“LP”
Omaggio a
Luigi Pirandello

L'asino vola
The Critic as Artist
2 min readApr 2, 2015

Installazione e testo
di

Riccardo Caporossi

Scarpe e cappelli hanno siglato il lavoro sulla scena di Remondi & Caporossi, un marchio DOP (denominazione origine palcoscenico). Riccardo Caporossi li ha collezionati tra le molteplici pieghe della memoria; una sequenza di “natura morta”. Disegni, pitture, installazioni, la camminata degli invisibili, i fagotti, le performance. Un teatro fatto di nature morte di personaggi. Tutti sono stati in essere per testimoniare una assenza, quella dell’essere cui appartenevano.

Cappello e scarpe come estremi di una identità umana, evocativa di una esistenza. Sono il segno inanimato di un passaggio che ricorda il cammino di un essere umano. L’unicità evoca la moltitudine e la moltitudine è il segno tangibile del Teatro considerato nella rete delle relazioni di ogni singolo personaggio. Un ritratto in assenza di corpo.

L’installazione “LP” sorprende in quanto il ritratto esce dall’anonimato. Scarpe e cappello identificano la persona perché ad essa sono appartenuti realmente. Cimeli di una esistenza, trattengono nelle loro fattezze una vita vissuta, quella di Luigi Pirandello. Il suo corpo assente è lì, tra le scarpe e il cappello, la sua ombra reale lo ricorda.

All’ombra di Pirandello. Note sull’installazione

Per celebrare gli ottant’anni del premio Nobel, l’Istituto di Studi Pirandelliani e sul Teatro Contemporaneo ha organizzato, dal 17 gennaio al 15 febbraio 2015, un ciclo di incontri, letture e spettacoli nello studio romano di Pirandello.

“È in queste stanze — spiega Riccardo Caporossi — che Pirandello riceveva ‘i personaggi delle sue future novelle’. Il tavolo di lavoro, la sedia, la sua macchina da scrivere, la sua biblioteca, la vetrata e le finestre sul giardino, la sua camera da letto, i suoi abiti ci accolgono come oggetti celibi e riescono a trasmettere, sotto i nostri occhi, quella sua visione scomposta della realtà e quell’artificio letterario e teatrale in cui anche noi, attori, possiamo trasferirci in personaggi”.

L’installazione curata da Caporossi è stata allestita nella camera da letto dello scrittore dove morì, il 10 dicembre del 1936.

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scritti molesti sullo spettacolo e la cultura nel tempo dell'emergenza