati di navigazione necessari alla targetizzazione id-based, e che creerà probabilmente uno spartiacque tra un prima e un dopo. Il mondo degli advertiser e degli strategist sarà suddiviso tra:

• chi ha seguito l’approvvigionamento sfrenato di dati degli utenti per i propri tornaconti.
• chi è riuscito a continuare a essere rilevante tutelando i diritti degli utenti

Noi vogliamo essere al di là del baratro, capofila di un movimento di liberazione dai vecchi metodi.

Vediamo un mondo dove il diritto alla gestione consapevole del dato personale significa un mondo di persone libere di valutare e acquistare prodotti senza che le informazioni su queste transazioni facciano il giro del mondo per essere cedute al miglior offerente per un ulteriore annuncio pubblicitario. Significa un mondo dove i brand e i marketing manager sono liberi di attuare le proprie strategie senza il rischio di urtare la sensibilità di nessun consumatore.

Si può dare voce al consumatore, valorizzare le caratteristiche di ogni segmento grande o piccolo che sia senza necessariamente violarne la privacy, violarne la libertà di scelta, la libertà di opinione, libertà di condividere, la libertà di esprimersi “as you are”, libertà di poter usare dati sicuri e affidabili.

Tutto questo è Collective power advertising perché:

• E’ compliant
• È Più cool e più tecnologicamente all’avanguardia
• Avvicina al consumatore

Quello della sicurezza degli utenti e delle loro informazioni personali, per noi è un valore assodato da sempre. Già insito all’interno di quello che facciamo. Non è mai stato un punto di discussione, non siamo nati come scraper e non lo saremo mai.
In KPI6 abbiamo sempre ricercato e analizzato sorgenti di dato compliant. Le nostre soluzioni vanno verso la conoscenza sempre più dettagliata del consumatore in quanto “personas” preservando i singoli utenti.

Non importa quante informazioni riesca a raccogliere perché Only actionability matters.

Il social listening, il social media monitoring che dir si voglia, così come tutta la consumer intelligence è paragonabile ormai a una commodity. Siamo nel bel mezzo di una guerra a colpi di sorgenti, modelli di consumi a “un tot al chilo”, una guerra di feature che mostrano sempre più dettagli di ogni singolo utente.

Noi non vogliamo far parte di tutto questo, il mondo va verso un’altra direzione e non vogliamo contribuire a questo sciacallaggio intensivo delle informazioni personali degli utenti.

Cosa accadrebbe a tutta la industry, se gli utenti finali, coloro che producono dati e user generated content dovessero smettere di farlo, o ancora peggio, se nel farlo dovessero perdere di spontaneità in un ambiente caratterizzato da controllo e possibili violazioni della privacy?

Come player del mercato, oltre che creare tecnologie in grado di monitorare opinioni e prevedere tendenze dovremmo sentirci in dovere, al tempo stesso, di alimentare un ambiente sicuro e stimolare la produzione di contenuti, opinioni. È nostro compito fare in modo che gli utenti finali provino una sensazione di libertà; libertà di potersi esprimere, un ambiente sicuro, confortevole, creato davvero intorno alle loro preferenze.

Se tutti i grandi stakeholder del mercato desiderano poter lavorare davvero in un contesto fatto di Brand “attenti”, consumatori “sinceri”, prodotti e servizi davvero “utili”, bisognerà partire dalla tutela dei dati degli utenti e da KPI6.